Appunti Callimaco

Messaggioda yomi » 22 mar 2012, 16:23

CALLIMACO
Il "Cireneo” perchè è nato a Cirene, o “Battiade” perchè afferma di avere tra i suoi antenati il fondatore di Cirene: Batto. Ebbe dei maestri di un certo livello. Rimase a Cirene fino a quando per motivi economici è andato ad Alessandria per guadagnarsi da vivere come maestro e I Tolomei lo vollero nella loro biblioteca. E di sicuro povero perché parla della sua miseria. Ebbe l’incarico di catalogare tutte le opere greche della biblioteca. Morì vecchio perchè lo dice e visto che fu anche attivo sotto Tolomeo Evergete e scrisse per sua moglie “La chioma di Berenice”, tradotta da Catullo.
Inno Mimetico: simulazione di un contesto rituale dove avviene l’epifania della divinità. La persona loquens non è sempre l’autore. L’eclettismo di Callimaco si manifesta nella varietà dei componimenti. I suoi detrattori lo accusarono perchè dicevano che il poeta doveva occuparsi di un genere solo e Callimaco oltre a ciò scriveva in vari dialetti (Polueideia). Risponde dicendo che nessuno ha mai detto che deve cimentari in un solo genere. Compone anche un epillio (piccolo componimento epico, piccolo perchè arrivava ad un max di 1000 versi.
Ecale: epillio. Non parla dei miti famosi ma di quelli più sconosciuti o dice di essi ciò che non si sà. Si iniserisce nel mito di Teseo: la pianura di Maratona era invasa da un toro e Teseo andò in soccorso. Durante il vaggio si imbatte in un temporale e viene accolto in casa di una vecchiett, che gli mette a disposizione tutto ciò che possiede. Parte per Maratona e sconfigge il toro. Torna in casa della vecchietta per ringraziarla, ma lei è morta. L’opera si conclude con un aition (motivo, causa origine). Fine eziologico, serve a spiegare l’origine di qualcosa ( per ricordare la vecchia da al demo il nome di Ecale e innalza un’altare in nome di Zeus Ecaleo. Lui voleva spiegare perchè la statua si chiamava così. Novità del tema del theocenion (opsitalità ad un Dio).
Aitia: opera che lo ha reso più famoso. Raccolta di 4 libri di elegie. Vuole raccontare le origini di un nome di una città, degli usi, dei costumi, dei riti, delle feste..è stata scritta in un lasso di tempo molto ampio, quando governava Tolomeo Evergete. Critica: questi 4 libri sono stati scritti in epoche distanti. Nei primi 2 libri c’è un legame che unisce queste elegie, nel terzo e nel quarto no. Premette al primo libro il prologo ai Telchini e agginge la vittoria di Berenice e come ultima elgogia la “Chioma di Berenice”. Cornice: racconta di aver visto in sogno le muse, che gli hanno fatto tante domande sul perchè di alcuni riti, feste, tradizioni, nomi e che loro gli avessero riposto. Vuole dimostrare la sua erudizione visto che finge che siano le muse a dargli delle risposte. Dopo afferma di essere stato investito poeta dalle muse come Esiodo, che esalta. Vuole dimostrare la sua preferenza poetica di Esiodo rispetto ad Omero. Vuol dimostrare che una caratteristica dell’opera è la varietà tematica (poichilia). Gli veniva rimproverato il fatto di toccare temi troppo diversi nella stessa opera. Questa varietà tematica è stata avvicinata alla Satura Lanx di Lucilio e Ennio. A lui non interessa raccontare ma come raccontare.
Chioma di Berenice: ricciolo biondo che aveva tagliato per gli dei in cambio della salvezza del merito in guerra. Si accorgono che era sparito e vengono chimati gli astronomi. Lo individuano tra le stelle e viene chiamato così. Fine encomiastico perchè vuole esaltare (ricciolo parla in 1 persona) la regina famosa per la sua saggezza e la sua bellezza (I detrattori dicevano che aveva pochi capelli e non era bella).
Giambi: famoso il 13esimo dove si difende dal l’accusa di polueideia. Si ispira a Ipponatte però non c’è il tone aggressivo. Il + famoso è quello della contesa tra l’olivo e l’alloro. Sotto vuole intendere: qual è la poesia migliore? Nei 60 epigrammi continua ad affrontare temi diversi e viene utilizata la polemica letterarie e lui precisa il suo pensiero: poesia leggere, breve e varia.
Carmi lirici: Ibis (uccello) secondo I critici forse conteneva un’accusa da parte del poeta contro I suoi detrattori. Poesia per lui: raffinata, ricercata, erudita, essenziale, breve, leggera e pura.
