due recensioni

Messaggioda Ψmiss-ribellina& » 15 set 2008, 17:45

ciao!!!!!!
sono incasinatissima e necessito di due recensioni di due libri, se c'è l'analisi e il commento ancora meglio(insomma abbastanza approfondita)..

-la ragazza di Bube
-la linea d'ombra j.conrad

grazie milleee :wink: :wink:

Ψmiss-ribellina&

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Risposte:

Messaggioda giuliaciti » 15 set 2008, 20:14

x la ragazza di bube ti posso dire questo...
spero possa bastare! :wink:

Riassunto

E’ il 1945 la seconda guerra mondiale è appena finita. Le truppe si sciolgono ed i soldati, lasciate le formazioni, tornano nelle loro città. Un partigiano, Bube, durante il viaggio di ritorno, rende visita alla famiglia di Sante: un suo compagno caduto in battaglia. La famiglia, ancora straziata dal dolore, era composta dal padre, anche lui comunista, dalla madre, colpita dall’inconsolabile perdita del figlio, e da Mara, una ragazza sedicenne che si prestava ad aiutare la mamma nelle faccende domestiche e badava al fratello minore, Vinicio. La visita di Bube, oltre al piacevole conforto che reca ai genitori del caduto dà l’occasione all’ospite ed alla sedicenne Mara, di conoscersi. Fra lei e Bube nasce ben presto un amore timido e casto che si alimenta solo con lo scambio di lettere e fotografie. Le occasioni di incontro, già rare, si fanno ancora più difficili quando Bube, chiamato anche il vendicatore, uccide in una rissa il figlio di un maresciallo. Passano alcuni mesi e Bube, dopo aver consolidato il proprio amore con Mara, la porta a Volterra dalla sua famiglia. Qui purtroppo viene coinvolto in una nuova lite; vedendo, quindi, la propria situazione compromessa, dopo aver passato pochi giorni nascosto in una foresta, fugge in Francia. Mara rimane in Italia, è disperata, e in attesa del ritorno del proprio amato, si reca a Poggibonsi, dove a malincuore intraprende una breve storia d’amore con Stefano. Nel frattempo si viene a sapere che Bube è stato arrestato e che verrà processato. Mara decide di rimanergli accanto in questo momento difficile e abbandona definitivamente Stefano. Il processo lo condannerà a 14 anni di carcere. Mara però non si arrende e vuole arrivare alla fine di questa lunga storia ed aspetterà il trascorrere di quei lunghi anni.

Rapporto tra fabula e intreccio

La fabula e l’intreccio combaciano perfettamente infatti il racconto si sviluppa in modo cronologico, cioè: prima e il dopo. Nel racconto sono frequenti numerosi flash-back usato prevalentemente per ricordare emozioni ed eventi passati.

Rapporto tra tempo della storia e il tempo del racconto

Il ritmo della narrazione non procede in modo costante, ma presenta accelerazioni e rallentamenti attraverso i quali l’autore dà rilievo a certe situazioni a preferenza di altre. Nel racconto sono presenti numerosi salti temporali: dopo un punto si passa ad un’azione diversa per luogo e tempo senza alcun avvertimento. Molto frequente è la scena in cui il tempo della storia è uguale al tempo del racconto. Presente è anche la narrazione rallentata cioè i punti in cui l’autore indaga i moti interiori del personaggio; a questo punto la narrazione risulta più statica, appunto rallentata.

Azioni di primo piano e azioni di sfondo

Nel discorso diretto in cui emittente e destinatario sono coinvolti in un dialogo che li impegna in prima persona l’autore ha usato i tempi commentativi. Nel racconto, però, prevalgono i tempi narrativi che vengono usati per raccontare i fatti facendo esaltare, così, le azioni principali lasciando sullo sfondo una serie di avvenimenti a cui il narratore ha scelto di dare minor rilievo. Lo scrittore usa soprattutto i tempi di primo piano che dominano il racconto intrecciati ai tempi di sfondo che sono meno usati.

