Erat Othoni celebre convivium feminis virisque

Messaggioda Domy200p » 28 mar 2019, 11:38

Erat Othoni celebre convivium feminis virisque: qui trepidi, ma nere ac deprehendi an fugere et dispergi periculosius foret, modo constantiam simulare, modo formidine detegi, simul Othonis vultum intueri, utque evenit inclinatis ad suspicionem mentibus, cum timeret Otho, timebatur. Sed haud secus discrimine senatus quam suo territus et praefectos practorii ad mitigandas militum iras statim miserat et abire propere omnes e convivio, iussit. Tum vero passim magistratus proiectis insignibus, senes per tenebras diversa urbis itinera, rari domos, plurimi amicorum tecta, incertas latebras petiverunl. Militum impetus ne foribus quidem Palati coereitus quo minus convivium inrumperent, ostendi sibi Othonem expostulantes, vulnerato tribuno dum ruentibus obsistit. Undique arma, modo in centuriones tribunosque, modo in senatum universum, et quia neminem unum destinare irse poterant, licentiam in omnis poscentibus, Donec Otho contra decus imperii precibus et lacrimis aegre cohibuit, redieruntque in castra invili neque innocentes
Domy200p
 
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Messaggioda giada » 28 mar 2019, 13:49

Otone aveva un banchetto frequentato da femmine ed uomini: quelli indaffarati, si trovavano più pericolosamente a fermarsi e ad essere catturati o forse a fuggire e a disperdersi, ora a simulare una stabilità, ora ad essere scoperti nel terrore, , contemporaneamente ad osservare il volto di Otone, e come succede alle menti inclinate al sospetto, nel momento in cui Ottone ha paura, veniva temuto. Ma atterrito dall'estrema difficoltà del senato non diversamente dal proprio aveva inviato subito i prefetti del pretorio ad attenuare le ire dei soldati ed ordinò a tutti di allontanarsi in fretta dal banchetto. Allora in verità i magistrati gettate le insegne in tutte le direzioni, gli anziani nell'oscurità per diversi itinerari in città, pochi per le abitazioni, moltissimi per le dimore degli amici, cercarono incerti nascondigli. L'impeto dei soldati non si trattenne neppure alle porte del palazzo dall'irrompere di meno nel banchetto, chiedendo ad Otone di rivelarsi, con il tribuno ferito mentre resisteva a coloro che si slanciavano.
Da ogni parte c'erano le armi, ora verso i centurioni ed i tribuni, ora verso tutto quanto il senato, e visto che non potevano destinare neppure uno all'ira, mentre pretendevano il beneplacito verso tutti, finchè Otone contro il decoro dell'impero si mantenne a stento con lacrime e preghiere, e ritornarono al campo scontenti e non innocenti
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