da martax3x » 1 mag 2012, 19:20
Licurgo (greco: Λυκοῦργος, latino: Lycurgus) (IX secolo a.C. – VIII secolo a.C. è stato, secondo la tradizione di Sparta, il suo principale legislatore.
Difficile dire se Licurgo sia esistito veramente, se fosse visto come uomo ed eroe storico, poi successivamente divinizzato, oppure che sia stato, per i Greci, un Dio prima eroicizzato come uomo e poi decaduto come divinità.
Gli unici dati sicuri su Licurgo sono quelli relativi all\'esistenza di un santuario a lui dedicato nel II secolo d.C. e la pratica, ai tempi diffusa a Sparta, di fare ogni anno sacrifici in suo onore.
A lui la tradizione attribuisce l\'ordinamento politico e sociale di Sparta, ma nulla su di lui si può dire che non sia controverso, così come è affermato da Plutarco all\'inizio della Vita dedicata allo spartano. Le riforme legislative gli sarebbero state suggerite da un responso oracolare di Delfi, chiamato rhetra; tra le istituzioni a lui attribuite sono il consiglio degli anziani (gherusìa), formato da 30 membri compresi i due re, e l\'assemblea popolare (\"apella\").
Avrebbe preso varie misure volte ad intervenire sulla vita sociale degli spartani, comprimendone la sfera privata, con l\'istituzione dei sissizi (pasti comuni a cui erano obbligati a partecipare tutti gli spartiati, vecchi e giovani) e con l\'obbligo dei giovani, sin dall\'età di 7 anni, di sottoporsi a una educazione severa, pubblica e militare.[3]
A Licurgo è dedicata una \"vita\" dell\'opera più conosciuta di Plutarco, \"Vite parallele\". Il mitologico legislatore spartano viene messo a confronto con il re romano Numa Pompilio.
Licurgo afferma che gli spartiati non devono maneggiare denaro altrimenti questo li spingerebbe a superarsi in potenza l\'un l\'altro. Questo a sua volta porterebbe allo scoppio del sistema politico di Sparta (che prevede un\'uguaglianza tra tutti gli spartiati) poiché la disuguaglianza tra essi porterebbe a degli squilibri di potere. Permette loro però, come scappatoia, di utilizzare monete di ferro in modo che per accumolare ricchezza servano un numero elevatissimo di monete.