Cesare: vita, De Bello Gallico, De Bello Civili - Sintesi

Messaggioda Vikious » 2 ott 2011, 11:56

Cesare nacque a Roma il 13 Luglio del 100 a.C, dalla gens Iulia. Suo padre si vantava di discendere dalla gens Iulia, in quanto essa discendeva a sua volta direttamente da Venere; in realtà la gens Iulia era una famiglia di nobiltà inferiore e di origine albana.
La carriera politica e militare di Cesare iniziò fra l'80 e il 78 a.C, quando ancora era in Asia, dove era fuggito per scampare alle liste di proscrizione nelle quali era stato aggiunto. Alla morte di Scilla, potè tornare a Roma per iniziare il suo cursus honorum che procedette piuttosto velocemente: nel 74 quando era ancora in Spagna, fu nominato pontefice, nel 67 questore, nel 65 edile, nel 63 pontefice massimo, e questo fu il suo primo grande successo. Nel 62 fu nominato pretore e nel 61 pretore della Gallia Ulteriore.
Il periodo che va dal 60 e il 59 è molto importante per Cesare in quanto egli nei soli primi 6 mesi del 59 riuscì a realizzare tutti i suoi obiettivi politici, regnando in modo molto democratico nel primo triumvirato che fondò insieme a Pompeo e Crasso.
Dal 58 al 52 a.C Cesare conquistò tutta la Gallia. Il suo potere politico e militare si sentiva, e perciò pensò di andare contro lo Stato.Al senato chiede si prorogare il suo comando, ma il senato gli negò questa richiesta. Allora Cesare con il gesto di soprassare il Rubicone, iniziò una guerra civile che terminò nel 48 a.C. Con la morte di Pompeo, Cesare non ebbe più alcun nemico, e così cominciò a comandare da solo: nel 44 infatti gli fu data la dittatura a vita, dopo quella decennale e annuale.
Nel 44 a.C, il giorno delle Idi di Marzo, il 15 Marzo, un gruppo di congiurati, tra cui Bruto e Cassio, lo uccisero a pugnalate.
Cesare scrisse varie opere, tra cui:
-l'Anticato, che è un'opera anti Catone in cui appunto critica la figura e il personaggio di Catone;
-il DeAnalogia, opera a carratere filologico, in cui Cesare presenta un dibattito tra analogisti e anomalisti, in cui egli si trova dalla parte dei primi; opera dedicata a Cicerone;
-e i Commentarii, conosciuti meglio con i nomi di De Bello Gallico/De Bello Civili.
Il De Bello Gallico è un insieme di 8 libri, scritti tra il 58 e il 50 a.C, ed è un testo a carattere militare, anche se Cesare non focalizza tutte le sue attenzioni nel parlare delle tattiche e strategie militari (anche se giustifica ogni sua mossa), piuttosto focalizza la sua attenzione ad elogiare la superiorità militare dei Romani. Egli pone la loro superiorità al di sopra di ogni altro popolo, specificando però che la loro bravura non era dovuta solo alla coesione e fedeltà delle truppe, ma all'immensa abilità e tattica militare che avevano.
Cesare, inoltre, oltre che a questa stima che aveva per le sue truppe, ci tiene anche ad instaurare un rapporto, di amicizia o di conflitto con ogni popolazione che incontra. Infatti, nel primo capitolo del primo libro, non si limita a descrivere geograficamente dove si trova, ma descrive anche le varie usanze e i costumi delle popolazioni ivi stanziate.
Non segue uno schema preciso, ma si può dire che la successione è questa:
-descrizione della natura e geografica;
-descrizione politica;
-rapporti con popolazioni vicine;
-usi, costumi, tradizioni, religioni;
-curiosità varie;
-abitudini militari.
Inoltre, lo stile di Cesare è volutamente freddo, schietto e distaccato, molto oggettivo e imparziale. Anche il linguaggio non è affatto vario: quando usa un termine, non lo cambia con nessuno dei suoi sinonimi.
Il De Bello Civili è un insieme che comprende tre libri e che parla dei fatti avvenuti nel 49-48 a.C.
Nel primo libro parla della fine della guerra civile, dell'uscita di Pompeo dall'Italia e della guerra di Spagna, nel secondo libro si parla della nomina di Cesare a dittatore, della guerra di Marsiglia e nel terzo libro degli eventi successivi alla guerra civile.
Qui il linguaggio è diverso: Cesare non è più il freddo commentatore del De Bello Gallico, piuttosto in quest'opera è come se si sfogasse dei suoi avversari: infatti dà a loro la responsabilità e la colpa della guerra. Inoltre fa molti paragoni tra l'abilità e la bravura delle sue truppe e di lui stesso come un esperto, attento e capace comandate, e i suoi avversari, inferiori rispetto alla superiorità Romana.

Vikious

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Messaggioda *Yole* » 3 ott 2011, 14:30

ti metto il credito

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