Versione Latino

Es. 210 Pag. 202

Libro: Per Litteras

Autore: Cicerone (epistolografia)

Non si è soliti rimproverare un tardivo ringraziamento, specialmente se nessuna negligenza è stata applicata; infatti mi trovo lontano da tanto tempo; ricevo notizie in ritardo. Tuttavia sia mi congratulo con te, sia ti auguro che questo tribunato sia per te di gloria perenne e ti esorto a governare ogni cosa e a regolare ogni cosa secondo la tua prudenza affinchè i consigli degli altri non ti facciano fuorviare. Non c`è nessuno che possa persuaderti più saggiamente di te stesso; mai sbaglierai se darai ascolto a te stesso. Non scrivo queste cose a caso, so a che le scrivo; conosco il tuo animo e la tua saggezza; non temo che tu faccia qualcosa pavidamente o stoltamente, se difenderai quelle scelte che tu stesso capirai essere giuste. Poichè non sei capitato a caso in questo momento dell` Stato, ma ci sei arrivato (infatti hai esercitato il tuo tribunato in questo momento critico per tua scelta non per caso) non dubito che tu pensi a quanto sia importante la condizione di uno Stato, quanto la molteplicità degli avvenimenti, quanto siano incerti gli esiti, quanto mutevoli le volontà degli uomini, quali insidie, quanta forza ci sia nella vita. Ma, per favore, non preoccuparti e non pensare, o Curione, a nulla di nuovo, ma a quella stessa cosa che ti ho scritto all`inizio: parla con te stesso, invitati alla riunione, ascoltati e ubbidisciti.