Il viaggio di Ulisse

Messaggioda Gaio85 » 1 set 2012, 8:51

Il filo conduttore e la convinzione di fondo che guida la riflessione attraverso le diverse materie di studio e' che il mito del viaggio costituisca uno dei nuclei piu' profondi attraverso cui la civilta' occidentale abbia narrato il senso della vita,fin dalla letteratura epica,in cui vengono intessuti i significati piu' antichi ed eroici della ricerca della verita' e di se',uniti a suggestioni lontane ,alla misteriosita' stessa della vita dell'uomo,che nel continuo peregrinare acquisisce esperienza ma anche consapevolezza della propria infinitesimalita',ritornando a se' accresciuto.
Attraverso lo studio interdisciplinare condotto emergera' quindi che l'uomo si porta dietro ,consapevolmente o meno il mito del viaggio,come bene compresero i diversi autori afrontati,che seguendo le proprie attitudini,propensioni ma mai scordando il punto di riferimento per eccellenza,l'Odissea e Omero,lo rielaborarono ora in chiave ironica ,ora polemica ora antitetica nei confronti dell'antecedente mitico.
L'Ulisse omerico costituisce il prototipo del viaggiatore,di colui che attraversa un'infinita' di pericoli e di tentazioni,volendo fondamentalmente fare ritorno in patria.Senza tentare di inquadrare nella sua pur complessa connotazione questo personaggio non si potrebbe comprendere alcuna rielaborazione intertestuale del viaggiatore per eccellenza.Egli costituisce il segno di un'intera episteme,un modello,una forma multiforme(polytropos)di vita umana piene di potenzialita',un paradigma della conoscenza del mondo e di se'nel dolore,ma anche un ossimoro vivente che nega se' stesso per ritrovare la prorpria identita',un'icona dell'esperienza,della scienza,nella sua metis (Atena) e nella sua aletheia(Apollo),nell'astuta arte della sapienza e' un modello di poesia.
Nell'Odissea il tema del nostos infatti prende forma dalle parole stesse dell'eroe che si connota quindi in primis come aedo,trasmettendo l'idea della vita come racconto e del viaggio stesso come narrazione,sempre in bilico tra menzogna e verita' (vd il racconto dell'"altra odissea"a Eumeo, ai Feaci da parte dell'eroe)bene identifico' il viaggio come quella dimensione che tende al futuro,che permette al viaggiatore di guardare se stesso mentre vede,di memorizzare e di gustare il piacere di vedere;qal contrario Ulisse vuole memorizzare solo il ritorno ed e' questo che lo rende un viaggiatore suo malgrado,sebbene proprio grazie al nostos egli acquistera' quella fama imperitura che nel precedente codice iliadico dei valori era dato dal kléos.Ulisse quindi viaggiatore suo malgrado che viene innanzitutto a contatto con un mondo altro in contrapposizione con il mondo degli uomini mangiatori di pane,una dimensione priva di una reale socialita',immobile,senza passato ne' memoria,e'il mondo della fiaba e del folklore inquadrato dento la cornice del racconto negli episodi dei Ciconi,dei Lotofagi,di Circe;di Calipso finad arrivare a quello di Polifemo,qui preso maggiormente in considerazione attraverso la rielaborazione nel teatro del IV secolo da Euripide.Ne "Il Ciclope" viene ripreso abbastanza fedelmentel'episodio del IX canto dell'"Odissea" inserito nella tipica dimensione satiresca,con una semplificazione dell'impianto e l'laborazione di coppie concettuali come civilta'/barbarie,liberta'/asservimento e soprattutto naturalita' ecivilizzazione,simboleggiati da Polifemo,incrocio fra un selvaggio,un mostro ed un gentiluomo di campagna in una comica commistione fra raffinatezza e brutalita',e da Odisseo ,prototipo dell'eroe liberatore,civilizzatore,accostabile in un discorso metalettarario all'interpretazione wlaborata da Adorno,che vede l'eroe come paradigma originario della ragione(e dell'astuzia)impiegata come strumento di autoconservazione,di autoaffermazione,di sopraffazione dell'altro.Il tema della terra inesplorata,dell'approdo in un'isola sconosciuta,la scoperta di meraviglie e prodigi sono ampiamente utilizzati anche nella Storia vera di Luciano,associati alle iperboliche ed assurde avventure dell'autore stesso,protagonista di un fantastico viaggio attraverso l'immaginazione,segnato dal gusto della parodia,del paradossale,ma non scevro di un autentico e lucido intento polemico nei confronti di storiografi contamporanei e dei loro presunti resoconti.

Gaio85

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Messaggioda giada » 1 set 2012, 8:52

hai guadagnato 1 credito
mi dici in che materia inserirlo? odisseo o italiano?

giada

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