Filosofia di Cartesio

Messaggioda Fragolina599 » 30 mar 2011, 18:11

CARTESIO – REGULAE AD DIRECTIONEM INGENII, DISCORSO SUL METODO.

Il metodo conoscitivo.

I procedimenti della matematica sono secondo Cartesio da estendere ad ogni campo del sapere. Nelle Regulae elenca i due principi che fanno della matematica una scienza rigorosa, quali l’intuitus mentis e la deduzione. Nel Discorso sul metodo, presenta, invece, i procedimenti che potrebbero ben guidare il processo conoscitivo. Il primo principio, nonché il più importante, è quello dell’evidenza, ossia il non accettare per vero nulla che non lo dimostri in maniera chiara ed evidente. Qualora il fenomeno in questione non apparisse tale, si passa all’analisi ossia alla scomposizione del problema nelle sue parti più semplici. Segue la sintesi, nella quale il pensiero si muove dagli oggetti più semplici a quelli più complessi, ora perfettamente comprensibili. Ultima fase è l’enumerazione e la revisione dove ci si accerta di non aver commesso nessun errore e di aver seguito tutti i passaggi.

Il dubbio
Cartesio si interroga, dunque, su quali siano le conoscenze realmente indiscutibili e attraverso un dubbio metodico, ossia riversando per falso tutto ciò che generalmente è ritenuto vero, cerca di trovare quelle conoscenze che sono indubitabili, ovvero evidenti. Il dubbio permea ogni campo del sapere, compreso la matematica, e da metodico, diventa dubbio iperbolico, ossia esteso a tutto. Pur tuttavia, ritiene Cartesio, se dubitiamo, se pensiamo dunque esistiamo. Cogito ergo sum. Quid sum?! Res cogitans.
Per la prima volta Cartesio studia la metafisica del soggetto, identificando l’esistenza di un Io, come Io pensante.

Gnoseologia Cartesiana
Contenuto della conoscenza dell’uomo sono dunque le idee. Cartesio distingue tre diversi tipi di idee. Le idee avventizie sono quelle che ci provengono dal mondo esterno, le idee fattizie frutto della nostra immaginazione poi vi sono le idee innate, che nascono con noi.
Tra le idee innate risiede l’idea di Dio. Cartesio offre 3 diverse prove dell’esistenza di Dio. Le prime due constano del fatto che ciò che è infinito, quale l’idea di Dio, non può essere creato da ciò che finito, la mente umana, di conseguenza Dio esiste. La terza prova fa riferimento alla prova ontologica di Anselmo D’Aosta ed afferma che il fatto stesso che l’uomo pensa Dio come essere che esiste ne dimostra la veridicità. È infatti l’essenza di Dio che impone di pensarlo esistente.
La prova dell’esistenza di Dio è un punto importante nella filosofia Cartesiana, Arnauld e Gassendi accusano infatti il filosofo di aver creato un circolo vizioso. Se in un primo momento, infatti, il filosofo aveva affermato c he il principio dell’evidenza era garanzia dell’esistenza dell’io, nonché di Dio stesso. A questo punto afferma che Dio è garante delle verità, e del principio dell’evidenza.

Dualismo Cartesiano
Assodata l’esistenza di una res cogitans, Cartesio propone una visione dualistica della realtà, in quanto introduce la cosiddetta “res extensa” ovvero la materia. Punto di incontro delle due realtà è presente solo nell’uomo nella ghiandola pineale o ipofisi. La res extensa è alla base dell’universo corporeo e le sue principali caratteristiche sono l’estensione e il movimento.
Data l’estensione, ciò implica la divisibilità all’infinito della materia, l’inesistenza del vuoto, nonché il fatto che questa è illimitata, non infinita come Dio, ma indefinita.
Muta poi da Galieli i principi del movimento, ripropone il principio di inerzia, e sostiene il principio del moto rettilineo uniforme, secondo cui ogni corpo persiste in un movimento rettilineo in maniera uniforme, e il principio di conservazione della quantità di moto. Quest’ultimo afferma che un corpo ne spinge un altro non può imprimergli né sottrargli movimento se non ne perde o ne acquista in maniera equivalente. Esteso a tutto l’universo con tale principio Cartesio sostiene che la quantità di moto presente è sempre la stessa.

La teoria dei vortici
In un universo pieno come quello descritto da Cartesio i corpi che dovrebbero muoversi di moto rettilineo uniforme determinano inevitabilmente la formazione di vortici. Tali vortici generano i 3 principi costitutivi della realtà, quali la luce, l’etere e particelle più grosse che permettono la formazione di corpi. Il filosofo assume dunque i principi del meccanicismo, riconducendo tutto ciò che esiste al movimento dei corpi.
Lo stesso organismo secondo Cartesio è frutto del meccanicismo. L’uomo è di per sé un automa, essere privo di principi vitali, le cui funzioni sono regolate dal movimento. Il calore fa dilatare il sangue che sollecita il movimento del cuore e genera la circolazione. (si oppone alla teorie elaborate parallelamente da Harvey che aveva raggiunto la giusta spiegazione della circolazione e del movimento del muscolo cardiaco)

Fragolina599

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