relazione....

Messaggioda Pulce24 » 27 ago 2008, 19:59

ciao.......avrei bisogno di una mano per le relazioni (o analisi... :D ) di 3 libri....:
_A ciascuno il suo -Sciascia-
_Il giorno della civetta -Sciascia-
_Il sentiero dei nidi di ragno -Calvino-


se riuscite ad aiutarmi farete molto molto felice una ragazza...... hihihihihi hihihihihi

grazieate grazieate

Pulce24

Utente SILVER
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Risposte:

Messaggioda Shady » 27 ago 2008, 20:34

Ecco...vedi un pò questo! :wink:



• Dati editoriali:
• Autore:
Leonardo Sciascia
• Titolo del libro:
A ciascuno il suo
• Luogo di pubblicazione:
Torino
• Editore:
Enaudi
• Data di edizione:
1966

• Genere:
Romanzo pseudo-poliziesco ad ambientazione regionale.

• Breve presentazione dell’Autore:
(Racalmuto, Agrigento 1921 - Palermo 1989), l’Autore è noto per i suoi romanzi incentrati sul potere e la corruzione in Sicilia. Fu insegnante di scuola dal 1949 al 1968, pubblicando frattanto romanzi, racconti, opere teatrali e saggi. “Le parrocchie di Regalpetra” (1956) è un volume di racconti che esaminano le condizioni della Sicilia rurale, sottoposta all'azione della mafia e del Partito fascista. Fecero seguito i racconti “Gli zii di Sicilia” (1958) e i romanzi sulla Sicilia contemporanea, quali “Il giorno della civetta” (1961), “A ciascuno il suo” (1966) e “Todo modo” (1974), che riguardano indagini criminali condotte dalla polizia. Sempre di intreccio da romanzo giallo è “La scomparsa di Mayorana” (1975). Anche “Il consiglio d'Egitto” (1963), “Candido” (1979) e altri romanzi presentano vari aspetti della storia siciliana. Dal 1978 Sciascia si concentrò sull'attività saggistica e politica (“L’affare Moro”, 1978; “Dalla parte degli infedeli”, 1979) e, come rappresentante del Partito radicale, divenne membro del Parlamento europeo e del Parlamento italiano nel 1979. Degli ultimi anni sono “La strega” e “il capitano” (1986).

• Esposizione sintetica della vicenda:
In un tranquillo paese dell’entroterra siciliano arriva ad un farmacista che conduceva una vita tranquilla, una lettera di minaccia. Tutti inizialmente pensano ad uno scherzo ma la minaccia si realizza in una giornata di caccia: vengono uccisi il farmacista Manno e l’amico dottor Roscio. Indaga su questo delitto la polizia e il professor Laurana. Dopo una lunga serie di colloqui in paese, e di riflessioni Laurana è vicino alla soluzione ma non riuscirà a riferirla alla polizia in quanto sarà ucciso da un uomo di cui non ci viene detto niente. Scopriremo tutto da un dialogo fra Don Luigi, il Notaio Pecorilla e il commendatore Zerillo: la lettera era un falso indizio per deviare l’attenzione dal dottor Roscio, l’amico del farmacista, che aveva scoperto una relazione fra la propria moglie e suo cugino, l’avvocato Rosello. Aveva intimato all’arciprete di mandare via suo nipote o sarebbe andato da un deputato di sua fiducia e gli avrebbe riferito tutti gli inghippi dell’amante di sua moglie.

Presentazione e analisi dei personaggi:

• Laurana E’ un professore molto attento al suo lavoro, a tal punto che quando incomincia la scuola si dimentica, per un momento, dell’omicidio. Alla fine viene ucciso per essersi fidato di un uomo, di cui però non ci viene fatto il nome. La sua vita era abbastanza ripetitiva: ogni mattina si alzava, prendeva la corriera delle 7:30 arrivava al capoluogo alle 8:00 e aspettava che suonasse la campanella della scuola. All’uscita riprendeva la corriera e tornava a casa alle 14:00. La sua classe sociale era molto diversa da quella del notaio Rosello, lui era un povero professore mentre invece Rosello era ricco, ma, arricchitosi anche con intrallazzi. Ci viene descritto come un uomo onesto, meticoloso, triste, non molto intelligente, qualche volta anche un po’ ottuso, nella vita privata era timido, vittima dell’affetto della madre. Non si era mai sposato perché temeva il giudizio della madre sulla sua compagna. La descrizione l’Autore ce la fornisce non proprio quando Laurana entra in scena per la prima volta ma in un momento di riflessione. Nella vicenda svolge il ruolo del protagonista. Secondo me nel libro si contrappongono tre personaggi: Laurana, l’Avvocato e la signora Roscio