Spazio
La storia, realmente accaduta, narrata nel romanzo di Cassola si inscrive nella situazione storica italiana degli anni 1944-'48, anni di caos e forti tensioni politiche. La Toscana è la regione in cui si svolge la storia dei protagonisti, soprattutto quella di Mara. Abitata, a quei tempi da gente umile, ma l'autore sembra suggerirci che la vita è comunque la stessa per tutti: un susseguirsi di dolori, delusioni, infelicità, disperazioni, ma anche piccole gioie, speranze, entusiasmi, coraggio. L’Italia, che alla fine della guerra già guardava a un futuro repubblicano, si trovava però del tutto priva degli strumenti democratici per mantenere l’ordine: si doveva quindi fare ancora affidamento sulle istituzioni monarchiche, pesantemente compromesse con il regime fascista e guardate con astio da gran parte della popolazione. Le tensioni sfociavano spesso nella violenza e spesso con conseguenze brutali.

Livello dei personaggi


Mara: come si può intuire dal titolo Mara, è la protagonista principale. E' una sedicenne, a cui la vita deve ancora iniziare. Come tutte le ragazzine di quell'età, si vuole divertire, avere i primi amori e diventare un po’ responsabile e autonoma. E' romantica, istintiva, testarda, indipendente, corporale, immediata, un po' sognatrice, ma fiduciosa nelle proprie qualità, per quanto elementari, e nella propria bellezza. Reagisce alle avversità con energia e realismo. Alla passione ispirata dai sensi subentra in lei un più raffinato sentimento amoroso, ispirato da una tensione etica: deve stare accanto a Bube perché quello è il suo dovere e il suo destino, perché Bube non può letteralmente vivere senza di lei. E' una ragazza di media altezza, con i capelli castani e «stecchi», gli occhi marroni, abbastanza magra; in complesso una bella fanciulla desiderata e corteggiata. Il fidanzamento di Mara con Bube all’inizi, per lei, diventa solo un pretesto per far vedere alle amiche che lei ha un ragazzo e di conseguenza creare in loro invidia; ma col passare del tempo questa storia la fa crescere dentro e fuori: non è più quella ragazzina che amava divertirsi con le amiche spettegolando sugli altri, ma è diventata responsabile e sicura di sé. E proprio nei momenti più difficili, nei momenti di sofferenza si forma il carattere della ragazza, che si lascia alle spalle il mondo di sogni, desideri frivoli e fantasticherie dell’infanzia e diventa una donna, capace di guardare alla vita con coraggio e onestà.
Bube: tanto impacciato nei gesti e nelle parole in presenza di Mara, quanto impulsivo e baldanzoso nel suo desiderio di far giustizia dei fascisti; ragazzo orfano di padre che non ha mai avuto un punto di riferimento che lo guidi nelle proprie scelte e azioni. Partigiano di famiglia umile. E' uno spirito ribelle con una certa propensione alla violenza, che ha trovato nella guerra un’immagine di sé che lo gratifica. Dal punto di vista fisico era “… magrolino, bruno, con i capelli lisci ed i baffetti” “…senza giacca sembrava anche più magro”, “dalle maniche sbucavano due avambracci sottili e senza muscoli”. Cicatrice sulla fronte in seguito ad un pestaggio subito. Fiero del nome che gli avevano assegnato (vendicatore) e dell’ideologia di cui era rappresentante.
Stefano: è il ragazzo che Mara ha conosciuto quando è andata a lavorare a Poggibonsi, del quale si è innamorata ma che poi ha dovuto dimenticare per via di Bube. Era il tipo ideale di Mara, se non alternava quei momenti in cui non smetteva più di parlare e altri in cui non diceva niente. Un ragazzo molto romantico, dolce, affascinante insomma il tipico principe azzurro. In seguito però Mara scopre che quel ragazzo che la ricopriva di attenzioni, di carezze, baci e vari gesti affettuosi dopo pochissimo tempo trova un’altra donna e la sposa, quindi a Mara cade quello stereotipo di ragazzo perfetto per lei; si accorge che Stefano era solo una storia passeggera e che l’unico vero uomo per lei è Bube.
Lidori: un grande amico di Bube, che ha fatto il partigiano insieme a lui ed appartiene allo stesso partito comunista. E’ sempre stato vicino a Bube, nei momenti di serenità e in quelli più duri, difficili da superare per entrambi: lui era sempre là disposto ad aiutare il suo amico in qualsiasi istante, fedele come non lo è mai stato nessuno.

Livello del narratore

Il narratore, che è di primo grado, narra la storia dalla quale è assente come personaggio. La storia è narrata in terza persona da un narratore onnisciente: colui che è a conoscenza di tutta la vicenda, legge nel pensiero e nell’animo dei personaggi, sicché la focalizzazione risulta di tipo zero.