Il poeta è un erudito. I + grandi poeti del tempo sono grammatici alessandrini. Eclettismo. Si sono dedicati a generi letterari tradizionali, ma modificandoli (tutti questi elementi si trovano in Callimaco).il poema che lo rese famoso fu “Pinekes” (120 libri). Deve la sua fama ad una raccolta di elegie “Aitia”. Scrive 60 epigrammi, 13 giambi, 1 epillio, 6 inni e numeroso carmi lirici. Si aggiungono opere come la Paradossografia (le meraviglie che si trovano nel mondo) nuovo genere letterario. Ancorato x certi versi alla tradizione x altri allontanamento.
6 INNI
Scritti durante tutta la sua attività letteraria (Omero: scritti in esametro epico e in dialetto ionico). Avevano una funzione proemiale, cioè servivano come introduzione alla performance del rapsodo. I primi 4 sono in dialetto ionico, il 5 e il 6 in dorico letterario. Tutti in esametri epici, il 5 in distico. L’approccio nei confronti della tradizione è di emulazione. Mentre gli inni omerici avevano una loro valenza religiosa ( cantati in onore di una divinità), l’elemento religioso in Callimaco è estraneo perchè sono un esercizio puramente letterario. In quelli omerici c’è una unità che li aggrega, in quelli di Callimaco c’è la varietà: temi, stile, linguaggio..adatta il tono all’occasione e alla tematica. Le divinità per lui rappresentano la propria storia e la cultura in cui l’uomo greco si identifica. Il più antico è l’Inno a Zeus, il più giovane l’Inno ad Apollo. In comune hanno la dedica alla divinità. Alcuni di essi sono “mimetici”, viene simulato il contesto rituale che apparteneva alla divinità con l’epifania della divinità stessa.
Inno a Zeus: tono a volte più dotto altre più spiritoso. Vuole dimostrare la sua erudizione anche nel mito. Accenna alla doppia tradizione della nascita di Zeus ( Creta o Arcadia?)e il parto della madre Rea. Racconta come Zeus ottenne il potere: riconoscimento della sua superiorità da parte dei fratelli perche aveva scelto l’aquila come elemento sacro. Motivo encomiastico perché approfitta per (Zeus protettore di tutti i suoi sovrani) elogiare colui che gli da da vivere (Filadelfo)
Inno ad Apollo: primo dei mimetici. Ci mostra l'attesa, la gioia dell'attesa di vedere l'arrivo della divinità. Parla una persona loquens e si identifica con l'autore. Parla delle prerogative di Apollo (fondatore della città). Protegge le città e una fondata da lui è Cirene, città dov'è nato. Motivo encomiastico perché esalta la sua patria. Contiene un accenno a quello che è la poetica callimachea e I pareri che saranno presenti nella diatriba letteraria.
Inno ad Artemide: si descrive la sua fanciullezza (lei seduta sulla gambra del padre, che cerca di afferrargli la barba). Tenerezza. Prima parte tono più serio. Vengono raccontate le gesta di Artemide. Scende nelle caverne dei Ciclopi che le fabbricheranno l’arco e le frecce.
Inno a Delo: esaltazione dell’isola di Delo dove Leto aveva partorito Apollo. Tema improntato sul peregrinaggio di Eco alla ricerca di un posto, e tutti la rifiutavano avevano paura dell’ira di Era.
I Lavacri di Pallase: inno mimetico. Rappresenta una festa in onore di Pallade e Atena e l’arrivo della dea. Sembra che arrivi la divinità in persona e non la statua. Veniva portata la statua che veniva tuffata nel fiume Inaco e spogliata e nessuno la doveva vedere. Colui che la descrive è un araldo che annuncia che nessuno la guardi. Coglie l’occasione per descrivere il destino di Tiresia, giovane figlio della ninfa preferita di Pallade, che l’aveva vista nuda e diventò cieco. Alla madre disperata Atena fece una promessa: TIresia sarebbe diventato un profeta famoso, e avrebbe goduto di lunghissima e onorata vita tra gli uomini.
Inno a Demetra: simulazione rituale. Tono alternato (sereno-comico). Prima voce narrante che invita a salutare la dea che arriva. Lo usa per parlare di un caso di Ubris (Erisittone), che aveva osato tagliare un bosco per costruire una sala da pranzo. Le dee, visto che era un bosco sacro, lo hanno condannato alla fame perpetua. All’improvviso si ha la descrizione della fine della processione, dove si invoca la dea perchè procure abbondanti raccolti.

yomi

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Messaggioda *Yole* » 22 mar 2012, 16:28

credito dato

*Yole*

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Messaggioda yomi » 22 mar 2012, 16:35

grazie

yomi

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Messaggioda *Yole* » 26 mar 2012, 15:08

prego bye

*Yole*

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