• Rosello È uno degli uomini più potenti del paese dove è ambientata la vicenda. All’inizio Rosello sembra collaborare con Laurana per risolvere il caso. Inizialmente Laurana non ha sospetti sulla sua colpevolezza ma poi il Parroco afferma che era uno dei pochi che potevano permettersi di assoldare un sicario per commettere un omicidio. I sospetti aumentano quando lo incontra in compagnia di uno che sembrava “mafioso”. Da quel momento Rosello si mostra pronto a tutto pur di impedirgli di parlare, chiedendogli se poteva fargli qualche favore o se doveva raccomandarlo presso qualche Ministro.
• La moglie del dottore Luisa Rosello in Roscio, è una donna giovane, molto attraente, a tal punto che alcuni ragazzacci si nascondono dietro un albero del cimitero per osservarle la coscia. La donna, di un carattere chiuso, svolge un ruolo fondamentale nel libro infatti fu sorpresa, dal marito, con Rosello, mentre amoreggiavano. Luisa forse attirò Laurana nella trappola mortale.
• Altri personaggi che vengono descritti dall’Autore il dottor Roscio, il farmacista Manno, l’Arciprete e il Parroco del paese.


• Analisi dell’ambiente e del tempo:
• La vicenda è ambientata prevalentemente in una piccola città della Sicilia e solo verso la fine si sposta nel capoluogo dove Laurana lavorava; qui, in un caffè, il Professore doveva incontrare la moglie di Roscio, Luisa, questo incontro però non avvererà mai perché uscendo dal caffè sale sulla macchina dell’assassino
• La vicenda è ambientata intorno agli anni ’60 quando la mafia si stava fondendo con la politica.


• Tecniche narrative
La vicenda ci viene narrata da una voce esterna che segue tutte le avventure di Laurana, il punto di vista delle vicende è imparziale, sopra le parti. Il testo è ricco di dialoghi, che danno al racconto un ritmo incalzante ed essi sono in italiano e non in siciliano. Secondo me, l’Autore li ha voluti scrivere in italiano per vari motivi: per l’immediatezza della comprensione che in caso contrario sarebbe stata difficile e avrebbe dato al racconto un ritmo troppo lento. Un altro motivo è che i personaggi sono colti e quindi parlano in italiano e non in siciliano come i pescatori del Verga nei Malavoglia. Poche sono le ellissi di lunga durata, solo una in cui si salta un intero mese della vita di Laurana.

• Interpretazione delle intenzioni dell’Autore:
Il libro ci vuole dare un quadro storico della Sicilia del ’60 in un piccolo paese. L'Autore ci vuole far vedere come in una comunità piccola, se si è esterni ad essa, raramente si sapranno pettegolezzi prima degli altri, e difficilmente l’inserimento nel gruppo sarà completo.




• Commenti e valutazioni:
Il libro è particolarmente avvincente in quanto è ricco di colpi di scena quali per esempio la morte del professor Laurana, quando uno meno se lo aspetta e il tradimento della moglie del signor Roscio. L’ho letto con piacere perché il linguaggio è usuale, comune, quello nostro di tutti i giorni, può sembrare un libro giallo invece nello stesso tempo ci racconta la vita nella Sicilia del 1960. Il finale è a sorpresa: ci si potrebbe aspettare che il farmacista Nanno e il dottor Roscio siano stati uccisi dalla mafia per aver commesso qualche errore e invece sono stati uccisi da un sicario per permettere la tresca fra all’avvocato Rosello e la moglie di Roscio.

Shady

 

Messaggioda Shady » 27 ago 2008, 20:37

IL GIORNO DELLA CIVETTA

(DATA DI PUBBLICAZIONE): 1961

AUTORE: Leonardo Sciascia

TRAMA:
Nella prima pagina del libro viene descritto l'omicidio di Salvatore Colasberna e nella decima viene svelato come é stato ucciso e perché; tutto il libro é dedicato alla ricerca delle prove giuridiche che possano incriminare i veri colpevoli, prove che non saranno trovate costringendo le forze dell'ordine a desistere e a dichiararsi sconfitte. Il racconto prende spunto da due fatti realmente avvenuti: l'omicidio del sindacalista socialista Miraglia avvenuto nell'immediato dopoguerra, e la presenza in Sicilia di un ufficiale dei carabinieri, Renato Candida divenuto poi molto amico di Sciascia.