Livello stilistico
Lo stile è quello proverbiale dello scrittore toscano: frasi brevi, punteggiatura correttissima, parole comuni, ma scelte con accuratezza, l'uso del linguaggio quotidiano accompagnato da un lirismo appena mascherato dall'asciuttezza della prosa. il suo stile semplice lo rende particolarmente adatto come modello per l'apprendimento di un italiano pulito, sobrio ed elegante. L’autore mostra uno stile secco, essenziale, un tentativo di dare concretezza a quei segni della vita segreta cui lo scrittore può giungere per intuizione, superando nel conforto della solidarietà umana la pena di vivere. L’uso di un lessico vicino alla lingua dell’uso e di periodare breve spezzato da frequenti segni di interpunzione favorisce con la paratassi una lettura lenta che si sofferma sull’aggettivazione descrittiva. Tutti i luoghi sono descritti con dovizia di particolari e alla descrizione accurata non sfuggono gli eventi, le azioni ed i paesaggi. Nella descrizione prevalgono il senso visivo ed emotivo. La descrizione dello spazio viene utilizzata per sottolineare lo stato d’animo dei personaggi. Il lessico è semplice, appaiono solo alcuni arcaismi. Presenti diverse figure retoriche spesso riguardanti i caratteri fisici dei personaggi.
Temi trattati
“La ragazza di Bube” si presenta come romanzo al centro del quale è la narrazione della storia di una generazione, quella che con la Resistenza ha effettuato la scalata al potere divenendo protagonista della vita democratica della repubblica. L' effetto della Seconda Guerra Mondiale è stato per l'Italia veramente disastroso. La popolazione ha sofferto fame e miseria e ha lasciato nel cuore delle persone, ferite difficili da rimarginare e nel carattere, plasmato dalla guerra, una grande difficoltà a ritornare la persona tranquilla di una volta e questo è proprio quello che è capitato a Bube, che a causa del carattere di vendicatore che si era formato da partigiano, in una lite uccide una persona e per questo dovrà scontare una pena. Troviamo anche Mara, ragazza di Bube che per merito di un forte spirito, affronta con coraggio questa situazione.

Contestualizzazione
Il romanzo è il ritratto di un'Italia che non c'è più, i fratelli maggiori che badano ai più piccoli; le ragazze che osservano la vita dalla finestra di casa; i contatti con i coetanei che avvengono nello spazio angusto del cortile; un'Italia agreste dove fra giovani ci si dà ancora del lei; gli abiti si fanno in casa e il bucato si fa al lavatoio; l'unico svago è un cinema domenicale.
Commento
Questo libro, nonostante sia un po’ complicato per quanto riguarda la percezione dei tempi, mi è piaciuto. E’ una storia drammatica in cui le vicende d’amore e quelle politiche si intrecciano in modo strettamente connesso. E’ molto triste la storia di Bube, che è orfano, e da giovane era talmente ingenuo da fare dei reati senza pensarci, montandosi la testa. E così la sua violenza la paga, la paga cara. Ma la paga anche Mara, che è una ragazza innocente, che matura con l’amore legato al dolore. Mara è un bel personaggio, che è sempre stata vicino a Bube, e che non l’ha abbandonato al suo destino. Questo libro mi ha fatto capir bene che al di sopra dell’utile e della convenienza c’è la legge della fedeltà, che Mara ha rispettato seriamente. Cassola cala il romanzo in uno scenario di particolare ricchezza e complessità, ma il messaggio dell’opera vuole spingersi oltre la specifica contingenza storica: il significato della vita, del sacrificio e del dolore è ciò su cui il lettore riflette seguendo la vicenda di Mara e Bube. Quando, alle ultime battute del romanzo, la ragazza giunge ad esprimere la sua umile morale, nella semplice immediatezza delle sue parole possiamo avvertire tutto il peso di una consapevolezza raggiunta faticosamente, con impegno e sofferenza. «È cattiva la gente che non ha provato dolore — disse Mara — Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno». Questo romanzo non va giudicato senza averne dato una lettura accurata e facendo prevalere il pregiudizio nei confronti di un’ideologia diversa. Si potrebbe infatti capire che “La ragazza di Bube” aiuta a comprendere il clima culturale assai inquieto di quel lontano dopoguerra. Più che una guida ideologica e politica può essere interpretato come un’occasione e uno stimolo per ripensare criticamente al nostro passato distante appena una generazione dai giorni nostri.

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