La virtù è un bene imperituro VERSIONE ISOCRATE

Messaggioda perti24 » 12 lug 2010, 9:07

Ciao mi servirebbe entro oggi la versione "La virtù è un bene imperituro" di Isocrate, n°17 pag. 43 di Kata Logon. Inizio: "Καλλος μεν γαρ η χρόνος.." fine: "..τὸν πόνον ἔπαινον ηγουμένη". E quella nella pagina prima "Precipitosa fuga di dario" ( Dareios de, ws autw..)
GRAZIE MILLE!

perti24

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Messaggioda giada » 12 lug 2010, 9:14

O il tempo cancella la bellezza o la malattia la consuma, la ricchezza è serva del male (dei mali) piuttosto che della (delle) virtù, poiché genera (provoca) potere all'inerzia, e invita le menti ai piaceri; la forza fisica è utile se unita all’ assennatezza, senza questa danneggia la maggior parte di quelli che l’hanno ed esalta i corpi di quelli che la esercitano e ottenebra le occupazioni della mente. Il possesso della virtù, l’unica che invecchia insieme, può per questi crescere assieme al pensare onestamente, è migliore della ricchezza e perciò è più utile della nobiltà di nascita, rendendo possibili le cose impossibili agli altri, resistendo coraggiosamente alle cose terribili per la moltitudine e all’esitazione meritevole di biasimo, reputando l’elogio (come) frutto della fatica.

giada

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Messaggioda giada » 2 dic 2011, 15:51

un altro utente ha inviato questa versione rimetto traduzione così potete vederne due e eregolarvi per la vostra traduzione


Infatti sia il tempo consuma la bellezza sia la malattia la distrugge, ricchezza è uno strumento della cattiveria piú che della virtù, fornendo una possibilità al divertimento, e invitando i giovani ai piaceri; ma la forza con l'arroganza accresce, e senza questa distrugge maggiormente coloro che la hanno e adorna i corpi di coloro che la esercitano, ma oscura le attenzioni per l'anima. E il possesso della virtù, l'unica che invecchia insieme, per coloro ai quali si accresca mediante le riflessioni onestamente, è migliore della ricchezza, più utile della nobiltà d'animo, rendendo possibili le cose impossibili agli altri, e coraggiosamente affrontando le cose temibili per la moltitudine, ritenendo il rimprovero esitazione ma il lavoro lode.

giada

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