Appunti di Filosofia: Il neoplatonismo(Ficino, Pico, Cusano)

Messaggioda Baffman » 3 gen 2011, 17:02

Il Neoplatonismo fu diffuso dai neoplatonici, filosofi che si rifacevano a Platone. Ricordiamo Leon Battista Alberti, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.



Leon Battista Alberti è un fiorentino, gran conoscitore della lingua antica,traduce dal greco le opere di Platone scoperte dagli umanisti. Egli studia e traduce in particolare i testi politici poiché in quel periodo a Firenze si diffondeva l’umanesimo civile fiorentino che consisteva nello sfruttare le nuove conoscenze ottenute con la riscoperta dei classici per creare una struttura civile migliore.

Leon Battista Alberti presenta quindi Platone come un filosofo che esalta la realizzazione dell’uomo nella vita civile. Il che significa che si deve partecipare attivamente alla vita civile e cittadina, presenziando alle assemblee, occupandosi dei problemi della città e svolgendo lavori utili per gli altri cittadini e per tutta la comunità.



Marsilio Ficino traduce tutte le opere di Platone. Egli viveva a Firenze preso Lorenzo il Magnifico, grande amante della cultura che gli diede in regalo una villa. Ficino decise di fondarvi un’accademia platonica che diventa un centro di raccolta e discussione dei filosofi neoplatonici.

In Italia a quel tempo circolavano degli scritti chiamati Corpus Hermeticum, dei libri sulla magia. Ficino diceva che risalivano ad un’epoca lontanissima e sarebbero stati scritti da Ermete Trismegisto, un filosofo vissuto molti anni prima di Platone ed Aristotele e precursore del pensiero filosofico contemporaneo a Ficino. Pertanto allora questi libri furono considerati di enorme importanza. Successivamente furono studiati attentamente e ritenuti dei falsi appartenenti al IV sec. d.C. ma gli umanisti in quel tempo credettero alla loro autenticità e li diffusero in tutta Europa.

Marsilio diceva che la natura è un grande organismo armonioso chiamato macrocosmo in cui circola l’amore che pervade tutte le parti dell’universo. L’uomo, che è il microcosmo, dice Ficino, è al centro poiché ha l’anima che è immortale. Dal centro noi uomini possiamo elevarci a raggiungere e Dio o scendere al livello di materia bruta.

Per Ficino inoltre la religione e la filosofia non erano per nulla in contrasto tra loro, bensì erano in ottimi rapporti. Infatti per Ficino la filosofa era nata con Ermete Trismegisto per poi essere sempre migliorata da Platone e Aristotele fino ad arrivare al Cristianesimo ossia alla religione, l’ultima perfetta manifestazione a cui si è giunti dopo diverse correnti filosofiche.

Il Cristo che si è fatto uomo per Ficino la prova inconfutabile che si può ascendere al cielo.

Quanto detto un paragrafo sopra è parte di una teoria chiamata teologia platonica. Ricapitolando, egli è cristiano e non trova alcun contrasto fra filosofia e religione cristiana. A supporto di ciò aggiunge che già nell’antichità, prima di Cristo, Platone e Trismegisto avevano formulato teorie che furono poi completate e rivelate negli insegnamenti di Gesù.
Questo concetto è chiamato pìa philosòfia cioè tutto il pensiero sviluppatosi a partire da Trismegisto fino al 1400 e a Platone viene attribuito un ruolo fondamentale e viene chiamato Mosè Attico.
Aristotele, dice Ficino, ha sostenuto anche lui tesi perfettamente in accordo col Cristianesimo. Secondo Ficino però gli Arabi hanno completamente deformato il pensiero di Aristotele; egli si riferisce in particolare al suo discepolo Alessandro di Afrodisia che sostenne che per il suo maestro l’anima fosse mortale. E questo secondo aveva corrotto l’intera filosofia Aristotelica. Egli decise perciò di eliminare Aristotele dalla pìa philosòphia.

Pico della Mirandola aveva una memoria ed un’intelligenza straordinarie egli era del parere che tutti i filosofi di ogni religione avessero avessero fatto ragionamenti sensati che possono solo essere discussi, non negati. Nella sua vita studiò l’ebraico e la cabbala, La cabbala era una parte mistica della dottrina ebraica conosciuta in antichità solo da Mosè che la apprese da Dio e la insegnò a dei saggi che di volta in volta la tramandavano ad una persona saggia.

Pico allora scrisse 900 tesi, cioè delle ipotesi filosofiche che raccolse leggendo e studiando ogni pensiero filosofico. Dopodichè propose di riunire alcuni studiosi a discuterne. Il Papa però glielo proibì.

Pico, che visse a Firenze, fu molto affascinato, seppur inizialmente, dalla figura di Savonarola e dalle sue oratorie appassionate.

