Fonti teatro greco

Messaggioda auroraciao » 26 lug 2011, 8:17

Nello studio della storia del teatro greco interagiscono tra loro quattro generi di fonti:

Fonti archeologiche

Nell’arco di tempo compreso fra il V e il I secolo a.C. i Greci costruirono moltissimi teatri sia nelle città della Grecia Continentale, sia nelle numerose colonie greche sparse sulle coste dell’Egeo e del Mediterraneo, dalla Turchia alla Sicilia e alle coste settentrionali dell’Africa. Molti di essi sono sopravvissuti, in stato di conservazione più o meno buono, fino a noi, e costituiscono un immenso patrimonio archeologico dal quale possiamo ricavare informazioni importanti sulla vita teatrale degli antichi. Tuttavia, cone tutti gli edifici del mondo antico, i teatri nel corso di una vita plurisecolare andarono incontro a modificazioni e ristrutturazioni, che sono di rado ci consentono di ricostruirne l’aspetto originario, contemporaneo cioè alle opere dei drammaturghi che conosciamo. Inoltre, per quanto riguarda specificamente il teatro greco, tutta la produzione che leggiamo fu messa in scena nel teatro di Atene del V e IV secolo, ed è dunque su questo monumento che dobbiamo concentrare gli sforzi di ricostruzione.

Il caso di Roma è ancor più singolare, perché la totalità dei teatri costruiti dai Romani in Italia e nei territori dell’Impero non fu destinata al teatro in senso stretto ma ad altre forme di spettacolo (mimo, pantomima, gare atletiche, giochi di gladiatori ecc.). Tutta la grande produzione drammaturgica romana fu invece portata in scena in un’epoca in cui esistevano solo teatri provvisori di legno dei quali non ci è rimasto nulla.

2. Fonti letterarie

Nell’antichità numerosi autori si occuparono di teatro, sia da un punto di vista letterario sia da un punto di vista di storia dello spettacolo. Di questa vasta produzione critica a noi non è arrivato che pochissimo, e tuttavia molte delle informazioni che quelle opere contenevano sono sopravvissute grazie ad alcuni testi che ci hanno conservato dati sulla natura degli edifici teatrali, sui mezzi scenici di cui gli autori disponevano, sulla terminologia tecnica legata al teatro, sui costumi e le maschere e via dicendo.

Ricordiamo in particolare:
a) La Poetica di Aristotele, della quale è sopravvissuto solo il libro relativo alla tragedia. Si tratta di un documento di interpretazione complessa, ma estremamente importante perché scritto da un filosofo vissuto a meno di cento anni di distanza dall’epoca delle rappresentazioni di cui parla, e che leggeva una quantità di opere molto superiore alla nostra.
b) il De Architectura dell’architetto romano Vitruvio (I secolo d.C.), che nel quinto libro descrive la forma dei teatri greci e romani
b) l’Onomasticon dell’erudito greco Giulio Polluce, che nel II secolo d. C. compila un lessico di termini tecnici, dedicando ampio spazio alla terminologia teatrale e conservando un importante elenco di tipi di maschere e costumi del teatro tragico e comico.

Il limite più rilevante delle notizie ricavabili da Vitruvio e Polluce è la loro grande distanza cronologica dagli autori dell’epoca classica greca (V-IV secolo a. C.). Questo fa sì che essi spesso attribuiscano all’epoca classica fenomeni e soluzioni tecniche che appartengono invece ad epoche più tarde, e che tendano in generale a sovrapporre l’immagine del teatro che essi conoscevano a quella del tempo degli autori classici.

3. Fonti iconografiche

Nel grande naufragio che ci ha privato della massima parte della pittura antica, sono sopravvissuti alcuni documenti molto importanti per noi, che raffigurano scene di vita teatrale o che rappresentano soggetti che erano stati resi molto popolari dal teatro. Il contributo più importante ci viene dalla pittura vascolare, e cioè le decorazioni dei vasi di ceramica di cui Atene e altre città della Grecia Continentale furono grandi produttrici ed esportatrici, soprattutto verso le colonie dell’Italia Meridionale. La natura resistente del materiale ha consentinto che moltissimi vasi o frammenti di vasi siano giunti sino a noi. Molti di essi risalgono al V e IV secolo a. C. e ci offrono così le sole immagini direttamente rapportabili alla realtà teatrale dell’Atene classica. L’interpretazione di molte testimonianze di questo tipo è per altro assai controversa, perché non possiamo determinare in che misura le scene siano state elaborate fantasticamente daglia rtisti, e dunque ci è difficile valutare il grado di fedeltà alla realtà teatrale.
Importanti contributi ci vengono anche da alcuni mosaici raffiguranti scene di teatro, soprattutto di commedia, e da una vasta produzione fittile di maschere e figurine di attori e personaggi di teatro, delle quali si parlerà a suo tempo.

4. I testi drammatici

La più grande parte delle conoscenze del teatro antico ci viene dunque dai testi teatrali che sono arrivati fino a noi attraverso un lungo e complesso processo di tradizione manoscritta, che li ha talora danneggiati o alterati. Si tratta di un immenso patrimonio di scrittura teatrale, che si è tramandato senza essere corredato di didascalie sceniche e indicazioni di regia. Tuttavia, la natura particoalre del dialogo scenico antico fa sì che dai testi sia per noi possibile in buona misura ricavare anche le principali coordinate della messa in scena originale: movimenti degli attori, entrate, uscite, situazioni convenzionali, uso delle macchine teatrali, organizzazione dello spazio entro cui è ambientata la vicenda. I dati ricavabili dai testi vanno continuamente posti a confronto con quelli ricavacili dalle altre categorie di fonti sopra ricordate, con interazioni spesso problematiche e molto discusse, ma comunque essenziali.
Della immensa produzione teatrale degli antichi a noi è arrivata una piccolissima porzione, e precisamente alcune opere di sette autori, certamente i più grandi e celebri del loro tempo.

GLI AUTORI DEL TEATRO CLASSICO

Eschilo (525-456 a. C.)
Persiani, Sette a Tebe, Supplici, Prometeo, Orestea (Agamennone, Coefore, Eumenidi)

Sofocle (497-406 a. C.)
Aiace, Antigone, Trachinie, Elettra, Edipo re, Filottete, Edipo a Colono

Euripide (485-405 a.C.)
Alcesti, Medea, Eraclidi, Ippolito, Andromaca, Ecuba, Supplici, Eracle, Elettra, Troiane, Ifigenia Taurica, Elena, Ione, Fenicie, Oreste, Baccanti, Ifigenia in Aulide, Il Ciclope (dramma satiresco).

Aristofane (445 ca.- 385 ca. a. C.)
Acarnesi, Cavalieri, Nuvole, Vespe, Pace, Uccelli, Lisistrata, Le donne alle Tesmoforie, Rane, Le donne in assemblea, Pluto

Menandro (341-291 a. C.)
Dyskolos, Arbitrato, La donna di Samo, La ragazza tosata, Il Sicionio, lo Scudo, l’Odiato ecc.

Plauto (255 ca. - 184 ca. a. C. )
Amfitrione, Asinaria, Aulularia, Captivi, Curculio, Casina, Cistellaria, Epidicus, Le Bacchidi, Mostellaria, I Menecmi, Miles gloriosus, Mercator, Pseudolo, Poenulus, Il Persiano, Rudens, Stichus, Trinummus, Truculentus, Vidularia

Terenzio (185 ca. - 159 a. C.)
La donna di Andro, Il punitore di se stesso, L’eunuco, Formione, I fratelli, La suocera.

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Messaggioda giada » 27 lug 2011, 11:35

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