Dent operam consules ne qui detrimentum res publica capiat

Messaggioda Vicku » 27 mar 2012, 16:25

quando quelle cose furono annunciate a Cicerone, mosso da un male ambiguo, poichè nè aveva potuto proteggere la città dalle insidie più a lungo con la decisione privata ne riferisce al Senato quanto l'esercito di Mallio fosse grande o di quale decisione aveva conosciuto abbastanza, già prima esagitato dalle voci del popolo. pertanto il senato decise ciò che è solito accadere di solito in una attività atroce: mandare i consoli affinchè lo stato non ricevesse alcun danno. quel potere consente le decisioni assolute al magistrato attraverso il senato secondo la tradizione di Roma: preparare l'esercito, fare la guerra, costringere gli alleati e i cittadini in ogni modo e, in pace e in guerra, avere il sommo comando ed il giudizio.

versione di latino di SALLUSTIO

Vicku

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Messaggioda *Yole* » 27 mar 2012, 16:29

il titolo?

Ea cum Ciceroni nuntiarentur, ancipiti malo permotus, quod neque urbem ab insidiis priuato consilio longius tueri poterat neque, exercitus Manli quantus aut quo consilio foret, satis compertum habebat, rem ad senatum refert, iam antea vulgi rumoribus exagitatam. Itaque, quod plerumque in atroci negotio solet, senatus decrevit, darent operam consules, ne quid res publica detrimenti caperet. Ea potestas per senatum more Romano magistratui maxima permittitur: exercitum parare, bellum gerere, coercere omnibus modis socios atque civis, domi militiaeque imperium atque indicium summum habere.

*Yole*

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