traduzione di commenti

Messaggioda giadaprez » 18 mar 2013, 0:05

:)

Chiedo aiuto per questi brani. (sono un pochino tanti)
Ho tentato di tradurre questi commenti di Servio, Donato....ma alcuni punti sono complicati e non sono riuscita a trovarne nemmeno i termini sul dizionario.
Sono un pochino complicati.
grazieate




Donato vv5-6

Commendavit carmen suum et Aeneae personam omni liberam crimine demonstravit Iunonem quam ex diverso posuit multis modis gravi perfudit invidia. Ipsum adgreditur ab invocazione Musae sui carminis caput cui nisi instruendi lectoris causa thema praemisisset perdidisset profecto gratiam laboris sui, cum quid dicturus esset lector ipse nesciret. Interea proposito themati non mirandum est in omnibus non respondisse Vergilium; cum enim libros suos disposita oratione prescriberet, fine vivendi circumventus, intentionem professionis suae complere non potuit, nam Albanique patres atque altae moenia Romae non scripsit .Exposuimus tremati textum iam nunc ad originem carminis caputque redeamus ut ostendamus Vergilium poetarum more quod erat scripturus ab invocatione Musae coepisse.

Dette in custodia la sua opera(presentò la sua opera) e mostrò la persona di Enea libera da ogni crimine, In molti modi riempì di forte invidia Giunone, la quale rappresentò ostile.Intanto porre innanzi al tema non è meraviglioso
In tutto non avesse risposto a Virgilio;quando infatti ,i suoi libri per l’orazione stabilita aveva esposto, per lo scopo vivendo circondato, non potè ultimare la intenzione della sua professione, infatti e i padri albani e le mura dell’alta Roma non scrisse.Abbiamo esposto il testo dell'argomento, allora adesso torniamo all'origine e all'inizio dell'opera, per mostrare che Virgilio, secondo il costume (o abitudine) dei poeti ha iniziato dall'invocazione della Musa ciò che aveva intenzione di scrivere.


Filargirio commenta le Georgiche
Principium Georgicorum paene tale est, quale in Aeneide .Ibi praefatio prima ut: “Arma virumque cano”, secunda invocatio numinis , ut: “Musa mihi causas memora”, tertia expositio materiae narratur, ut: “Urbs antiqua fuit”.
Hic autem praefatio est, ut “Quid faciat laetas segetes”;invocatio numinis, ut:”Vos o clarissima mundi lumina”, ut ibi “Musa mihi causas memora”; exspositio materiae, ut: “Vere novo gelidus canis quo montibus humor”.

L’inizio delle Georgiche è quasi come quello dell’Eneide.Qui la prefazione iniziale per esempio:”Arma virumque cano”, al secondo posto l’invocazione alla divinità, per esempio:”Musa mihi causa smemora”, al terzo posto è narrata la descrizione dell’argomento, per esempio “Urbs antiqua fuit”.Qui invece la prefazione è, per esempio:”Quid faciat laetas segetes”; l’invocazione alla divinità, per esempio:”Vos o clarissima mundi lumina”, per esempio qui”Musa mihi causas memora”;la descrizione dell’argomento, per esempio: “Vere novo gelidus canis quo montibus humor”.


servio sull' Eneide
Hi libri didascalici sunt , unde necesse est, ut ad aliquem scribantur; nam praeceptum et doctoris et discipuli personam requirit: unde ad Maecenatem scribit, sicut Hesodium ad Persen

Questi libri dono didascalici, da dove è necessario, affinchè siano scritti per qualcuno;
infatti il precetto e del maestro e dell’allievo cerca la persona: da dove scrive per Mecenate come per Hesodium, per Persen


Servio
Sane non est mirandum esse usum eum prooemio … scimus concessum esse scribentibus ut iteratione prooemi legentium interdum reficiant latore.Nam et Livius frequenter innovat principia ut “Conpletis consulibus”, et Cicero in Verrinis qui in frumentaria conciliavit auditorum animos iteratione principii ut “Omnes qui alterum iudicant”.

