Appunti tema: I giovani

[sennaretta]

Al giorno d’oggi si sente spesso parlare della scuola in crisi. La questione della scuola non riguarda soltanto l’universo di studenti, insegnanti e politici, ma riguarda l'intera comunità nazionale. Come sappiamo, la scuola prima di dare l'istruzione dovrebbe educare la persona e insegnagli a interagire con il mondo circostante. Perché oggi come oggi ciò nelle scuole non avviene quasi più? Prendersi cura d’istituti, licei e università e dei loro problemi è interesse di ogni cittadino che abbia a cuore le sorti della propria nazione. In questi ultimi anni il mondo dell'istruzione è al centro di un dibattito circa alcune riforme. I governi che si sono succeduti, pur presentando progetti contraddittori, sono d'accordo su un punto: che la scuola così com'è non va bene, che deve essere cambiata per rispondere più adeguatamente ai cambiamenti della società. E, infatti, è stato così, anche con le ultime riforme istituite dal ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini. La scuola di oggi è la società di domani, sarà la base di un futuro migliore, per noi e per i nostri figli. Il numero di laureati e diplomati, in Italia, risulta essere inferiore alla media dei Paesi economicamente più sviluppati. Il problema di un cambiamento nel mondo della scuola, non è avvertito soltanto in Italia, ma è al centro di un dibattito politico e culturale a livello mondiale, in pressoché tutti gli stati più evoluti, USA in testa. Questo è il mio parere: attualmente la maggior parte dei mestieri, anche quelli più umili, richiedono un titolo di studio, è anche vero però che a molti giovani oggi non va di studiare, e se fosse per loro si fermerebbero tranquillamente alla terza media e inizierebbero a lavorare. La scuola è una perdita di tempo per loro, uno spazio per incontrarsi tra coetanei e per non annoiarsi. E l'impressione è quella che nessuno abbia soluzioni pronte e infallibili, che nessuno sia sicuro di avere in tasca un modello di scuola e di educazione perfettamente consone a quelle che sono le esigenze di un mondo in cui le trasformazioni si fanno ogni giorno più incalzanti. Ed ecco allora che arriviamo al punto in cui la scuola non è più un mezzo per crescere interiormente e culturalmente, ma solo un luogo inutile dove bisogna obbligatoriamente andare per trovare un lavoro in futuro. Insomma, secondo me questa è una delle cause principali che hanno provocato la decadenza della scuola italiana. Personalmente, ritengo che la scuola dovrebbe, da una parte, rimanere così com’è, mantenendo tuttavia un nucleo forte di disciplina come al tempo dei nostri nonni, (allora forse era un po' troppo autoritaria... ma godeva di un rispetto e di una considerazione necessaria alla formazione culturale dell'individuo). La scuola purtroppo è un riflesso della società; nel mondo tutto è ormai ridotto a essere merce, tutto ha un costo, e se qualcosa non ha utilità pratica, è considerata inutile ed eliminata. Il suo ruolo principale è l'apprendimento, l'insegnare agli allievi a usare il proprio potenziale, a usare la mente, ad imparare ad affrontare la vita. La scuola dovrebbe essere una grande discussione, dinamica, in cui tutti imparano, anche gli insegnanti, proprio perché il mondo è in continuo movimento. E invece, che fa? Purtroppo l'obiettivo primario dell'andare a scuola è il voto, si studia per il voto, a memoria, mettendo da parte l'apprendimento. Secondo me la scuola deve sì preoccuparsi di preparare lo studente a un suo futuro inserimento nel mondo del lavoro, ma non ritengo sia questo il suo compito principale: secondo me, è quella di formare cittadini dotati degli strumenti culturali idonei a capire (e, eventualmente, criticare) il mondo moderno. Ecco perché è così importante insegnare ad apprendere e ad acquisire quella forma mentis che consenta agli individui di reagire positivamente ai cambiamenti costanti in cui ormai siamo tutti immersi.

[giada]

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