doti umane di attico versione di latino

Messaggioda grase93 » 27 apr 2010, 12:27

ciao mi servirebbe questa versione di latino da il nuovo libro di latino pag 583 num 817 il titolo è doti umane di attico
inizio: habebat avunculum q. caecilium, equitem romanum, familiarem L. Luculli, divitem...
fine: ....ut, inter quos tantae laudis esset aemulatio, nulla intercederet obtrectatio.

grazie mille per l'aiuto.....[code][/code]

grase93

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Messaggioda giada » 27 apr 2010, 12:50

Habebat avunculum Q. Caecilium, equitem Romanum, familiarem L. Luculli, divitem, difficillima natura. Cuius sic asperitatem veritus est, ut, quem nemo ferre posset, huius sine offensione ad summam senectutem retinuerit benevolentiam. Quo facto tulit pietatis fructum. Caecilius enim moriens testamento adoptavit eum heredemque fecit ex dodrante; ex qua hereditate accepit circiter centies sestertium. Erat nupta soror Attici Q. Tullio Ciceroni, easque nuptias M. Cicero conciliarat, cum quo a condiscipulatu vivebat coniunctissime, multo etiam familiarius quam cum Quinto, ut iudicari possit plus in amicitia valere similitudinem morum quam affinitatem. Utebatur autem intime Q. Hortensio, qui his temporibus principatum eloquentiae tenebat, ut intellegi non posset, uter eum plus diligeret, Cicero an Hortensius, et, id quod erat difficillimum, efficiebat, ut, inter quos tantae laudis esset aemulatio, nulla intercederet obtrectatio

Aveva come zio materno Q. Cecilio, cavaliere romano, amico di L. Lucullo, uomo ricco, ma di carattere piuttosto scontroso: ebbe tanto rispetto per il suo carattere rude che riuscì a conservarsi fino all'estrema vecchiaia la sua benevolenza senza alcun contrasto, mentre nessuno riusciva a sopportarlo. Per tale motivo raccolse il frutto della sua benevolenza.Cecilio, infatti, in punto di morte lo adottò nel testamento e lo nominò erede di tre quarti della sua fortuna: da tale eredità ricevette circa dieci milioni di sesterzi. La sorella di Attico aveva sposato Q. Tullio Cicerone e tale matrimonio lo aveva assecondato M. Cicerone, del quale era profondamente amico fin da quando avevano studiato insieme; molto piu' amico che di Quinto, sì che si può sostenere che nell'amicizia vale piu' l'affinità di carattere che la parentela. Inoltre era grande amico di Q. Ortensio, che in quel periodo aveva il primato dell'eloquenza, sì che non si poteva capire chi dei due lo amasse di piu', se Cicerone o Ortensio; inoltre, cosa molto difficile, faceva in modo che non sorgesse gelosia alcuna in quelli tra i quali c'era competizione per una così grande lode

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Messaggioda giada » 3 lug 2010, 17:27

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