da jack94 » 18 ago 2011, 9:24
Non appena Archia uscì dalla fanciullezza e da quelle abitudini con le quali la fanciullezza è solita alla cultura, si volse all'attività di letterato, dapprima ad Antiochia( infatti era nato lì da famiglia nobile), un tempo città celebre e ricca e dove affluivano sia gli uomini più eruditi sia gli studi più liberali, cominciò a superare velocemente tutti per la gloria del suo ingegno. Poi in tutte le parti dell'Asia e in tutta la Grecia si celebrava così il suo arrivo, che l'aspettativa per l'uomo superava la fama del suo ingegno e l'ammirazione per il suo arrivo superava l'aspettativa. Allora l'Italia era piena di arti e studi greci, e questi studi erano coltivati anche nel Lazio con così tanta passione che ora nelle stesse città e qui a Roma non erano trascurate grazie alla tranquillità dello stato. E così sia i Tarantini sia i Locresi sia i Reggini sia i Napoletani donarono a questo la cittadinanza e altre onoreficenze, e tutti quelli che erano in grado di giudicare qualcosa dell'ingegno lo ritennero degno di conoscenze e ospitalità. Poichè era tanto noto anche a quelli che vivevano lontano per la sua grande fama, venne a Roma sotto il consolato di Mario e Catulo. Conobbe dapprima quei consoli, dei quali uno poteva vantare le massime arti della scrittura, l'altro sia per le gesta sia per la passione letteraria e l'orecchio da intenditore. Subito i Luculli, poichè anche Archia era già stato rivestito della toga pretesta, lo ricevettero in casa loro.