Storia di roma fino a Cartagine

Messaggioda Leon9611 » 10 set 2011, 15:08

IL MONDO ROMANO
L'ITALIA DEL I MILLENNIO: Mosaico di popoli e culture
- Nord: i celti, gli italici, i rezi, i veneti, i liguri, gli illiri, la civiltà villanoviana (dalla quale si pensa discendano gli Etruschi) al centro-nord.
- Centro: i piceni osco-umbri, i sabini, i latini e al centro-sud i sanniti.
- Sud: i dauni, i greci, gli iapigi, i lucani, i massapi, i lucani, gli illiri, i bruzzi, i siculi, i fenici dalle coste africane, i sardi e la civiltà dei nuraghe.

Contatto con i greci nell VIII a.C. per la seconda colonizzazione nelle coste del Mediterraneo, in Campania e nelle isole antistanti.

ASCESA E DECLINO DEGLI ETRUSCHI
Erano stanziati in un territorio comprendente la Toscana e il Lazio, fino al Tevere.
Due ipotesi sul loro arrivo, ideate dai greci, i quali furono i primi a porsi il problema della loro origine nell'VIII secolo, gli Etruschi erano una popolazione sconosciuta già all'epoca:
- Provenivano dall'Asia Minore, dalla Lidia, si erano imbarcati per sfuggire da una carestia, stanziandosi sulle coste italiche.
- Erano una popolazione autoctona, originaria dell'Italia stessa.

Oggi si è più propensi a ritenere che gli Etruschi siano discendenti dei Villanoviani che occuparono l'Emilia.

Gli abitanti delle città Etrusche erano consapevoli di appartenere a un unico popolo, ma rimanevano politicamente divise. Ogni città aveva il proprio LUCUMONE e una sua aristocrazia dalle cui file provenivano gli anziani che assistevano il re nelle sue decisioni, però col tempo le dodici città più importanti diedero vita a un organismo di coordinamento che teneva le proprie riunioni congiunte presso il lago di Bolsena. Fu la cosiddetta dodecapoli, costituite dalle principali: Tarquinia, Populonia, Chiusi, Perugia, Cortona, Arezzo e Fiesole.

ECONOMIA
Erano una popolazione che per mantenere ricca la propria società sfruttava pienamente le risorse che un terreno fertile le offriva, praticarono su larga scala la produzione dei cereali, con tecniche avanzate di captazione e canalizzazione delle acque sorgive, che venivano impiegate per l'irrigazione dei terreni. La loro attività più caratteristica era soprattutto l'estrazione dei metalli, in particolare il ferro, per mezzo dello sfruttamento capillare delle miniere. Ciò diede vita a un flusso di di esportazioni che riguardava il metallo grezzo quanto il metallo lavorato. Nel campo del commercio e della navigazione, essi competevano alla pari dei fenici e degli stessi greci nel Mediterraneo.

FASE ESPANSIVA
Tra il VII e il VI secolo gli Etruschi si avventurarono al di fuori delle loro sedi storiche secondo 2 direttrici principali, la pianura padana, creando teste di ponte commerciali lungo l'Adriatico, e Campania settentrionale, dove il centro più importante è Capua, entrando in contatto con le colonie Greche. Stabilirono importanti punti d'appoggio anche in Corsica, la quale aveva grandi capacità dal punto di vista minerario. Nel 540 a.C. cacciarono i greci nella battaglia di Alalia, grazie anche all'alleanza dei Cartaginesi, interessate a liquidare il proprio rivale commerciale.

FASE REGRESSIVA
Il sistema politico Etrusco, frammentato e privo di un centro strategico unitario, determinarono una decisa inversione di tendenza a partire dalla fine del VI secolo a.C. In Campania fu prima rintuzzata, poi respinta dalle città greche nella costa, e all'interno dalle popolazioni sannitiche. Anche Roma si ribellava alla dinastia etrusca regnante. Nel V secolo anche in pianura padana venne cancellata la presenza Etrusca dai Celti. Nel V secolo, sempre, Roma iniziò ad aggredire gli Etruschi nel loro stesso territorio che fu assorbito dall'espansione della città laziale. Dopo pochi decenni, la civiltà etrusca fu cancellata.

