da lucacrugnale » 6 feb 2012, 17:03
Dante scrisse la Vita nova tra il 1293 e il 1295. Il poeta fiorentino, dopo la morte de Beatrice, decise di raccogliere, dal complesso di liriche a lei dedicate,quelle più significative, facendole precedere da un commento in prosa che li spiegasse e facendole seguire da un commento retorico. Il capitolo si apre con la descrizione dell'incontro con Beatrice e solenne è la perifrasi a lei dedicata "la gloriosa donna de la mia mente". Il verbo appare rende il senso di un'apparizione sovrannaturale. Dante utilizza numerosi elementi simbolici in questo componimento, infatti esalta la donna dicendo che è vestita si rosso sanguigno, colore dell'amor di carità ed inseguito la elogia alludendo al suo nome, Beatrice ovvero colei che dona beatitudine. In secondo luogo Dante insiste sul numero nove, che rappresenta il numero tre moltiplicato per se stesso, ed il tre è il numero della Trinità.L'autore descrive anche gli effetti che la donna ha sulla sua persona tramite la definizione dei tre spiriti: lo spirito vitale, che ha sede nel cuore, che trema e fa tremare i polsi; lo spirito animale, ovvero il cervello, si meraviglia e riconosce in Beatrice la beatitudine;lo spirito naturale, che ai trova nello stomaco, afferma che d'ora in poi sarà in difficoltà, poiché chi è innamorato perde l'appetito. Questi spiriti personificano i sentimenti, sono tipici della filosofia scolastica e furono ripresi da Cavalcanti. Da quel momento l'Amore si impadronisce della sua anima, infatti Dante stesso afferma che la visione dell'amata costringe l'amore a dominarlo, tuttavia quest' ultimo viene sempre accompagnato dal consiglio della ragione, dalla razionalità. Infine l'autore annuncia che s dedicherà agli episodi di un' età più adulta e il capitolo si conclude con una metafora tratta da quello precedente, ovvero quella della memoria paragonata al libro; egli infatti si rifà alle concezioni antiche e medioevali che vedono la memoria come una forma di scrittura o di un iscrizione di un dato nella mente.