relazione sui diritti umani:le varie categorie,la storia ecc

Messaggioda okrim96 » 6 gen 2011, 14:01

I diritti umani sono diritti che spettano a ciascun individuo in quanto essere umano, sin dalla nascita: non dipendono dalla razza, dalla religione, dalla lingua, dalla provenienza geografica, dall’età o dal sesso. Sono diritti fondamentali, universali e inviolabili . Essi vanno al di là dei diritti del cittadino, in quanto sono universali. I diritti umani non sono delle categorie e dei concetti stabili, ma mutano col mutare delle condizioni storiche e politiche e dipendono direttamente dalle rivendicazioni di particolari fasce di popolazione.
A questo proposito gli studiosi che si occupano di diritti umani hanno individuato delle vere e proprie generazioni di diritti umani, divise a seconda del contesto storico in cui si sono sviluppate. Occorre tuttavia precisare che si tratta appunto di una prospettiva di carattere storico: non si vuole affermare che alcuni diritti siano più importanti di altri cercando di stabilire una scala di importanza. I nuovi diritti via via affermatisi sono caratterizzati dal fatto di essere sempre più specifici (ossia definiti nei più piccoli particolari) e di natura sempre più collettiva (ossia non più indirizzati al singolo ma all’intera comunità mondiale nel suo complesso).
Sono individuate quattro generazioni di diritti umani.
LA PRIMA GENERAZIONE: i diritti civili e politici
La prima generazione dei diritti umani viene fatta risalire al 1789, quindi alla fine della Rivoluzione francese con l’approvazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
Sono diritti che nascono dalla rivendicazione di una serie di libertà fondamentali che erano precluse ad ampi strati della popolazione. Si tratta in particolare del diritto alla vita e all’integrità fisica, e poi di tutti quei diritti legati alla libertà di pensiero, di religione, di espressione, di associazione, il diritto alla partecipazione politica, all’elettorato attivo e passivo.
Con questi diritti si rivendicano una serie di libertà, in particolare legate agli aspetti di partecipazione politica, è per questo motivo che si parla di diritti a matrice liberale.
LA SECONDA GENERAZIONE: i diritti economici, sociali e culturali
Questa seconda generazione ha origine con la Dichiarazione universale del 1948 e comprende diritti di natura economica, sociale e culturale (come per esempio il diritto all’istruzione, al lavoro, alla casa, alla salute ecc.). L’esercizio effettivo di questi diritti dovrebbe contribuire al miglioramento delle condizioni di vita del cittadino. In questo senso si parla di diritti di matrice socialista, contrapponendoli a quelli di matrice liberale della prima generazione.
LA TERZA GENERAZIONE: i diritti di solidarietà
Questi diritti sono di tipo collettivo: significa che i destinatari non sono i singoli individui, ma i popoli. Ecco quindi che si parla di diritto all’autodeterminazione dei popoli, alla pace, allo sviluppo, all’equilibrio ecologico, al controllo delle risorse nazionali, alla difesa ambientale.
Sono anche diritti di tipo solidaristico: vuol dire che ogni popolo ha delle responsabilità nei confronti degli altri popoli, in particolare nei confronti di quelli che si trovano in situazioni di difficoltà. Si pensi ad esempio al problema dello sviluppo: molti Paesi si trovano in condizioni di povertà perché non sono in grado di fornire cibo a tutti gli abitanti o perché sono colpiti da malattie che non sono in grado di curare a cause della mancanza di denaro per acquistare le medicine. Ora, di fronte a queste situazioni scatta, o dovrebbe scattare, il dovere di solidarietà dei Paesi più ricchi. Fanno parte dei diritti di terza generazione anche quelli che tutelano categorie di individui, ritenute particolarmente deboli ed esposte a pericoli di violazioni dei loro diritti: si tratta in particolare dei diritti dell’infanzia e dei diritti della donna.

LA QUARTA GENERAZIONE: i nuovi diritti
Esiste infine una quarta generazione di diritti, che tuttavia non è ancora stata elaborata con precisione essendo un fenomeno molto recente: i diritti di quarta generazione sono quelli relativi al campo delle manipolazioni genetiche, della bioetica e delle nuove tecnologie di comunicazione.
La nascita di questi nuovi diritti è una conseguenza della scoperta di nuove tecnologie: in questo senso la rivendicazione di nuovi diritti deriva dalla minaccia causata dalle nuove tecnologie. Si pensi ai danni che possono causare alla salute i cibi geneticamente modificati, oppure ai pericoli in cui possono incorrere specialmente i bambini utilizzando internet.
Essendo una nuova categoria occorrerà un po’ di tempo perché questi diritti vengano formulati con precisione ed introdotti in documenti ufficiali.

La storia ci mostra che i diritti umani sono stati , e sono, in continua evoluzione. Nell’antica Grecia, così come nell’antica Roma, esistevano dei diritti che però venivano riconosciuti solo a certe categorie di individui. Così anche nel periodo del feudalesimo esistevano delle forti disparità tra soggetti appartenenti a diverse classi sociali. Anche la Magna Charta Libertatum (1215) e l’Habeas Corpus (1679), spesso indicati come i documenti progenitori di tutela dei diritti dell’uomo, riservavano la tutela solo ad alcune fasce di popolazione. Una svolta in tal senso si ha solo con la Dichiarazione d’indipendenza delle colonie americane (1776) e con la Dichiarazione francese dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789) che riconoscono una serie di diritti a tutti i cittadini. Ma il concetto di diritti umani universali, riconosciuti cioè a tutti gli uomini, viene definito per la prima volta dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, cha a differenza delle precedenti dichiarazioni non riguarda un singolo stato. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nasce grazie all’ONU, l’organizzazione delle Nazioni Unite. Questa organizzazione nasce nel 1945 grazie ai rappresentanti di 50 stati che elaborarono vari documenti importanti per la promozione e la tutela dei diritti umani. Oggi gli Stati membri dell’ONU sono 189, quindi praticamente tutti gli Stati del mondo.
Il fine principale dell’ONU è di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, in particolare, promuovendo ed incoraggiando il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione.
Anche nella Costituzione italiana, in particolare nella prima parte si parla dei diritti dei cittadini che hanno sia nei confronti dello stato sia reciprocamente. Come stabilito nell’articolo 2 la Costituzione garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. Afferma inoltre l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, che la libertà personale del cittadino è inviolabile, che tutti hanno il diritto di votare, ed accedere alla cariche pubbliche, ecc.
Al giorno d’oggi fortunatamente esistono organismi internazionali ( Nazioni Unite), associazioni cattoliche ( Caritas International), oppure semplici cittadini organizzati in gruppi (Amnesty International), che vigilano sul rispetto dei diritti dell’uomo, difendendo le libertà contenute nella Dichiarazione e purtroppo ancora oggi violate in molti paesi, dove sono praticate la pena di morte, lo sfruttamento minorile e delle donne.

okrim96

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Messaggioda giada » 11 gen 2011, 10:45

ho sommato i crediti

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