LA LINGUA
Ancora oggi la lingua della civiltà etrusca rimane un mistero, siamo riusciti a decodificarla, essendo foneticamente simile all'alfabeto russo, ma non riusciamo a capire i significati delle parole a causa dell'assenza di testi lunghi.

LE TOMBE
Tra le poche prove dell'esistenza degli etruschi vi sono anche le affrescatissime tombe che ci informano sullo stile di vita delle classi privilegiate. Vengono ritratti i piaceri della vita delle classi privilegiate, come per esempio un banchetto del defunto con la propria compagna.

LE DONNE
La civiltà Etrusca si differenza anche dalle altre a causa della loro importanza riservata allle donne. Ciò si è venuto a sapere poichè nelle iscrizioni, accanto al nome del padre, vi è sempre quello della madre, e grazie agli affreschi si può sapere che le deonne erano anche ammesse ai banchetto.

LA DIVINAZIONE
Gli etruschi erano ossessionati dalle arti divinatorie, cioè dalla capacità di osservare la volontà degli dei attraverso l'osservazioni di alcunisegni che era demandata a sacerdoti specializzati. Tali segni si manifestavano attraverso fenomeninaturali, ma soprattutto attraverso il volo degli uccelli o nelle viscere di animali sacrificati.




ROMA
LE STORIE DELLA SUA FONDAZIONE
IL LEVERE
Era un fiume molto importante, favorì anche la coltivazione dei terreni e rese paludose le sue sponde. Il luogo dove costruire Roma era ideale, vicino al mare per poter controllare le saline alla foce del Tevere e lontano per non essere esposto ad attacchi navali, dotato anche di alture a un passo dal fiume e posto anche al centro di due vie di comunicazione e di traffico commerciale: quella est-ovest, il Tevere stesso, e quella nord-sud che metteva in contatto la civiltà etrusca, stanziata nel Lazio settentrionale e in Toscana. Per le sue caratteristiche, Roma venne già frequentata nel II millennio ma è solo dall VIII che il piccolo villaggio di pastori si trasforma in una vera e propria città.

ROMOLO E REMO
Secondo la tradizione più diffusa, la città di Roma fu fondata da Remo e Romolo.
La loro madre, Rea Silvia, era figlia di Numitore, re di Albalonga, non lontano centro da Roma. I due gemelli, erano figli di Marte, che sedusse Rea Silvia e diede vita al fondatore della città laziale Romolo, e suo fratello, Remo. In quel periodo, il trono di Alba Longa era stato usurpato dal fratello di Numitore Amulio, il quale per evitare che il trono fosse rivendicato, fece abbandonare i due gemelli nel Tevere, ma vennero salvati perchè allattati da una lupa, attirata dai loro gemiti, e vennero allevati da due contadini nelle vicinanze. Divenuti adulti, rivendicarono il trono, eliminando Amulio e rimettendo sul trono Numitore. Non volendo restare nel centro dove erano nati, i due fratelli si spostarono e fondarono un nuovo centro nei pressi del luogo in cui la lupa gli aveva salvati, subito dopo scoppiò una disputa per chi doveva fondare una città. L'osservazione del volo degli uccelli sembrò indicare Romolo; ma Remo non si piegò al volere divino, sfidò il fratello e fu ucciso. Il solco in cima al colle Palatino venne tracciato e Roma iniziò il suo cammino nella storia.

DISCENDENZA TROIANA
Secondo invece un'altro mito, Roma discende da Enea che salvò gli abitanti troiani portandoli nelle coste italiche. Rea Silvia era infatti l'ultima disendente di Enea.
Eneaa aveva sposato la figlia di un sovrano locale, Lavinia, e fondato l'omonima città di Lavinio, dalla quale sarebbe poi nata Alba Longa. Secondo questo raccont, i romani discendono da un eroe venuto dalla lontanissima Frigia e da una principessa laziale.

