FILOSOFIA: ficino, pico, galilei, bacone

Messaggioda lia94 » 11 nov 2011, 15:11

LA CONCEZIONE RINASCIMENTALE DELL’UOMO

• L’uomo come artefice di se stesso
Il nucleo dell’antropologia rinascimentale risiede nella celebre affermazione homo faber ipsius fortunae (l’uomo è fabbro della propria sorte). Con questa frase gli scrittori del Rinascimento intendono dire che la prerogativa dell’uomo risiede nel forgiare se stesso e il proprio destino nel mondo.
Nel Medioevo l’uomo si considerava parte di un ordine cosmico già fatto, che egli doveva solo riconoscere ed eseguire Nel Rinascimento l’uomo deve costruire e conquistare da solo il proprio posto nel mondo.

• L’uomo e Dio
Nel Medioevo Dio era al centro di tutto, quindi al centro di ogni sapere e di ogni attività del mondo Nel Rinascimento al centro di tutto c’è l’uomo che acquista molto maggior valore rispetto all’uomo medioevale.

• Il rifiuto dell’ascetismo medievale e l’esaltazione della vita attiva, del piacere e del denaro
Alla difesa della dignità dell’uomo e alla visione dell’esistenza come auto-progetto si accompagnano soprattutto il rifiuto dell’ascetismo medievale e la concezione della vita come impegno concreto e non come fuga. Per i rinascimentali, l’uomo non è un ospite di passaggio nel mondo o un pellegrino in attesa dell’aldilà, ma è un essere profondamente radicato sulla terra, destinato in primo luogo a “giocarsi” la propria sorte in questa vita. Da ciò deriva l’elogio della vita attiva, l’esaltazione della gioia e del piacere, l’idea della felicità come realizzazione armonica e completa delle possibilità umane (eudaimonia) e il riconoscimento del valore del denaro visto come elemento indispensabile alla vita e alla conservazione dell’individuo e della società.

IL PLATONISMO RINASCIMENTALE

Con l’Umanesimo si ebbe una vera e propria riscoperta di Platone che si concretizzò nel cosiddetto “platonismo rinascimentale”.
In Platone si vide il più artista tra i filosofi e la figura più affascinante della classicità. Alcuni lo rappresentarono come l’ideale antagonista di Aristotele altri come il più adatto a esprimere l’inquietudine dell’uomo, ma soprattutto veniva considerato il filosofo più vicino allo spirito religioso del cristianesimo (si pensava che Platone e Plotino fossero la stessa persona. Solo nell’800 si comincerà a distinguerli)
Il Rinascimento disponeva di Platone la versione integrale dei sui Dialoghi e si potevano leggerli direttamente nella lingua originale. Intanto, però, cominciarono a diffondersi le prime traduzioni dei sui scritti.


• Ficino
Marsilio Ficino tradusse in latino i dialoghi di Platone e fondò l’Accademia platonica fiorentina la più importante accademia del ‘400 di stampo platonico voluta e finanziata da Lorenzo il Magnifico. Vi parteciparono oltre a Lorenzo anche scrittori come Poliziano e artisti come Botticelli.
Ficino individua nel creato 5 essenze di cui due inferiori e materiali (corpo e qualità), due superiori e spirituali (angelo e Dio) e una mediana cioè l’anima. l’anima è il centro e il punto di coesione dell’universo perché è quella che unisce le essenze superiori e quelle inferiori. Poiché l’anima è tipica dell’uomo, l’uomo è l’unico essere che possa scendere o salire questa “scala” perché gli esseri bruti non possono arrivare al livello di Dio, ne Dio e gli angeli precipitare al livello bestiale, invece l’uomo si: se sviluppa la sua spiritualità arriva al livello di Dio, se si abbandona ai propri istinti materiali scende al livello delle bestie.
Da questo punto di vista la visione di Ficino è chiaramente antropocentrica, perché l’uomo o meglio la sua anima è al centro di tutto anche se non sostituisce Dio che rimane al vertice. La forza che spinge l’anima verso Dio, ma anche Dio verso l’anima e il creato. È dunque l’amore che eleva l’uomo verso Dio e porta Dio ad occuparsi degli uomini. Si tratta, però, di un amore spirituale perché l’eros fisico e materiale conduce invece l’uomo a precipitare verso il corpo e quindi il suo elemento più basso.

