Fabius quoque movit castra transgressusque saltum super Allifas loco alto ac munito consedit. Tum per Samnium Romam se petere simulans Hannibal usque in Paelignos populabundus rediit; Fabius medius inter hostium agmen urbemque Romam iugis ducebat nec absistens nec congrediens
Ex Paelignis Poenus flexit iter retroque Apuliam repetens Gereonium pervenit, urbem metu, quia conlapsa ruinis pars moenium erat, ab suis desertam: dictator in Larinate agro castra communiit. Inde sacrorum causa Romam revocatus, non imperio modo sed consilio etiam ac prope precibus agens cum magistro equitum, ut plus consilio quam fortunae confidat et se potius ducem quam Sempronium Flaminiumque imitetur
Anche Fabio mosse l'accampamento e attraversato il passo sopra Alife si fermò in un luogo alto e fortificato. Allora Annibale fingendo di dirigersi verso Roma attraverso il Sannio ritornò nel territorio dei Peligni per darsi al saccheggio ffabio a sua volta in una posizione intermedia fra l'esercito nemico e la città di Roma guidava i suoi senza allontanarsi dal nemico e senza affrontarlo, Arrivato dai peligni, annibale cambiò direzione, e, rigirandosi per l'apulia arrivò a Gereonio che, per timore, una parte dei suoi bastioni era caduta in rovina, i suoi abitanti avevano abbandonato.
Il dittatore istituì un campo fortificato nel territorio di Larino Poi richiamato a Roma per le cerimonie religiose , diede non solo al padrone della cavalleria l'ordine, ma anche un consiglio, di fidarsi della prudenza più che alla fortuna e che venisse imitato lui stesso, come generale, piuttosto che Sempronio e Flaminio.