La nascita di Roma quindi è stata attribuita ad un evento storico importante e memorabile della storia e della cultura greca.


INIZIA L'ERA MONARCHICA FRA LEGGENDA E STORIA dal 753 al 509 a.C.
Romolo non fu solo il fondatore di Roma, ma fu anche il primo dei sette re di roma, che, vista la periodizzazione, sembrano molto pochi, si  pensa, quindi, che siano stati molto miticizzati. Ognuno di questi re avrebbe dato il suo contributo alla creazione di riti, istituzioni e regole che i romani ritenevano caratteristici della loro cultura.

I 7 RE:
- Romolo: libera Alba Longa, fonda Roma e le dà la prima organizzazione politico-sociale; Crea varie norme di tradizione arcaica, come quella della posizione della donna.

- Numa Pompilio: Stabilisce i culti e le cerimonie dovuti alle varie divinità; fissa il primo calendario romano.

- Tulio Ostilio: Conduce Roma e sottomette i villaggi circostanti; prime manifestazione della vocazione espansionistica di Roma.

- Anco Marzio: Avvia una serie di opere pubbliche, tra cui il porto di Ostia e il primo ponte sul Tevere, il ponte Sublicio.

- Tarquinio Prisco: Primo dei tre re etruschi, costruisce il tempio di Giove e la cloaca massima, un canale di deflusso delle acque stagnanti.

- Servio Tullio: Fa erigere le mura Serviane. Appronta riforme politiche come l'istituzione dei comizi centuriati, assemblea da cui si è membri per nascita, come il senato, ma per censo, anche se i comizi nacquero nel primo periodo repubblicano.

- Tarquinio il Superbo: La tradizione ne sottolinea i metodi tirannici di governo e la crudeltà personale; questo fa montare l'opposizione popolare e conduce all'abbattimento della monarchia.

La monarchia etrusca venne cancellata nel 509 a.C. da una rivolta popolare pilotata dalle famiglie aristocratiche e portò alla cacciata del secondo Tarquinio e alla sostituzione della monarchia con un governo repubblicano. probabile però che per il controllo della città romana sia andata avanti per qualche tempo. Nel 474 a.C., gli etruschi ricevettero una sconfitta decisiva che li costrinse a rinunciare alla Campania e Roma uscì dalla loro sfera di influenza.

BRUTO LO SCIOCCO
Bruto era un il figlio di una sorella di Tarquinio il Superbo, e, quando quest'ultimo prese il trono violentemente, pur essendo suo nipote, Bruto non si sentiva al sicuro, così cominciò a dire cose incoerentie a comportarsi in modo ridicolo, la tattica funzionò e il Superbo, non solo lo risparmiò, ma lo invitava spesso a palazzo per ridere di lui. Ma Bruto nascondeva una mente lucidissima, per capire chi doveva prendere il trono, i figli di Tarquinio fisitarono l'oracolo di Apollo a Delfi, che disse a loro che colui che avrebbe baciato la madre, sarebbe diventato re. I due principi fecero a gara per abbracciare la madre, ma Bruto, capendo che per madre, l'oracolo intendeva la terra, la patria, cadde per finta e poggiò le labbra sulla terra. Egli diventò re, ma poco dopo la monarchia cadde e diede spazio all'età repubblicana.

I RAPPORTI CON GLI DEI & la civiltà dei padri

LE FUNZIONI DEL RE
Il re aveva tre importanti funzioni:
- Religiose, era un capo religioso.
- Amministrative, doveva governare la città e prendere le decisioni che riguardano sia la sua vita interna sia la politica estera.
- Militare, il re doveva guidare l'esercito.