Salvatore Colasberna, piccolo impresario edile, onesto titolare di una ditta che riesce ad ottenere modesti appalti per la costruzione di opere pubbliche, viene ucciso alle 6,30 di mattina sull'autobus che congiunge il piccolo centro con Palermo da due colpi di arma da fuoco; subito dopo è descritto l'arrivo dei carabinieri che tentano di capire dagli astanti cosa è successo ma cozzano contro un muro di silenzio. Sciascia ci pone subito di fronte al problema della omertà generalizzata e al distacco fra cittadini e rappresentanti dello Stato che caratterizzano la società che egli si accinge a descrivere. Nella scena seguente i parenti del morto vengono chiamati in caserma per l'interrogatorio: i due fratelli Colasberna bruciano di vergogna per il luogo in cui si trovano, non per la tragica morte del fratello, ci avverte Sciascia: lo scontro fra "cittadini" e carabinieri diviene ancora più esplicito all'arrivo del protagonista del racconto, il capitano Bellodi, giovane ufficiale dei carabinieri, democratico ed ex partigiano: ".... dalle prime parole che disse i soci della Santa Fara pensarono continentale con sollievo e disprezzo insieme; i continentali sono gentili ma non capiscono niente". Tuttavia, contrariamente alle loro convinzioni, i fratelli del morto si trovano di fronte ad un continentale molto intelligente, già penetrato fino in fondo ai segreti della Sicilia, capace di ricostruire con chiarezza e lucidità il meccanismo del delitto e le sue motivazioni. In questa ricostruzione Sciascia descrive attraverso Bellodi gli interessi della Mafia in ambito edilizio ed i meccanismi con cui esercitava e manteneva il potere. Le vicende del capitano Bellodi in Sicilia si alternano nella narrazione a quelle del Palazzo, a Roma, dove parlamentari e ministri vengono informati sul troppo zelante ufficiale che cerca di inchiodare alle loro responsabilità quadri intermedi e boss mafiosi. Nel dialogo fra un imprenditore siciliano e un parlamentare riguardo alle coperture politiche su un problema relativo alle zolfare Sciascia denuncia amaramente la cattiva gestione dello Stato e la collusione manifesta fra Mafia e politica. Nelle pagine successive compare un nuovo personaggio, un confidente, che darà la possibilità al capitano di provare giuridicamente le sue supposizioni. Parrinieddu, questo il soprannome del confidente, è il personaggio più ambiguo del romanzo: egli vive assediato dalla paura: egli é costretto dalle circostanze a convivere con la Mafia e con lo Stato, cercando di cavarsela tra queste due realtà inevitabili; tuttavia il confidente nel momento in cui incontra il capitano Bellodi capisce che la sua speranza di trarre profitto dalla sua posizione di informatere é conclusa e che é destinato a rimanere schiacciato da quella stessa ambiguità. subito entra in scena un altro personaggio, il potatore Paolo Nicolosi, scomparso dalla mattina del delitto, secondo la dichiarazione della moglie. Il capitano Bellodi intuisce che tra i due fatti c'é una relazione. Conduece così un interrogatorio complesso con grande rispetto per la donna, moglie di Nicolosi, che finalmente confessa l'ingiuria , cioè il soprannome con cui è conosciuto in paese l'uomo che suo marito ha incontrato pochi istanti dopo il delitto divenendone uno scomodo testimone: Zicchinetta. Dunque Zicchinetta - Diego Marchica - viene arrestato e subito il confidente capisce di essere un uomo morto. Spedisce dunque al capitano Bellodi una lettera con due nomi e poi, come temeva, qualche ora dopo viene ucciso; la lettera con la sua delazione arriva sul tavolo di Bellodi dopo la sua morte e subito il capitano può fare arrestare i due personaggi denunciati: il Pizzuco, ma soprattutto il mandante dei delitti, il noto capomafia, il protettissimo Don Mariano Arena. Malgrado il grande rispetto per Bellodi Don Mariano ha amici potenti in Parlamento e nel Governo che userà per far cadere come un castello di carta tutta la corretta impalcatura logica costruita dall'ufficiale. Persone degnissime, incensurate, forniranno alibi inoppugnabili ai rei confessi; dopo la loro scarcerazione le indagini proseguiranno ma su altre strade. Il capitano Bellodi saprà che la vedova Nicolosi e il suo amante sono fortemente sospettati per quei delitti: si preferisce orientare le indagini verso il motivo passionale, più facile e tranquillizzante per tutti. Il capitano Bellodi è stato sconfitto, il maresciallo Ferlisi trasferito. Nelle ultime pagine del libro lo scenario cambia, siamo a Parma dove Bellodi incontrandosi con i suoi vecchi amici discute della Sicilia. La conversazione prosegue, tutti commentano, citano, rabbrividiscono; poi Bellodi,sconfitto dalla Mafia, umiliato dai superiori, confuso, tornando a casa lucidamente si rende conto di amare la Sicilia e di volervi tornare. Questa conclusione ottimista, dopo tante sconfitte e tanto pessimismo che Sciascia ha disseminato nel romanzo, mi fa pensare che la lezione che l'autore ha voluto darci, nel lontano 1961, é una lezione di
impegno civile e di alta moralità.