• Pico della Mirandola
Come per Ficino anche per Pico della Mirandola l’uomo è l’unica creatura libera, l’unica che può scegliere il proprio destino perché un animale è determinato ad essere quel che è, mentre l’uomo sceglie quello che vuole essere perciò come per Ficino, l’uomo può salire al livello degli esseri superiori e Dio o precipitare al livello degli animali: la scelta spetta a lui e la responsabilità è sua.

LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

• La nascita della scienza moderna: un evento di importanza capitale
Nella storiografia contemporanea italiana ed estera la nascita della scienza ha assunto sempre maggior rilevanza.
Dalla rivoluzione scientifica emergono:
1. La concezione della natura come ordine oggettivo e casualmente strutturato di relazioni governante da leggi
2. La concezione della scienza come sapere sperimentale-matematico e valido per tutti, avente come scopo la conoscenza progressiva del mondo circostante e il dominio di esso da parte dell’uomo.

• Nuovo modo di concepire la scienza
La scienza è un sapere
1. sperimentale perché si fonda sull’osservazione dei fatti e perché le sue ipotesi vengono giustificate su base empirica e non su base razionale.
2. matematico perché si fonda sul calcolo e sulla misura
3. intersoggettivo perché i suoi procedimenti vogliono essere accessibili a tutti e le sue scoperte vogliono essere universalmente valide.
il fine della scienza è la conoscenza oggettiva del mondo e delle sue leggi. Conoscere le leggi della natura, dunque, vuol dire poterla controllare e dirigere a nostro vantaggio.

• Le forze ostili
Per affermarsi la scienza moderna ha dovuto combattere contro la tradizione culturale e le autorità ecclesiastiche.
La tradizione culturale si sentiva minacciata dalla scienza perché quest’ultima metteva in discussione le teorie cosmologiche e fisiche ritenute fino al quel momento certissime (Aristotele, San Tommaso e Tolomeo) e svuotava di senso ogni “dogma” intellettuale legato alle autorità del passato.
Le autorità ecclesiastiche si sentivano minacciate perché vedevano distruggere pezzo per pezzo quella visione cosmologica in cui avevano inquadrato la propria dottrina. La scienza moderna metteva in discussione soprattutto l’autorità di Aristotele e la parola divina espressa dalla Bibbia.
La tradizione culturale, la chiesa e i fautori delle scienze occulte giocarono la carta delle “autorità” cercando di scoraggiare intellettualmente e moralmente i seguaci delle nuove idee. Questo fatto, però, spronò di più gli scienziati ad approfondire le loro dottrine, stimolandoli a cercare prove sempre più solide a favore delle loro teorie.

LA RIVOLUZIONE ASTRONOMICA E LA NUOVA FILOSOFIA DELL’INFINITO

La rivoluzione astronomica, con cui prende avvio la rivoluzione scientifica, si colloca nella storia dell’Occidente, come uno degli avvenimenti culturali che maggiormente hanno contribuito al passaggio dall’età antico-medievale all’età moderna.

• L’universo degli antichi e dei medievali
L’universo degli antichi (universo aristotelico-tolemaico) era:
1. unico in quanto pensato come il solo universo esistente
2. chiuso perché in immaginato come una sfera limitata dal cielo e dalle stelle fisse
3. finito perché l’infinito aristotelicamnete parlando era soltanto un’idea e non una realtà attuale
4. fatto di sfere concentriche intese come qualcosa di solido e di reale su cui erano incastonate le stelle e i pianeti. Si avevano così, al di sotto della sfera delle stelle fisse, i cieli di Saturno, Giove, Marte, Mercurio, Venere, Sole e Luna.
5. sotto il cielo della Luna stavano i quattro elementi con la Terra immobile e al cento di tutto (geocentrismo)
6. qualitativamente differenziato in due zone cosmiche una perfetta detta “mondo sopralunare” costituita dall’etere (elemento divino) e una imperfetta detta “mondo sublunare” formata dai quattro elementi (acqua, terra, aria e fuoco)