PAX DEORUM
Se gli dei erano in pace coi romani, avrebbero garantito prosperità in epoca di pace e successo in tempo di guerra; se non lo erano le conseguenze sarebbero state carestie, sconfitte militari, epidemie, eventi o morti inspiegabili.
Quindi, prima di intraprendere qualche importante affare sia pubblico che privato, era buon uso consultare gli dèi.

LEGGERE I SEGNI DIVINI
Gli dèi manifestavano in molti modi la loro volontà agli uomini, potevano essere segni celesti, segnali atmosferici anomali, il volo degli uccelli, nascita di esseri o animali mostruosi. Anche le interiora degli animali sacrificati potevano essere dei segni divini, una certa conformazione del fegato, per esempio, poteva essere un segno favorevole o sfavorevole.

Prima di una guerra, era dovere chiedere il consenso ai sacerdoti:
- Aruspici
- Auguri

ESEMPIO DI SCONFITTA MILITARE
Nel 390 a.C. i romani subirono una sconfitta militare contro i galli, una popolazione proveniente dalla pianura padana. Da quel giorno, la data della sconfitta romana era considerata un giorno maledetto, in cui era meglio astenersi da qualsiasi iniziativa. Invece che attrbuire questa sconfitta militare a incapacità dei comandanti o dei soldati, all'inferiorità numerica, a circostanze come la conformazione del terreno o fattori metereologici sfavorevoli, i romani erano convinti che la sconfitta fosse attribuita all'ira degli dei, giustificata dal fatto che i romani non avevano rispettato alcune norme di tipo religioso, cioè quelle che prescrivono il modo corretto di dichiarare guerra al nemico. Avevano una cultura dove il ondo degli dèi interagisce continuamente su quello umano.

I PATRIZI
Il re non agiva da solo, ad assisterlo aveva il consiglio degli anziani, formato da un centinaio di persone, scelte fra le famiglie in vista della città. Tra l'VIII e il VI secolo i più ricchi erano i proprietari terrieri, i capifamiglia delle famiglie nobili, erano chiamati semplicemente padri, e i loro discendenti, PATRIZI. Tutti gli altri cittadini formavano la plebe.
I plebei e i patrizi erano legati però da un rapporto che i romani definivano clientela. I clienti erano plebei che si ponevano sotto la protezioe di un patrizio, che diventava così il loro patrono, e instaurava un rapporto che imponeva precisi obblighi reciproci. I patrizi proteggevano il loro cliente, gli insegnavano le leggi, lo difendevano in caso di processo, e, in cambio, il cliente doveva venerare il patrizio, e se quest'ultimo cadeva in povvertà, il cliente doveva pagare i suoi debiti e a mettere a disposizione una dote per le figlie.

I soli patrizi potevano partecipare alla vita politica e occuparsi al governo della città, il motivo principale era che i patrizi erano i soli a possedere gli auspìci (osservazioni degli uccelli) erano cioè i soli abitanti a entrare in contatto con la divinità e a interpretare i segni.
Il sacerdozio non svolgeva una funzione separata o indifferente dalla vita politica, a Roma non si interpretava il volere degli dèi perchè si era sacerdoti, ma si poteva essere sacerdoti perchè membri di una classe sociale che aveva tra i suoi privilegi quello di gestire il rapporto con la divinità.

IL PATER FAMILIAS
Con il termine familia, i romani intendevano non solo le persone, ma anche i beni materiali, cioè il patrimonio immobiliare e mobiliare, gli schiavi, che venivano considerati beni materiali e le persone legate da parentela, o di sangue, o acquisita per matrimonio o adozione. Il pater familias governava in modo assoluto sui beni materiali e sugli schiavi, in modo assoluto per natura su figli, nipoti o discendenti, e in modo assoluto per diritto sulla moglie, sulle mogli dei discendenti, o sui figli adottivi.
Il figlio non poteva compiere alcun atto giuridicamente rilevante, perchè il pater familias era l'unico membro della famigliadotato di capacità giuridica piena.
La struttura della famiglia romana, poteva scatenare tensioni tra le generazioni che, in casi estremi, potevano giungere al delitto più detestato e temuto dai romani, il parricidio. Si dice che Romolo si sarebbe rifiutato di stabilire una pena per questo delitto, ritenendo che nessuno avrebbe compiuto un tale gesto.

