La guerra di indipendenza americana

Messaggioda tucano » 18 dic 2011, 20:25

LA PROCLAMAZIONE DELL’INDIPENDENZA



Del Congresso facevano parte uomini di cultura e di grande prestigio come Benjamin Franklin e Thomas Jefferson. Essi ispirarono la Dichiarazione d’indipendenza approvata il 4 luglio 1776.

Descritti i motivi che avevano spinto i coloni americani a rompere i legami con l’Inghilterra, la dichiarazione stabiliva un principio fondamentale: tutti gli uomini crescono uguali e dotati di diritti che nessuno può loro togliere, come il diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della propria felicità. Non meno importante era un altro principio: quando un governo nega questi diritti il popolo ha il diritto di ribellarsi e cambiarlo.

Entrambi questi principi furono alla base degli Stati Uniti d’America, una repubblica fondata sul rispetto dei diritti dell’uomo e della sovranità del popolo.

Nella realtà il principio della sovranità popolare, cioè l’idea che ogni potere appartiene al popolo, venne sottoposto a numerose limitazioni. Inizialmente, il diritto di voto venne limitato ai cittadini che possedevano delle proprietà. Inoltre gli schiavi neri vennero esclusi dal diritto alla libertà. Tuttavia, pur con i suoi limiti, la democrazia americana fu, per quell’epoca, un grande passo e una straordinaria conquista.



LA GUERRA D’INDIPENDENZA



L’esercito inglese era superiore e meglio armato. I coloni, tuttavia, combattevano per le loro case e la loro terra.

Ciononostante, Washington adottò una tattica militare prudente, tesa a evitare grandi battaglie e a guadagnare tempo. Poiché molti uomini politici inglesi erano contrari alla guerra, egli cercò soprattutto di prolungarla, rendendola così più costosa per l’Inghilterra, che doveva mantenere oltre oceano un esercito.

Nel frattempo il Congresso inviò in Europa diversi ambasciatori tra i quali Benjamin Franklin, per ottenere l’appoggio di altre nazioni.

Nel 1778 la Francia, tradizionale nemica dell'Inghilterra entrò in guerra, inviando un corpo di spedizione e una flotta. L’intervento francese si rivelò determinante: gli inglesi furono sconfitti a Yorktown, nel 1781.

Con il trattato di Versailles, firmato nel 1783, l’Inghilterra riconobbe l’indipendenza degli Stati Uniti e cedette alla Francia alcune isole delle Antille e la colonia africana del Senegal.

Dopo l'indipendenza

Anche dopo l'indipendenza svariati problemi rimasero aperti; sorsero dei problemi tra gli stati, che col passare del tempo divennero più aspri. In particolare: gli interessi degli stati agricoli del sud non erano gli stessi di quelli del nord, che si avviavano verso uno sviluppo economico industriale.

Un forte motivo di disaccordo fu il mantenimento della schiavitù, che gli stati del sud impiegavano largamente. Nel corso dell'ottocento questi contrasti sarebbero stati la causa di una guerra civile fra Nord e Sud: la guerra di secessione.

Intanto gli Stati Uniti crescevano allargandosi nei territori del sud e soprattutto in quelli dell'ovest, immensi e poco popolati. Alcuni stati furono acquistati a pagamento, come la Louisiana dai francesi, la Florida dagli Spagnoli. Altri furono tolti ai messicani, come il Texas, il Nuovo Messico, la California. Altri infine furono occupati dai coloni e sottratti alle tribù indiane.

Sviluppo di una grande nazione

Lo sviluppo degli Stati Uniti fu rapido e impetuoso, favorito dal continuo arrivo di molti europei.

Nel 1790 la popolazione americana era di 3,9 milioni di abitanti; nel 1800 era salita a 5,3 milioni, nel 1859 raggiunse i 23,2 e infine toccò i 73,6 milioni nel 1900.

Questo rese possibili la colonizzazione e lo sfruttamento dei nuovi territori e lo sviluppo dell'economia americana.

Ad attirarli furono soprattutto alcune caratteristiche della società americana dell'epoca: la libertà d'iniziativa, la mancanza di privilegi e di gravi discriminazioni (ma questo valeva solo per i bianchi), il fascino del lavoro indipendente, la fiducia nell'attività umana, la speranza in un futuro migliore, la possibilità di costruire con le proprie mani il proprio successo e il proprio benessere.

Erano obiettivi che nell'Europa del tempo sembravano ancora molto difficili da realizzare e che, al contrario negli Stati Uniti, apparivano possibili.

La realtà fu spesso diversa. Quella che si formò fu una società sovente dura e spietata, che non lasciava spazio ai poveri, ai deboli, ai perdenti. Tuttavia, attraverso sofferenze che è difficile descrivere e a prezzo di anni e anni di lavoro durissimo, un grande numero di lavoro durissimo, un grande numero di emigranti europei trovò negli Stati Uniti una nuova patria e una vita più libera e dignitosa di qualla che aveva lasciato nel proprio paese di origine.

tucano

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Messaggioda *Yole* » 21 dic 2011, 15:41

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