DAL GEOCENTRISMO ALL’ELIOCENTRISMO COPERNICO

Con Niccolò Copernico ha avuto inizio il processo della rivoluzione astronomica, infatti scrisse un opera intitolata “la rivoluzione dei corpi celesti”.
Egli riteneva che la dottrina tolemaica fosse troppo complessa e cercando in alcuni libri antichi, per trovare delle soluzioni alternative al geocentrismo, si imbatté nell’idea dell’eliocentrismo (di cui parlavano già i pitagorici ed Eraclito).
La descrizione del sistema copernicano è riassunta nel X capitolo della prima delle sei parti di cui si compone la sua opera “la rivoluzione dei corpi celesti”:
1. al centro dell’universo sta, immobile, il Sole
2. attorno al Sole ruotano i pianeti
3. la Terra si trova tra gli altri pianeti e gira su se stessa
4. la Luna ruota intorno alla Terra
5. lontano dal Sole e dai pianeti si trovano le stelle fisse

il teologo luterano Andreas Osiander premise all’opera di Copernico, senza il suo permesso, una prefazione anonima dal titolo “al lettore sulle ipotesi di quest’opera”. In questa prefazione Osiander sosteneva la natura puramente “ipotetica” e “matematica” della nuova dottrina astronomica.

GALILEO GALILEI

Galileo Galilei compì i primi studi di letteratura e di logica a Firenze, ma per volere del padre si iscrisse alla facoltà di medicina dell’università di Pisa. Per questo tipo di studi, però, non mostrò alcun vero interesse e tornò a Firenze senza aver conseguito nessun titolo universitario.
A Firenze Galilei approfondì gli studi matematici e cominciò a compiere osservazioni fisiche (scoprì la legge di caduta dei gravi).
Grazie all’invenzione del cannocchiale nel 1609 si aprì la serie delle grandi scoperte astronomiche, ma proprio per queste scoperte Galilei si sconterà con gli aristotelici e con le gerarchie ecclesiastiche.
Nel 1616 il capo dell’inquisizione, il cardinale Bellarmino, diffidò Galilei dal professare la nuova astronomia, ma nel frattempo Galilei stava lavorando al “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, il tolemaico e il copernicano”, incoraggiato dal papa Urbano VIII che, però, in seguito lo citò a comparire davanti all’inquisizione. Il processo durò poco e si concluse con l’abiura di Galilei (per evitare la condanna a morte Galileo Galilei rinnegò pubblicamente le sue teorie e venne condannato agli arresti domiciliari)

• la polemica contro la chiesa e contro i teologi
La Controriforma aveva stabilito che ogni sapere dovesse essere in armonia con le sacre scritture, nella precisa interprestazione che ne aveva fornito la chiesa cattolica.
Alla fine, però, si ebbe una sorta di conciliazione tra la scienza e la Bibbia: se la Bibbia è arbitro nel campo etico-religioso, la scienza è arbitro nel campo delle verità naturali, quindi non è la scienza che deve adattarsi alla Bibbia, ma è l’interpretazione della Bibbia che deve adattarsi alla scienza.

• la polemica contro gli aristotelici e i tolemaici
Gli aristotelici continuavano a sostenere il dogmatismo antiscientifico che ostacolava l’avanzamento del sapere. Ad esempio in uno dei racconti del “Dialogo” di Galilei uno dei personaggi avendo potuto osservare insieme ad altre persone, in casa di un medico, che in un cadavere umano i nervi partono dal cervello e non dal cuore, come invece aveva sostenuto Aristotele, ebbe l’occasione di sentir dire da un aristotelico che se Aristotele affermava una cosa, come valeva per la Bibbia, questa cosa non poteva essere contesta.

LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLOGIA ARISTOTELICO-TOLEMAICA E LE SCOPERTE ASTRONOMICHE

Tradizionalmente si pensava che la Luna, questo vale anche per tutti gli altri pianeti, fosse perfettamente sferica (cioè liscia e levigata). Le osservazioni telescopiche di Galilei, invece, dimostrarono che le macchie che si vedevano a occhi nudo su di essa erano delle ombre proiettate dalle montagne lunari sotto l’effetto della luce del Sole e che quindi la superficie della Luna era ricoperta da montagne, valli ecc… come sulla Terra.
Aristotele credeva anche che i pianeti che ruotavano intorno alla Terra non potessero avere dei satelliti, invece, Galilei scoprì i quattro satelliti di Giove, battezzati “pianeti medicei” che compiono attorno ad esso gli stessi movimenti che la Luna compie attorno alla Terra.
Galilei capisce, dunque, che se Giove ruota insieme ai suoi satelliti intorno al Sole, come sosteneva Copernico, nulla vieta di pensare che anche la Terra, con il suo satellite possa ruotare intorno al Sole.
I tolemaici sostenevano che i corpi celesti, essendo perfetti, fossero immutabili, invece con la scoperta delle macchie solari si capisce che il Sole, come gli altri pianeti, sono soggetti a trasformazioni continue e quindi non sono fatti di etere e non sono immutabili.
Galilei, sempre grazie al telescopio, scoprì che oltre alle stelle fisse, che si vedono a occhio nudo, ci sono innumerevoli altre stelle, perciò ipotizza un universo infinito.

IL DIALOGO SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO

Per presentare la teoria geocentrica degli aristotelici, Galileo sceglie Simplicio e per difendere la teoria copernicana sceglie Salviati. Per la parte del neutrale moderatore sceglie Sagredo. Anche se Galileo presenta i personaggi del Dialogo non intervenendo personalmente a dar ragione all’uno o all’altro, è chiaro che l’autore da ragione a Salviati servendosi dell’arbitro Sagredo e da sempre contro a Simplicio mostrando così chiaramente la sua adesione al copernicanesimo e il suo rifiuto del sistema tolemaico.
Il Dialogo è diviso in quattro giornate:
1. nella prima giornata Galilei mostra sulla base delle sue scoperte astronomiche che non c’è una distinzione tra la struttura della Terra e quella degli altri pianeti e che quindi gli altri pianeti non sono fatti di etere.
2. Nella seconda giornata è dedicata alla confutazione degli argomenti contro il moto della Terra
3. Nella terza giornata viene dimostrato il moto di rotazione della Terra.
4. Nella quarta giornata Galilei espone la sua dottrina delle maree (è sbagliata)

BACONE

Bacone progettò un’enciclopedia intitolata “instauratio magna”. Questa è un’opera ambiziosissima che nelle intenzioni di Bacone doveva sostituire l’enciclopedia aristotelica e fare una nuova enciclopedia basata sulla scienza sperimentale e sul metodo dell’induzione al contrario di Aristotele che aveva basato la sua enciclopedia su intuizioni razionali e sul metodo della deduzione.




• l’esigenza di interpretare la natura per dominarla
Di questo vasto progetto Bacone ha realizzato adeguatamente solo il “Nuovo Organo” che era un trattato di logica e già dal titolo mostra la sua opposizione ad Aristotele che aveva chiamato “Organo” i suoi scritti di logica.

L’intelligenza umana ha bisogno di strumenti efficaci per penetrare nella natura e dominarla e questi strumenti dell’intelligenza son gli esperimenti che vanno escogitati e adattati tecnicamente allo scopo che si vuole realizzare.
Il connubio tra la mente e l’universo non si può celebrare finché la mente rimane incastrata tra gli errori e i pregiudizi che le impediscono di interpretare la natura.
Bacone oppone l’interpretazione della natura all’anticipazione della natura.
• L’anticipazione della natura prescinde dall’esperimento e passa immediatamente dalle cose generali a quelle particolari. È quindi un procedimento deduttivo: si formula un’idea generale e si traggono conseguenze particolari. Questa è la via di cui si serve la logica tradizionale cioè quella di Aristotele e di San Tommaso.
• L’interpretazione della natura si addentra con metodo e con ordine nell’esperienza andando lentamente dalle cose particolari a quelle generali. Questo è il metodo di Bacone cioè quello induttivo: da osservazioni particolari, scientificamente sperimentate, si passa a leggi generali che hanno la loro base nell’osservazione sperimentale, quindi non su intuizioni non provate.