NARRATORE: il narratore è un narratore onniscente.

PERSONAGGI:
(per l’elenco dei personaggi e la loro descrizione vedi trama).
I personaggi sono descritti mediamente per le loro caratteristiche esteriori, per il loro ruolo nel romanzo e le sensazioni, la psicologia, degli stessi viene fuori poco a poco, con il susseguirsi di avvenimenti e di dialoghi (metodo più eloquente a mio parere, per comunicare senzazioni in questi tipi di letture).

AMBIENTE: prevale l’ambiente sociale.

LINGUA: sciascia adopera un lignuaggio abbastanza

CONTESTO:
sono praticamente sicura che il pensiero che stò per esprime su questo romanzo di sciscia sia condiviso da molti; penso, infatti, che con questo romanzo Sciascia esponga le sue critiche alla corruzione mafiosa, alla situazione di degradazione morale della sicilia e dell’italia in generale, che è andata sempre peggiorando; Nella lettura del "Giorno della civetta" i temi fondamentali restano tre: lo Stato, la Legge, la Mafia. I rappresentanti dello Stato (giudici, ufficiali, questori, appuntati) dovrebbero garantire la legge; ma quello stesso Stato permette il trasferimento o l'allontanamento di uomini che fanno troppo il loro dovere. Per il siciliano, spesso ancora suddito, la Mafia si presenta come il potere più forte, quello a cui affidarsi…reputo quindi questo testo particolarmente interessante dal punto di vista della costruzione linguistica, dell’intreccio e della fattura generale del romanzo, ma di interesse sociale dal punto di vista del messaggio…riterrei utile apporfondire, con la lettura di altri testi dello stesso o di altri autori, il tema mafia e omertà.

Shady

 

Messaggioda Shady » 27 ago 2008, 20:39

Il sentiero dei nidi di ragno

Trama

Le vicende si svolgono prima in paese , successivamente sulle montagne liguri. Pin , un ragazzino monello e ribelle viene rinchiuso in prigione perchè ha rubato la pistola di un marinaio tedesco per vincere una scommessa con gli adulti del bar che solitamente frequenta . Riesce però a fuggire insieme ad un compagno di prigionia , Lupo Rosso , ed è di nuovo libero . Poi , a causa di una serie di circostanza , Pin si unisce ad una strana banda di partigiani , composta non da veri soldati , ma da ladruncoli , girovaghi e personaggi rari e irregolari. Pin si trova così a lottare contro i nazisti , ma questo non è il suo vero desiderio : il suo reale scopo è quello di trovare un amico che abbia le sue stesse ideee , per confidarsi , per sentirsi importante e contemporaneamente compreso da qualcuno . Il suo desiderio si avvera nella conclusione della storia , quando Pin scopre che l'amico tanto cercato è il buon Cupino , che calmerà con la sua amicizia la solitudine del ragazzino.
Personaggi

