Ea postquam Cirtae audita sunt, Italici, quorum virtute moenia defensabantur, confisi deditione facta propter magnitudinem populi Romani inviolatos sese fore, Adherbali suadent, uti seque et oppidum Iugurthae tradat, tantum ab eo vitam paciscatur; de ceteris senatui curae fore. At ille, tametsi omnis potiora fide Iugurthae rebatur, tamen, quia penes eosdem, si aduersaretur, cogendi potestas erat, ita, uti censuerant Italici, deditionem facit. Iugurtha in primis Adherbalem excruciatum necat, deinde omnis puberes Numidas atque negotiatores promiscue, uti quisque armatus obvius fuerat, interficit
Dopo che queste cose furono udite a Cirta, gli Italici, con valore dei quali erano difese le mura, speranzosi, accettata la resa, che grazie alla magnanimità del popolo Romano sarebbero rimasti illesi, convincono Aderbale a consegnare se stessi e la città a Giugurta solttanto patteggi con quello di avere salva la vita; il senato avrebbe trattato riguardo le altre cose. Ma quello, sebbene pensasse che tutto fosse preferibile alla parola di Giugurta, tuttavia, poiché in caso se si fosse opposto avevano il potere di costringerlo, si arrese, così come gli avevano consigliato gli Italici. Giugurta per prima cosa fa morire Aderbale fra i tormenti, poi mette a morte indistintamente tutti gli adulti, Numidi o mercanti, che vengono trovati in possesso di armi.