• I pregiudizi della mente
Il primo compito di Bacone è quello di eliminare le anticipazioni che dipendono dalla natura umana e sono quelle che Bacone chiama idola tribus e idola specus.
1. Gli IDOLA TRIBUS (=tribù) sono i pregiudizi che generalmente affliggono tutta la specie umana. Un esempio è quello di pensare ad una armonia universale che regga tutte le cose. Questo è un pregiudizio perché non è in nessun modo dimostrabile.
2. Gli IDOLA SPECUS (=caverna) sono i pregiudizi che prevengono dalle predisposizioni, dalle attitudini e dal’educazione degli individui per cui uno è portato a vedere la realtà attraverso quelli che sono i propri interessi come Pitagora che essendo un grande matematico fu portato a leggere la realtà come un’insieme di numeri.

Oltre a queste due specie naturali di idoli ci sono anche quelli provenienti dal di fuori come gli idola fori e gli idola theatri.
1. Gli IDOLA FORI (=piazza) sono le conversazioni e il conformismo: pensare una certa cosa perché tutti pensano così
2. Gli IDOLA THEATRI (=teatri) sono i sistemi filosofici tradizionali, ingegnosi, logici e ben costruiti oppure falsi.

Tra le cause che impediscono agli uomini di liberarsi dagli idoli e di procedere nella conoscenza effettiva della natura, Bacone pone in primo luogo la riverenza per la sapienza antica. Sempre Bacone dice che la verità è figlia del tempo, non dell’autorità, infatti egli pensa che essa si riveli gradualmente all’uomo, attraverso gli sforzi che si sommano e si integrano nella storia.

IL METODO INDUTTIVO

Bacone per la prima volta introduce il metodo sperimentale nella filosofia: bisogna partire dalla raccolta di dati, sperimentarli e solo dopo si può dare una legge generale. Questo metodo sperimentale è il metodo induttivo che è l’esatto contrario del metodo deduttivo di Aristotele che parte da leggi generali e da li trae conseguenze particolari. Nel metodo induttivo di Bacon si parte invece da casi particolari fino ad arrivare a leggi generali.

• Le diverse fasi del metodo
la scelta e l’eliminazione sulle quali si fonda l’induzione scientifica suppongono in primo luogo la raccolta e la descrizione dei fatti particolari. Questa fase è definita da Bacone “storia naturale e sperimentale” perché non deve essere immaginata o escogitata bensì dettata dall’esperienza, cioè dalla stessa natura.
La storia naturale, però, e molto varia e complessa quindi è stata sistemata in un ordine idoneo attraverso delle tavole cioè delle catalogazioni di dati sperimentali:
1. Tavole della presenza dove raccolgo tutti i casi che hanno in comune un particolare elemento (es. calore)
2. Tavole dell’assenza dove raccolgo casi analoghi a quelli della prima tavola in cui però il fenomeno non si presenta (es. i raggi lunari sono come i raggi del sole ma non producono calore)
3. Tavole dei gradi o comparativo dove raccolgo i casi in cui il fenomeno si presenta nei suoi gradi decrescenti (es. in un forno c’è più caldo che in un golf di lana)

Una volta trovate tutte le corrispondenze continuiamo gli esperimenti tenendo solo le ipotesi che vengono confermate dagli esperimenti.
Il metodo di Bacone non vuole essere né una semplice raccolta di fatti (empirismo), né un astratto ragionamento (razionalismo), bensì una razionale interpretazione e selezione dei dati. Assimilando gli empirici alle formiche (che accumulano soltanto) e i razionalisti ai ragni (che ricavano da loro stessi la tela), Bacone paragona il proprio metodo di lavoro alle api che succhiano il nettare dei fiori per produrlo in miele.

LIA 94

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Messaggioda giada » 13 nov 2011, 8:48

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