Commento - Thomas Eliot e il II canto del Purgatorio

Messaggioda Maricri » 1 feb 2011, 18:08

Thomas Eliot, nella sua celebre opera, si ispirò molto all'universo dantesco della Divina Commedia: dai versi della "Terra
desolata", infatti, richieggiano immagini che noi abbiamo già incontrato nell'opera di Dante Alighieri. I versi qui esposti
descrivono la condizione dell'aridità spirituale ed emotiva dell'uomo moderno, che tanto richiama le immagini delle anime
appena sbarcate sulla spiaggia del Purgatorio: esse sono infatti anime in pena che si spostano senza sapere dove andranno a
finire; "uomini vuoti" non solo di un corpo ma anche di punti di riferimento, che iniziano a mormorare increduli della loro
situazione creando un suono simile al vento che muove l'erba rinsecchita. La loro è un'"ombra senza colore", poichè la loro
indefinitezza non permette di proiettare l'ombra sul terreno. Non devono far altro che purgarsi e risalire il monte perchè "non
si può nè fermarsi nè pensare": fra le rocce del monte del Purgatorio non c'è acqua e quindi non possono neanche fermarsi a bere.
Esse devono soltanto permettere che la volontà di Dio faccia il suo corso.

Maricri

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