commento 5 lettere storia di una capinera GIOVANNI VERGA

Messaggioda theanswer8 » 6 gen 2011, 23:44

COMMENTO A 5 LETTERE DEL ROMANZO

1) 10 Ottobre
Questa lettera è scritta nel giorno del compleanno del padre di Maria. Nella prima parte viene descritta l’atmosfera festosa che c’è in casa per la lieta ricorrenza: Maria dice di aver regalato un mazzolino di fiori di campo al padre, che la sorellastra Giuditta invece gli ha donato un berretto e la famiglia Valentini un gran mazzo di fiori coltivati e una lepre. Dopo aver parlato anche del pranzo, dei canti e dei balli per festeggiare il padre, la lettera svolta verso quella nota di malinconia che caratterizza tutto il romanzo: la protagonista si sente molto inquieta ma non riesce a capire il perché e dà la colpa al suo cervello, dicendo di ritenerlo strano e probabilmente più adatto alla vita monastica che a quella laica. Qui si ritrova il motivo ricorrente di tutto il libro, in cui Maria risulta incapace di godere delle gioie della vita, essendo angosciata dal pensiero che presto le perderà tornando alla vita monastica che tanto odia.

2) 30 Dicembre
Qui abbiamo una delle lettere più intense del romanzo: Maria è angosciata perché l’indomani Toni tornerà a Catania, essendo terminata l’epidemia di colera, e lei non lo vedrà più. La sua angoscia è aumentata dal fatto che non può neanche dargli l’addio, poiché la sua matrigna, essendosi accorta dei sentimenti che intercorrono tra i due giovani, le ha proibito di vederlo, onde evitare che la protagonista non voglia ritornare in convento. In una notte tempestosa Maria è seduta sul suo letto a piangere disperatamente e a struggersi per amore, quando ad un tratto sente un rumore dalla finestra: è Toni venuto a darle l’addio. Allora ella, invece di disubbidire all’ordine ricevuto, non apre la finestra e, presa dalla fortissima emozione, viene a mancare.
La lettera trasmette molto bene la forza e l’intensità dell’amore che la ragazza prova per l’amato. La sofferenza per amore della protagonista appare quasi insopportabile e questo suo struggimento è aumentato anche dal fatto che ella aggiunge alle pene sentimentali anche il timore di essere nel peccato, amando follemente Toni, quando aveva giurato di dedicare la sua esistenza pienamente al Signore. La sofferenza è tale da farle dire che avrebbe desiderato morire di colera da sola e abbandonata nel convento piuttosto che provare queste orribili sensazioni. La lettera trasmette una intensità impressionante e lascia il lettore molto colpito da quanto una ragazza che ha vissuto la sua vita interamente in un convento possa, dopo pochi mesi di vita reale, già essere capace di amare con una tale intensità.

3) 10 Marzo
In questa lettera Maria riferisce a Marianna che tra un mese prenderà i voti; dopo una prima parte in cui descrive i preparativi per la cerimonia, la lettera sfocia in una parte quasi inquietante: la ragazza infatti chiede all’amica, che coraggiosamente ha preso la decisione di non tornare in convento, di descriverle com’è la felicità che deriva dall’amore, di dirle com’è vivere insieme alla persona amata e provare quelle emozioni che sono note pressoché a chiunque. Questo pezzo fa capire chiaramente la situazione di frustrazione di Maria che, ormai ventenne, non sa ancora cosa significhi essere felici per amore, non conosce le emozioni che derivano dall’avere accanto un ragazzo amato. Fa sicuramente tenerezza leggere riguardo lo stato d’animo di questa ragazza, privata da quanto di meglio la vita può dare per scelta altrui e senza la forza di ribellarsi fino in fondo e andare a prendersi quei sentimenti che avrebbe tutti i diritti di vivere. Appare l’immagina di una ragazza che soffre immensamente, ma non riesce a trovare la forza di cambiare la sua esistenza, in quanto è anche convinta che sia stato il Signore a volerla confinata nel convento senza la possibilità di amare altri all’infuori di lui.


4) 10 Giugno
Scritta subito dopo che Maria ha scampato la morte, questa lettera dimostra quanto questa ragazza desideri vivere, amare, emozionarsi, nonostante le brutte esperienze e le sofferenze che ha dovuto passare nella sua vita. Mi ha impressionato il fatto che, pur vedendo davanti a sé anni e anni di oppressione nel convento, la ragazza sia felicissima di essere sopravvissuta e di continuare a vivere. Impressionante la sua voglia di rimanere attaccata alla vita, nonostante questa le abbia regalato soltanto tristezza e sofferenza. Maria dimostra la sua notevole vitalità interiore in questo caso, però nel resto del libro si vede bene come questa venga sempre soffocata dalle sofferenze che deve patire e a cui non riesce a ribellarsi. Dunque emerge chiaramente la personalità della protagonista: una ragazza con moltissima voglia di vivere, amare e scoprire il mondo, dotata però di poco coraggio, che non le permette di prendere per mano la sua esistenza e di andare a trovare quella felicità che tanto sogna, che sicuramente meriterebbe e per la quale purtroppo non trova la forza di agire.

5) 10 Settembre
Tre mesi dopo Maria è ormai oltre il suo limite massimo di sopportazione, non sopporta più il suo dolore e non desidera più vivere: la sofferenza è troppo grande. In una delle ultime lettere all’amica Marianna si limita a scrivere di voler morire. Lo stato d’animo di tre mesi prima ormai ha lasciato il posto al desiderio di morte, vista come alleviamento delle immense sofferenze che la ragazza ha patito nella sua vita; ella ormai vede la morte come un male minore della vita, spera nella morte per poter smettere di soffrire. La sua grande voglia di vivere ormai non è più sufficiente, le sofferenze della vita sono troppo forti per resistere. Si vede la fine drammatica di una ragazza che non ha mai avuto la possibilità di essere felice, non è mai stata libera di vivere secondo i suoi desideri e questa morte drammatica non può che essere l’epilogo di un’esistenza tanto piena di patemi. La storia di questa ragazza lascia veramente da riflettere: non può che esserci compassione per il suo destino che può solo essere definito atroce. Il libro fa veramente apprezzare il valore della libertà di cui ognuno di noi gode, della facoltà che ognuno di noi ha di essere tutto sommato artefice del nostro destino; ciò è stato negato a Maria e questo le ha causato così tante sofferenze da portarla alla morte.

theanswer8

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Messaggioda giada » 11 gen 2011, 10:36

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giada

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