FILOSOFIA: Pensiero di Schelling

Messaggioda Sammy93 » 1 feb 2011, 17:29

Schelling

Nacque a Wuttemberg nel 1775, studiò a Tubinga teologia, matematica e scieze naturali. Nel 1798 fu nominato professore a Jena ed ebbe come colleghi Fichte ed Hegel. Nel 1841 venne chiamato dal re Ferdinando Guglielmo IV ad assumere la cattedra di Berlino (già tenuta da Hegel) ma non ebbe successo e morì amareggiato nel 1854.

Pensiero filosofico

Schelling accetta di Fichte che il punto di partenza della filosofia debba essere lintuizione, ma esclude che il fondamento della realtà sia il puro io fichitiano. Afferma, inoltre, che il soggettivo e l'oggettivismo sono entrambi contemporanei (poichè a nessuno dei due si può dare la priorità) e quindi costituiscono un'unità indifferenziata di spirito e natura, costituiscono cioè l'assoluto. L'immanenza dell'assoluto nel finito, l'unità dello spirito con la natura, l'identità di soggetto ed oggetto, di ideale e reale si coglie solo nell'arte (idealismo estetico) in quanto l'arte rinnova l'unità del conscio e inconscio, e nel genio artistico l'intelligenza opera non come spirito ma come natura. Tuttavia, le difficoltà incontrate nel tentativo di ricavare la molteplicità del mondo finito come il frutto di un distacco dall'assoluto e quindi nel 1804 passa ad una concezione religiosa, che identifica l'assoluto con il Dio personale delle religioni positive.

Sammy93

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