da stuurm » 21 apr 2012, 22:18
Est huic finitumum dissimulationi, cum honesto verbo vitiosa res appellatur; ut cum Africanus censor tribu movebat eum centurionem, qui in Pauli pugna non adfuerat, cum ille se custodiae causa diceret in castris remansisse quaereretque cur ab eo notaretur: Non amo, inquit, nimium diligentis. . Acutum etiam illud est, cum ex alterius oratione aliud excipias atque ille volt; ut Salinatori Maximus, cum Tarento amisso arcem tamen ille eius retinuisset multaque ex ea proelia praeclara fecisset, cum aliquot post annis Maximus id oppidum recepisset rogaretque eum Salinator, ut meminisset opera sua se Tarentum recepisse: Quidni, inquit, meminerim? Nunquam enim recepissem, nisi tu perdidisses.
È in relazione a questa dissimulazione, quando si denomina la realtà scorretta con una parola decorosa; come quando il censore Africano incitava con la massa quel centurione che nella battaglia di Paolo non era stato presente, mentre quello che trattava il motivo della difesa fosse rimasto nell’accampamento e chiedeva perché da lui si era distinto: non amo disse chi è troppo coscienzioso. Anche ciò è ingegnoso, quando da un discorso altrui tu trai fuori qualcosa anch’egli vuole; come Massimo a Salinatore, quando perduta Taranto tuttavia egli difese la cittadella di quello e fece da quella molte battaglie famose, quando alcuni anni dopo Massimo riconquistò quella cittadella e Salinatore gli chiedeva di aver ricordato che per opera sua avesse riconquistato Taranto: Perché non dovrei ricordare disse? Mai l’avrei infatti riconquistata se tu non l’avessi perduta.