Alessandro a Susa: il presagio degli Dei - Versione greco
Alessandro a Susa il presagio degli dei
Versione greco Diodoro Siculo e traduzione
Dopo aver visto che lui piangeva, Alessandro domandò: "che cosa di male hai visto che ti ha fatto piangere?". E l'eunuco disse:
"ora sono tuo schiavo, ma prima (ero schiavo) di Dario, e per natura essendo molto affezionato al padrone, ho sofferto quando ho visto che ciò era fortemente stimato da lui ora è diventato una cosa di scarso valore". Allora, il re, a causa della risposta fattosi un'idea di tutto lo scompiglio nella reggia persiana, capì di aver fatto qualcosa di oltraggioso e di molto sconveniente alla sua moderazione verso i prigionieri di guerra.
Perciò, fatto chiamare colui che aveva posto la tavola, gli ordinò di sollevarla di nuovo. Allora, Filota, che era presente, "ma non è superbia", disse, "quello che non è stato disposto da te, ma per il piano e la volontà di una buona divinità". Allora, il re, avendo preso ciò che era stato detto come un augurio, ordinò di lasciare che la tavola fosse sotto il trono.
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