Il lamento di Arianna (Sampogna di Marino)

Messaggioda serenatesta » 12 apr 2011, 12:40

Il lamento di Arianna è tratto dalla Sampogna di Marino. La protagonista dell’idillio è Arianna la quale innamorata di teseo viene tradita e abbandonata. Proprio per questo ella soffre inesorabilmente questo rifiuto da parte dell’amato e mentre all’inizio spera in suo ritorno,in seguito pensa a tutti i modi in cui si potrebbe suicidarsi. Nella parte iniziale dell’idillio Arianna si rivolge a Teseo stesso chiedendole il motivo per il quale non le ha lasciato quella stessa spada con la quale ha ucciso il fratellastro il Minotauro (figlio di sua madre e di un toro) per potersi uccidere anche lei. Quindi passa a fare un vero e proprio elenco di tutti i possibili modi per togliersi la vita,dalla spada,alla pira,al veleno,allo strangolamento..eppure per ognuna di esse,ella trova una “Scusa” per la quale crede che il dolore provocato da quella morte sarebbe sempre meno forte di quello che ella prova nel petto. Quindi tutta questa forte emotività alla fine si conclude in un nulla di fatto perché ella decide di rimanere in vita e sopportare il dolore dell’abbandono.
Un altro caso di abbandono che abbiamo trovato nella letteratura post-barocca è quello della “Didone abbandonata” di Metastasio il quale nell’opera omonima tesse la storia dell’amore tra Enea e Didone sotto la falsa riga della passione già raccontata da Virgilio nell’Eneide. Tuttavia in questo caso c’è un maggiore pathos anche se in alcuni passi possiamo riscontrare lo stesso concettismo di Marino. Qui però Didone non soltanto è delusa dal comportamento dell’amato ma si sente anche tradita da quest’ultimo che prima l’ha sedotta e poi,senza ringraziarla e senza metterla al corrente dei suoi progetti,l’ha abbandonata avanzando,secondo lei,la scusa del Fato. Didone oltre ad essere preoccupata per se stessa lo è anche per il suo stato che è costretta a lasciare nelle mani dei malvagi re vicini.
Vediamo che mentre quindi l’abbandono di Enea è spinto dal Fato,quello di Teseo è assolutamente causato da motivi personali. Mentre Didone si suiciderà alla fine,l’artificio retorico di Marino è fine a se stesso perché Arianna non si ammazza. Entrambe però si domandano quale dolore è più forte del loro,perché entrambe sono state sedotte dai loro amati solo per conseguire i loro scopi. Una volta che il Fato però è per entrambi favorevole,scappano lasciando le due donne nella piena disperazione. In Metastasio,proprio come già era stato presente in Virgilio,c’è una maggiore introspezione che va ad analizzare le caratteristiche dei due amanti,mentre in Marino tutto è finalizzato al successo e per questo vi è una prolificazione di figure retoriche,in particolare di metafore tutte legate all’amore che sottolineano una grande sofferenza. Tuttavia nel concreto,il tutto rimane a uno stato superficiale proprio perché questo virtuosismo lascia “fredda” la composizione.

serenatesta

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