Filosofia di Hobbes

Messaggioda Fragolina599 » 30 mar 2011, 18:04

HOBBES – IL LEVIATHAN (opera politica), DE CORPORE, DE HOMINE (filosofiche)
Principale obbiettivo di Hobbes è quello di innalzare l’etica e la politica al rango di scienza. Fa una netta distinzione tra la filosofia civile che, come la geometria da lui considerata la scienza più attendibile, studia ciò che è frutto dell’immaginazione e della creazione dell’uomo e per tanto può essere realmente conosciuta; dalla filosofia naturale, frutto della creazione dell’uomo e per tanto conoscibile sono per causas.

Materialismo Hobbesiano
Hobbes è uno dei principali fautori del meccanicismo che si converte in materialismo per il fatto che a differenza di Cartesio egli lo estende anche al pensiero dell’uomo. Il materialismo Hobbesiano è in realtà un materialismo metodologico. Hobbes non si interroga su cosa sia la materia ma da per scontato che essa esiste e ritiene che gli unici due aspetti della realtà che l’uomo può conoscere sono i corpi ed il loro movimento.
In un universo così spiegato da Hobbes tutto è retto da un rigido determinismo che porta alla negazione del libero arbitrio. L’uomo libero non è per Hobbes colui il quale è libero di scegliere ma chi è perfettamente libero di agire, ossia colui il quale non è ostacolato da ciò che desidera o vuole fare. Desiderio e volontà sono frutto dell’azione di stimoli esterni all’organismo umano. Hobbes pone Dio come garanzia del rigoroso determinismo causale.
Conoscenza
La conoscenza Hobbesiana è stata definita empiristica-razionale, Hobbes identifica la sensazione come punto di partenza per il processo conoscitivo ma questa deve essere necessariamente consolidata dal ragionamento della mente. La sensazione trae origine dal movimento che dai corpi esterni giunge agli organi sensoriali e si irradia attraverso il sistema nervoso fino al cervello e al cuore. Tale movimento produce l’immagine di un oggetto, ovvero la sua “idea”. Hobbes rifiuta l’esistenza di idee innate proprio perché queste sono sempre frutto dell’esperienza. La sensazione di per sé non è conoscenza. L’uomo attraverso il linguaggio passa al ragionamento discorsivo. La ragione si avvale di nomi come segni per compiere un calcolo. Il ragionamento non è altro che un calcolo di nomi. La veridicità o la falsità di una determinata conoscenza è data da un calcolo giusto oppure errato.
Morale
Secondo Hobbes l’uomo è permeato da un istinto di autoconservazione che lo induce a seguire sempre ciò che è bene per lui e a rifiutare ciò che è male. Contrariamente a quanto Aristotele aveva affermato, ritenendo l’uomo come un “animale sociale e politico”, Hobbes ritiene invece che questo è caratterizzato da un profondo egoismo e che in un precedente stato di natura si trovasse in guerra di tutti contro tutti. Retto dalla cupiditas naturalis e dalla ratio naturalis, l’uomo si rende conto che più di qualsiasi altro principio deve tutelare la vita. Decide dunque di stipulare un patto associativo e di subordinazione. Cede tutti i propri diritti e si sottomette ad un ente superiore che può essere un monarca o un’assemblea che deterrà il potere assoluto. Unico vincolo dello stato assoluto immaginato è garantire il diritto di autoconservazione all’uomo, nonché il diritto alla vita. Il patto ideato da Hobbes è un patto irrescindibile.

Fragolina599

Utente SILVER
Utente SILVER
 

Torna a Temi, analisi poesie, Appunti scuola

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-04-23 21:52:26