Egli si oppose strenuamente al determinismo che in quel tempo veniva diffuso da Pomponazzi nelle sue tesi sull’astronomia.
(vedi pag. 28 opuscoli ermetici)



Un altro filosofo neoplatonico fu Niccolò Cusano che elaborò il concetto di infinito, in netta contrapposizione con la filosofia di Aristotele. Infatti per Aristotele l’Universo era finito ed al suo centro aveva la terra con i pianeti che ruotavano intorno ad essa (concezione geocentrica o tolemaica). Questa concezione aveva portato molti filosofi dell’antichità a credere che l’uomo avesse un ruolo centrale e fondamentale nell’Universo.

Dopo Aristotele vi era stato Plotino che ricercando l’unità l’aveva trovata nell’Uno. La teologia negativa sosteneva che non si può comprendere l'essenza di Dio perché egli è illimitato e perfetto mentre noi siamo limitati ed imperfetti. Quindi Cusano affermava che noi uomini non siamo in grado di conoscere nulla di Dio perchè infinito ed ineffabile.

Ma Cusano oltre che da Plotino fu profondamente influenzato dalla scienza. Creò ad esempio una similitudine per rappresentare il rapporto tra l’uomo e Dio. (vedi libro pag.34 T6) Riassumendola:
immaginiamo un poligono iscritto ad una circonferenza. Per quanto ci sforziamo di disegnare una figura che aderisca quanto più possibile alla circonferenza aumentandone i lati e ampliandone gli angoli non potremo mai fare arrivare la figura alla perfezione della circonferenza.

Egli disse che Dio è un incontro fra gli opposti poiché è minimo e massimo insieme. Minimo perché unità minima conoscibile ed intuibile e massimo perché perfetto ed illimitato. Ovviamente questa affermazione entrava in conflitto con il principio di non-contraddizione. Cusano però precisa che il principio di non-contraddizione è valido solamente per gli umani ma non può applicarsi anche a Dio.

Noi quindi non possiamo conoscere Dio e no potendo conoscere siamo “ignoranti”. Quella degli umani però, precisa Cusano, è una “dotta ignoranza” perché siamo consapevoli di non poter conoscere Dio, sappiamo di non essere in grado di sapere.

Per quanto riguarda la gnoseologia dell’uomo, Cusano sostiene che essa avvenga per proporzione, facendo cioè un confronto fra ciò che conosce e ciò che non conosce, ciò che è noto e ciò che è ignoto. Quello che ancora non conosciamo, possiamo intuirlo confrontandolo con ciò che conosciamo già. Questo però vale per le cose finite non per quelle infinite come Dio.

Quanto all’universo Cusano sostiene che esso è infinito poichè effetto di una causa infinita che è Dio. Dio, dice Cusano, è infinito in atto, e trascendente. L’universo invece essendo creato di Dio non può avere la stessa infinità o non si distinguerebbe da Dio. Egli dice che il rapporto fra Dio e l’universo può essere intero come:
Complicatio: deriva al latino complico, piegare. Cusano afferma che tutto il reato è raccolto in Dio come se fosse piegato e deposto in Lui.
Esplicatio: è il momento in cui Dio, creando, fa uscire da se’ la molteplicità delle cose
Contratio: io sono vivo? Sì, quindi sono un esempio di contratio, una concentrazione della potenza divina.

Dio è un infinito in cui tutte le cose sono piegate insieme (complicatio) fino a quando egli non le crea facendole uscir da se (esplicatio) e poi le concentra in un unico essere (contratio).

L’universo è infinito ma è caratterizzato da cose infinite per numero ma ciascuna limitata. Questa è la differenza fra infinito in atto (Dio) e infinito determinato (l’Universo).
Cusano ha rappresentato una vera e propria rivoluzione poiché se l’Universo è infinito non può avere un centro: ne discende che la terra non solo non è al centro ma in seguito si scoprirà anche che è mobile e si muove se stessa. La perdita della concezione della centralità dell’uomo creerà una vera e propria crisi esistenziale ed un grande smarrimento.

Dopo aver detto che la conoscenza dell’uomo avviene per proporzione va aggiunto che secondo Cusano così come non possiamo conoscere Dio non possiamo neanche conoscere completamente la natura. Cusano definisce la conoscenza umana “congettura” in quanto imperfetta e limitata.
Questo aspetto non è del tutto negativo perché un uomo che si sforza di elaborare congetture è positivo e lodabile perché può essere paragonato all’infinito processo creativo di Dio.

Il Realismo è una corrente di pensiero filosofica secondo la quale tutte le cose che conosciamo sono esattamente così come noi le conosciamo attraverso i sensi. Possiamo dire che Cusano è un realista soltanto in parte: egli dice sì che la conoscenza umana è limitata ma afferma che entro questo limite è esatta.

La massima contratio dell’Universo secondo Cusano è avvenuta quando Dio si è fatto uomo in Cristo. L’uomo dunque è la massima manifestazione della potenza divina. Se Dio si è fatto uomo allora è anche possibile, afferma Cusano che l’uomo possa ascendere al cielo.

Baffman

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Messaggioda giada » 11 gen 2011, 10:44

ho sommato i crediti

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