VERSIONE ESOPO - L'AQUILA E LA VOLPE

Messaggioda anna sprint » 31 mag 2010, 14:46

VORREI LA VERSIONE DI GRECO DI ESOPO " L'AQUILA E LA VOLPE" DAL LIBRO KATA' LOGON PAG. 200 ES. 94
MANDO ANCHE L'INIZIO E LA FINE

INIZIO
Ἀετὸς καὶ ἀλώπηξ φιλίαν ἀλλήλους σπεισάμενοι πλησίον ἑατῶν οἰκεῖν διέγνωσαν βεβαίωσιν φιλίας τὴν συνήθειαν ποιούμενοι.

FINE
Καὶ ἡ ἀλώπηξ προσδραμοῦσα ἐν ὄψει τοῦ ἀετοῦ πάντας αὐτοὺς κατέφαγεν.

GRAZIE

anna sprint

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Risposte:

Messaggioda giada » 31 mag 2010, 14:59

ne ho tante con questo titolo tutte simili fra loro

Un'aquila e una volpe stringono amicizia e si mettono d'accordo di abitare vicine e da un lato sicuramente ,la prima sale sull'alto albero e fa nascere un uccellino ,e dall'altro la seconda entra in un cespuglio sotto l'albero e partorisce dei volpini.La volpe andava al pascolo,l'aquila volaVA giù nel cespuglio rapiva i cuccioli della volpe e insieme e vuole ricevere aiuto dall'aquila(ai suoi)uccellini li divora.quando la volpe ritorna diventa profondamente triste.Dopo qualke tempo i contadini sacrificano nel campo la capra

oppure


Un'aquila e una volpe, diventate amiche, stabilirono di abitare una vicino all'altra, pensando che la vita in comune avrebbe rafforzato la loro amicizia. L'aquila volò sulla cima di un albero altissimo e vi fece il suo nido; la volpe strisciò sotto il cespuglio che cresceva ai suoi piedi e vi partorì i suoi piccoli. Un giorno, mentre la volpe era uscita a cercare da mangiare, l'aquila che si trovava a corto di cibo, piombò nel cespuglio, afferrò i volpacchiotti e se ne fece una scorpacciata insieme con i suoi figli. Quando, al suo ritorno, la volpe vide cosa le avevano fatto, fu colta da un grande dolore, non solo per la morte dei suoi piccoli, ma soprattutto per il pensiero della vendetta: infatti mai lei, animale di terra, avrebbe avuto la possibilità di inseguire un volatile. Perciò, immobile, da lontano, unico conforto che rimane ai deboli e agli impotenti, scagliava maledizioni sulla sua nemica. Ma non passò molto e toccò all'aquila scontare il suo delitto contro l'amicizia. Infatti, un giorno che si offriva in campagna un sacrificio agli dei, essa piombò giù e si portò via dall'altare uno dei visceri che stava prendendo fuoco; ma quando l'ebbe trasportato nel suo nido, un forte soffio di vento lo investì e da qualche filo di paglia secca si accese una vivida fiammata. I suoi piccoli, non ancora in grado di volare, furono bruciati e caddero al suolo. La volpe accorse e se li divorò tutti sotto gli occhi della madre.

