FILOSOFIA: Pensiero di Fichte

Messaggioda Sammy93 » 1 feb 2011, 17:28

Johan Gottlieb Fichte

Nacque a Rammenao (Sassonia 1762-1814) da contadini poverissimi. Un possidente del luogo lo face studiare a Jena ed a Ipsia. Le prime letture filosofiche furono quelli di Spinoza, Rousseau e Kant. Fece il precettore per vivere. Nel 1741 si recò a Konigsburg per sottoporre a giudizio di Kant la sua opera: "ricerca di una critica di ogni rivelazione". Fichte, a contrario di Kant, appartiene all'idealismo, muove dall'io penso e mostra come in esso sono impliciti tutti gli altri atti dello spirito (mentre Kant aveva svolto tutta la sua indagine speculativa basandola sull'esperienza dell'io) la realtà 8non io) è una produzione dellio puro (universale) che acquista coscienza di sè sdoppiandosi nell'io empirico e non l'io, due termini in opposizione dialettica ed in perfetta lotta, per lo sforzo continuo dello spirito che mira a sottomettere la natura. Una finalità etica muove la creatività dell'io, che ha la missione infinita di affermare la sua libertà spirituale, e per agire che l'io puro si rende finito ponendosi dei limiti, e nel superamneto di esso consiste la sua azione che mai ha fine per il sorgere indefinito dei limiti che impongono nuove azioni (idealismo estetico).

Sammy93

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