Certamente non è straordinario ……….all’esordio.Sappiamo ….. per gli scrittori al fine della ripetizione dell’esordio dei lettori talora ricostruissero per il legislatore Infatti e Livio spesso introduce innovazioni per esempio: “Completis consulibus”, e Cicero nelle Verrine che in frumentaria conciliò degli uditori gli animi con la ripetizione del principio per esempio”Omnes qui alterum iudicant”.


Donato commento all'Eneide
Rhetorice dicturus de minoribus rebus magna promittit ut et levem materiam sublevet et attentum faciat auditorem sane perite, quoniam scit breve esse opus hoc de apibus et intra paucos versus posse consumi usus est translationibus ad dilatandam materiam dicens apes habere reges praetoria urbe set populos

La retorica riguardo alle cose minori si allarga molto affinchè e il leggero argomento sollevi e l’attenzione faccia con abilità certamente, quando sa breve essere l’opera qui intorno alle api e tra i pochi versi …..Le api hanno governerai le celle della regina per la città il popolo


Probo
Omne carmen in tres characteres dividitur: dramaticon quo personae tantummodo loquuntur; diegematicon, in quo solus poeta; micton ubi promiscue et poeta et persona.Omnium specierum eclogas in Bucolicis posuit, dramatici erit prima :Tityre tu patulae;diegematici erit :Sicelides Musae paulo maiora canamus ; misti : prima Syracusio dignata est ludere versu.

Ogni opera e divisa in tre generi:drammatico dove parlano solo le persone diegematico in cui solo il poeta
misto dove senza distinzione e il poeta e la personaDi tutti i generi delle ecloghe pose nelle Bucoliche il primo avrà avviato: Sicelides Musae paulo maiora canamus Misti : prima Syracusio dignata est ludere versu.

giadaprez

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Messaggioda giada » 23 mar 2013, 17:11

Donato vv5-6
Commendavit carmen suum et Aeneae personam omni liberam crimine demonstravit Iunonem quam ex diverso posuit multis modis gravi perfudit invidia. Ipsum adgreditur ab invocazione Musae sui carminis caput cui nisi instruendi lectoris causa thema praemisisset perdidisset profecto gratiam laboris sui, cum quid dicturus esset lector ipse nesciret. Interea proposito themati non mirandum est in omnibus non respondisse Vergilium; cum enim libros suos disposita oratione prescriberet, fine vivendi circumventus, intentionem professionis suae complere non potuit, nam Albanique patres atque altae moenia Romae non scripsit .Exposuimus tremati textum iam nunc ad originem carminis caputque redeamus ut ostendamus Vergilium poetarum more quod erat scripturus ab invocatione Musae coepisse.



Consegnò il suo canto e mostrò la persona di Enea libera da ogni colpa al contrario rappresentò in molti modi Giunone la quale colmò di terribile invidia. Lo stesso capitolo della sua ode comincia dall’invocazione della Musa alla quale se non avesse premesso il tema per preparare il lettore si perderebbe certamente grazie alla sua fatica, non sapendo lo stesso lettore cosa avrebbe detto. Intanto proposto il tema non c’è da meravigliarsi che Virgilio non abbia risposto in ogni cosa; infatti scrivendo i suoi libri dopo aver disposto l’argomento, sopraffatto dal termine estremo di vivere, non poté completare l’intenzione della sua arte, infatti non descrisse e i padri di Albano e anche le mura dell’augusta Roma. Abbiamo esposto il testo dell'argomento, ora dunque torniamo all'origine e all'inizio dell'opera, affinché mostriamo che Virgilio, secondo il costume dei poeti ha iniziato dall'invocazione della Musa ciò che aveva intenzione di scrivere.

giada

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Messaggioda stuurm » 23 mar 2013, 22:03

correzione di un periodo: invece di "si perderebbe grazie alla sua fatica" scrivere "si sarebbe perso l'incanto della sua opera";
Mi scuso con l'utente giada. Grazie!

stuurm

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Messaggioda giadaprez » 23 mar 2013, 22:20

Grazie.

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