oppure

Un' aquila e una volpe, fattesi amiche, stabilirono di abitare una vicino all'altra, pensando che la vita in comune avrebbe rafforzato la loro amicizia. Ed ecco che la prima volò sulla cima di un albero altissimo e vi fece il suo nido; l'altra strisciò sotto il cespuglio che cresceva ai suoi piedi e qui partorì i suoi piccoli. Ma un giorno, mentre la volpe era uscita a cercar da mangiare, l'aquila, che era a corto di cibo, piombò nel cespuglio, afferrò i volpacchiotti e se ne fece una scorpacciata insieme coi suoi figli. Quando, al suo ritorno, la volpe vide che cosa le avevano fatto, fu colta da un dolore che non era nemmeno tanto grande per la morte dei suoi piccoli, quanto per il pensiero della vendetta: animale di terra, essa non aveva infatti la possibilità di inseguire un volatile. Perciò immobile da lontano, unico conforto che rimane ai deboli e agli impotenti, scagliava maledizioni sulla sua nemica. Ma non passò molto e toccò all'aquila scontare il suo delitto contro l'amicizia. Infatti, un giorno che in campagna si offriva in sacrificio una capra agli dei, essa piombò giù e si portò via dall' altare uno dei visceri che stava prendendo fuoco; ma quando l'ebbe trasportato nel suo nido, un forte soffio di vento lo investì e da qualche filo di paglia secca suscitò una vivida fiammata. Così i suoi piccoli- volatili ancora impotenti- furono bruciati e caddero al suolo. La volpe accorse e se li divorò tutti sotto gli occhi della madre. La favola insegna che coloro che tradiscono l'amicizia, se anche, per l'impotenza delle vittime, sfuggono alla loro vendetta, non riescono però mai ad evitare la punizione degli dei.
La favola mostra come coloro che tradiscono l'amicizia, anche se sfuggono alla vendetta per l'impotenza delle loro vittime, non riescono però mai ad evitare la punizione degli dei.

oppure

L'aquila e la volpe

AetoV kai alwphV filian proV allhlouV poihsamenoi plhsion eautwn oikein diegnwsan, bebaiwsin filiaV thn sunhqeiavn poioumenoi. Kai dh o men anabaV epi ti perimhkeV dendron eveottopoihsato: h de aiselqouta eiV ton upokeimenon qamnon eteken. ExelqoushV de authV pote epi nomhn, o aetoV, aporwn trofhV, kataptaV eiV ton qamnon kai ta gennemata anarpaV,meta twn eautou neottwn kateqoinhsato. H de alwphV epanelqousa, wV egnw to praxqen, ou epi tw twn newttwn qanatw eluphqh oson epi th amunh: cersaia gar ousa peteinon diwkein hdunatei. Dioper porrwqen stasa, de monon tois adunatoiV kai asqenesin upoleipetai, tw extrw kathrato. Sunebh d autw ths eiV thn filian asebeiaV ouk eiV makran dikhn uposcein. Quontwn gar tinwn aoga epi agrou, kataptaV apo tou bwmou splagcnon empuron avhvegken. O logoV dhloi oti oi filian paraspondountes, kan thn twn hdikhmenwn ekfugwsi dia asqeneian, alla oun ge thn ek qeou timwrian ou diakrouontai






Un' aquila e una volpe, fattesi amiche, stabilirono di abitare una vicino all'altra, pensando che la vita in comune avrebbe rafforzato la loro amicizia. Ed ecco che la prima volò sulla cima di un albero altissimo e vi fece il suo nido; l'altra strisciò sotto il cespuglio che cresceva ai suoi piedi e qui partorì i suoi piccoli. Ma un giorno, mentre la volpe era uscita a cercar da mangiare, l'aquila, che era a corto di cibo, piombò nel cespuglio, afferrò i volpacchiotti e se ne fece una scorpacciata insieme coi suoi figli. Quando, al suo ritorno, la volpe vide che cosa le avevano fatto, fu colta da un dolore che non era nemmeno tanto grande per la morte dei suoi piccoli, quanto per il pensiero della vendetta: animale di terra, essa non aveva infatti la possibilità di inseguire un volatile. Perciò immobile da lontano, unico conforto che rimane ai deboli e agli impotenti, scagliava maledizioni sulla sua nemica. Ma non passò molto e toccò all'aquila scontare il suo delitto contro l'amicizia. Infatti, un giorno che in campagna si offriva in sacrificio una capra agli dei, essa piombò giù e si portò via dall' altare uno dei visceri che stava prendendo fuoco; ma quando l'ebbe trasportato nel suo nido, un forte soffio di vento lo investì e da qualche filo di paglia secca suscitò una vivida fiammata. Così i suoi piccoli- volatili ancora impotenti- furono bruciati e caddero al suolo. La volpe accorse e se li divorò tutti sotto gli occhi della madre. La favola insegna che coloro che tradiscono l'amicizia, se anche, per l'impotenza delle vittime, sfuggono alla loro vendetta, non riescono però mai ad evitare la punizione degli dei.
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