IL CONTROLLO SUL LAZIO
La fascia costiera del Lazio era un terreno che attirò popoli come equi, volsci e sabini, che abitavano in zone interne montuose, economicamente più povere. Si svolsero degli scontri stagionali: entravano nel territorio romano in primavera e compivano razzie; i romani reagivano penetrando nel territorio nemico a loro volta. Fu così che i romani nel V secolo a.C. riuscirono a imporre la loro egemonia sulle regioni del Lazio centro-meridionale.
Contemporaneamente, Roma dovette recuperare il primato sui popoli latini, i quali approfittavano sempre dei momenti di crisi per imporre un equilibrio diverso di forze.  Per i latini fu positivo in un primo momento, quando Roma era occupada a imporre la repubblica e togliere la monarchia, e mentre gli etruschi cercavano sempre di imporre il controllo della città.
Le ostilità terminarono nel 493 a.C., romani e latini stipularono il foedus Cassianum, che prevedeva la costituzione di un esercito comune e la divisione paritaria di terre e del bottino conquistato in guerra. Il compromesso, il FOEDUS CASSIANUM, durò fino al 340 a.C., quando tutte le città latine coalizzate con Roma si ribellarono; tre anni dopo si conclusero gli assedi con la vittoria romana: Roma sciolse l'alleanza.

LA CONQUISTA DI VEIO
Tra il V e il IV secolo, maturarono 2 nuove crisi:
- Nel 406 a.C. iniziò il decennale scontro contro la città etrusca di Veio, la posta in gioco era il controllo sul Tevere. Si concluse nel 396 con la capitolazione di Veio e la conquista della città da parte del dittatore Marco Furio Camillo, gli abitanti furono fatti schiavi e i loro beni, incamerati nello stato romano.
- I celti, originari del Reno, nel V secolo si espansero in Europa, con vasti flussi migratori, invasero le isole britanniche, la Boemia, la Francia, la penisola iberica e la pianura padana, dove cacciarono gli etruschi.
I romani li chiamarono galli e il loro incontro con la civiltà celtica fu traumatico, nel 390 a.C., una banda di Galli in cerca di bottino raggiunse la pianura padana, razziò l'Etruria e annientò le truppe romane mandate a fermarla. Roma fu occupata e saccheggiata dai galli comandati da Brenno e dopo aver versato un forte riscatto, si ottenne la cacciata degli invasori. Questa era la prima e l'ultima volta che sarebbe accaduto nei successivi ottocento anni.

LA CONQUISTA DEL MERIDIONE
I SANNITI
Le popolazioni dei lucani, bruzi e dei sanniti cominciarono ad espandersi verso la Campania, e raggiunsero il confine meridionale dell'area controllata da Roma. Ovviamente i romani vedevano i sanniti come una minaccia e ebbero come pretesto di attaccare, la richiesta di aiuto da parte delle città greche della Campania.

LA QUESTONE DELLE GUERRE SANNITICHE
FONTI E STORICI NON COMBACIANO
-Secondo le fonti:
343-341= vittoria romana
326-305= v"""""
295= v""""""""

-Secondo gli storici
343-341= vittoria romana
326-321= sconfitta romana
306-303= vittoria roman

LE GUERRA SANNITICHE
La prima guerra sannitica scoppiò nel 343 a.C. e continuò un paio di anni, senza risultati rilevanti.
A partire dal 326 le ostilità si riaccesero in una seconda guerra sannitica nel 326, i romani ricevono una grave sconfitta alle Forche Caudine nel 321 a.C., una stretta vallata dove l'esercito si trovò circondato. Lì Tito Livio scrisse AB URBE CONDITA e falsifica il risultato della battaglia. Roma cacciò dal loro territorio i sanniti e nel 305 a.C. ottenne un grande successo conquistando un loro importante centro, Boiano.
La terza guerra sannitica ricominciò, meno di dieci anni dopo la cessione della Campania da parte dei sanniti. Nel 295 ci fu una grande vittoria romana di Sentino, in Umbria. Nei decenni successivi continuarono a ribellarsi contro Roma, e per sconfiggerli fu necessario due secoli dopo uno sterminio di massa di cui si rese responsabile il generale e un politico conservatore, Lucio Cornelio Silla.

