ONESTà E AMARA VECCHIAIA DI FOCIONE versione Cornelio Nepote

Messaggioda luketta » 5 ott 2010, 10:55

Ciao Giada, mi servirebbe una versione di latino
titolo:onestà e amara vecchiaia di Focione
autore:Cornelio Nepote
inizio:Phocion Atheniensis etsi saepe exercitibus praefuit
fine:populi scito in exilium erant expulsi
grazie mille bye

luketta

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Messaggioda giada » 5 ott 2010, 11:06

Phocion Atheniensis, etsi saepe exercitibus praefuit summosque magistratus cepit, tamen multo eius notior est integratis vitae quam rei militaris labor. Itaque huius memoria est nulla, illius autem magna fama, ex quo cognomine Bonus est appellatus.
Fuit enim perpetuo pauper, cum divitissimus esse posset proptr frequentes delatos honores potestatesque summas, quae a populo dabantur.
Cum hic a rege Philippo munera magnae pecuniae repudiaret, legatique hortarentur accipere, simulque admonuerent, si ipse facile careret, [ut] liberis tamen suis prospiceret: quibus difficile esset (sarebbe stato difficile) in summa paupertate tantam paternam tueri gloriam, iis ille : " Si mihi similes erunt, hic, inquit, agellus illos alet, qui me ad hanc dignitatem perduxit; sin dissimiles sunt futuri, nolo meis impensis illorum ali augerique luxuriam". Idem cum prope ad annum octogesimum prospera pervenisset fortuna, extremis temporibus magnum in odium pervenit suorum civium, primo quod cum Demade de urbe tradenda Antipatro consenserat eiusque consilio Demosthenes cum ceteris, qui bene de re publica meriti existimabantur, populi scito in exsilium erant expulsi.



(Dell)L'ateniese Focione, benchè avesse comandato spesso gli eserciti e benchè avesse ricevuto le cariche più alte, è più nota la sua integrità di vita che le fatiche dell'arte bellica.
Pertsanto la sua memoria è nulla, al contrario della sua grande fama, per la quale fu chiamato il Buono.
Fu anche perpetuamente povero, anche se ebbe la possibilità di essere ricchissimo grazie ai numerosi onori attribuitigli e ai sommi poteri, che gli erano (stati) dati dal popolo.
Quando questo repsinse grandi tesori mandati dal re Filippo, e i suoi ambasciatori lo esortavano ad accettarli, e allo stesso tempo lo ammonivano, se si fosse facilemtne tenuto lontano da quelli, afficnhè pensasse tuttavia ai suoi figli, ai quali sarebbe stato difficile in una ciosì grande povertà contemplare tanta ricchezza, egli disse loro: "Se saranno simili a me questo poderetto li nutrirà, che mi condusse a questa carica;se invece non lo saranno non voglio che la loro lussuria sia alimentata e accresciuta dai miei sacrifici."Costui giunto con prospera fortuna quasi agli ottant'anni, nell'estremo della vita incappo nell'odio implacabile dei suoi concittadini; dapprima, perché d'accordo con Dèrnade aveva consegnato la città ad Antípatro e su istigazione di quello erano stati cacciati in esilio con decreto popolare

giada

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Messaggioda luketta » 5 ott 2010, 11:11

grazie Giada

luketta

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