-Pin : simpatico , irruente e volgare , ecco il protagonista della vicenda . Pin è un monello cresciuto nei vicoli miserabili di una città di mare , spregiudicato e maligno quando frequenta il mondo violento e crudele degli adulti , ma sostanzialmente solo e bisognoso di protezione e di affetto. Infatti Pin non ha amici della sua età perchè , apparentemente , è diventato grande troppo in fretta . Si trova bene con gli adulti del bar del suo paese quando loro gli chiedono di scherzare e raccontare qualche barzelletta o di cantare , arte in cui Pin è un maestro . Ma quando gli adulti si occupano dei loro problemi , dei loro desideri , delle loro paure , Pin comprende che quello non è il suo mondo , perciò si rifugia in un luogo favoloso vicino al torrente , un sentiero in cui i ragni fanno il loro nido . Questo fantastico mondo è conosciuto solamente da lui , ma Pin vorrebbe mostrarlo a qualcuno che sia un vero amico.
-Sorella di Pin : è definita come "La Nera del Carrugio Lungo" ed è la prostituta del paese. Lei è disponibile a fare questo mestiere per guadagnarsi da vivere e poter condurre un'esistenza lontana da quella misera degli altri paesani . Così facendo è considerata però , persino da Pin , che è solo un bambino , una traditrice e viene da lui disprezzata . Invece , e di questo Pin non comprende il perchè , è molto ricercata dai fascisti e dai partigiani che , a causa della guerra , vanno solo raramente con le donne.
-Mancino : è l'anziano cuoco del distaccamento , marito di Giglia , possessore di un falchetto di nome Babeuf.
-Cugino : è un partigiano ingenuo e buono , molto grosso fisicamente ma altrettanto grande di cuore . Infatti , quando incontra Pin nel bosco , decide di condurlo con sè e non lasciarlo solo. Cugino è , come si scopre in conclusione , il vero amico tanto desiderato da Pin :è interessato , al contrario di tutti gli altri ai nidi di ragno , mentre non è attratto dalla sorella di Pin ed inoltre sa farsi apprezzare dal ragazzino.
-Dritto : è il comandante del distaccamento , molto apprezzato dai suoi uomini ; è un giovane magro , con uno strano movimento delle narici , assai malato . Comunque continua a prendere parte alle missioni dirigendo altri partigini con ordini precisi . Egli è l'unico che sospetta che il loro distaccamento è considerato il peggiore e innaffidabile e questo aspetto emerge dai discorsi del commissario Kim.
Paesaggio

Il paeaggio è quello di un paese di mare , all'inizio della vicenda , e successivamente quello delle montagne e dei boschi liguri.Il paesaggio reale è descritto in alcuni tratti in modo volutamente crudo e privo di abbellimenti , così come appare agli occhi di Pin e ciò che il ragazzino vede ricalca in modo autobiografico i ricordi che Calvino ha del Sanremese dove , ancora giovane , aveva preso parte al movimento di Resistenza.Ciò nonostante , in altri tratti , il paesaggio rivela diversi particolari che attirano l'attenzione di Pin ; il ragazzino incontra numerosi posti dove potrebbe fare bellissimi giochi , passeggiate e corse.
Resistenza

Attraverso gli occhi di Pin la vita Partigiani sui monti e nei boschi , pieni di ostacoli ed agguati e segnata da nuove esperienze , si spoglia della retorica , che è comune rinvenire in molta narrativa resistenziale , per diventare avventura fiabesca , sospesa tra realtà e immaginazione. Infatti Calvino afferma nella prefazione del libro : "Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana , ai suoi eroismi e sacrifici , ma allo stesso tempo ne rendesse il colore , l'aspro sapore , il ritmo."Ed ecco allora che l'autore non celebra il coraggio di alcuni e la violenza di altri , ma inserisce numerosi elementi dialettali , come la trascrizione di canzoni , le voci gergali , le parolacce che illustrano la vita a quei tempi.
Linguaggio e stile

Il linguaggio è semplice a tratti gergale e la narrazione risulta veloce anche se intervallata da molti dialoghi . Il testo è facilmente comprensibile e molto appassionante , adatto a chi ama una lettura distensiva , ma allo stesso impegnata su alcuni importanti temi di ordine storico-politico.



Dimmi se vanno bene, altrimenti posso fare altre ricerche!! :wink:

Shady

 

Messaggioda Pulce24 » 29 ago 2008, 9:53

Grazie 1000 Shady!!!!! sonocontento :D :D

Pulce24

Utente SILVER
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Messaggioda Shady » 29 ago 2008, 12:17

Di niente!! :wink:

Shady

 

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