LA GUERRA DI TARANTO
Per il controllo del meridione mancava soltanto la colonia spartana di Taranto. Quando Roma cominciò la guerra nel 280 a.C., Pirro, re dell'Epiro. Fu il primo a fare uso dell'elefante in guerra e rappresentò una minaccia per Roma, e chiamarono l'animale, "bue lucano".
Pirro ottenne due vittorie nel 280-279 a.C., non risolutive, ebbero tante perdite. Nella battaglia di Benevento nel 275 a.C., fu sconfitto e costretto a rientrare in Grecia, Taranto era segnata e negli anni successivi furono stipulati tutti i trattati di sottomissione alle colonie greche in Italia. Taranto fu occupata nel 272 a.C.

Vengono create due tipi di colonie, insediamenti che venivano fondati nei terreni di nuova acquisizione, latine e romane, quelle romane avevano pieni diritti di cittadinanza dei coloni, mentre quelle latine avevano diritti civili ed economici-giuridici.
I municipi, i centri urbani che esistevano già nei territori, erano centri autonomi dal punto di vista giuridico e amministrativo. Erano divisi sempre in latini e romani, i primi avevano la concessione di soli diritti civili, i secondi avevano la concessione di diritti civili e politici agli abitanti.

LE MAGISTRATURE
Quando la figura del re venne meno, fu sostituita da un sistema di magistrature, che non venne interamente compiuto all'indomani del 509 a.C., ma si costruì in un paio di secoli.
I gradini del sistema delle magistrature:

- questori: amministravano il denaro pubblico, le entrate e le uscite. Arrivarono a 60.

- edili: controllavano il mercato, le forniture alimentari, i luoghi pubblici, gli spettacoli e i giochi teatrali.

- pretori: amministravano la giustizia, ma avevano anche il potere di guidare l'esercito.

- consoli: costituivano la magistrature più importante, rimasero sempre in due, il loro potere, l'imperium, avevano importanti competenze sia civili che militari, ed era simboleggiata da sei littori, coloro che accompagnavano i consoli in ogni apparizione pubblica. Detenevano il supremo comando militare, guidavano in guerra l'esercito, avevano il diritto di stipulare trattati con altri stati e convocare il senato e le assemblee popolari

- censori: erano eletti in numero di due e restavano 18 mesi, dovevano effettuare il censimento della popolazione, di ripartirla in classi di censo.

- il dittatore: eletto in casi di estremo pericolo per la città, aveva tutti i poteri, sospendendo quelli di magistrature ordinarie, durava 6 mesi o a fine emergenza.

LE GUERRE PUNICHE
1) 264-241
2) 218-202
3) 149-146

ROMA CONTRO CARTAGINE
Cartagine era una colonia fenicia, fondata mezzo secolo prima di Roma sulla costa settentrionale dell'Africa, nel territorio corrispondente all'attuale Tunisia. I Cartaginesi   avevano acquisito tutto il controllo del mar Mediterraneo occidentale. Il governo di Cartagine ricordava molto quello romano, c'erano 2 magistrati supremi, gli sufeti, ai quali si affiancava un consiglio degli anziani, e un'assemblea popolare. Era debole soltanto l'organizzazione militare Cartaginese: le truppe erano fornite dalle città alleate o da quelle sottomesse.

Voglio dei cresiti please!! grazieate

Leon9611

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Risposte:

Messaggioda *Yole* » 11 set 2011, 15:31

grazieate credito dato

*Yole*

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