IL DECADENTISMO APPUNTI SUL

Messaggioda anna_delia » 10 set 2012, 20:11

IL DECADENTISMO.
Verso la fine del 1800 si apre in tutta L'Europa una lunga fase di crisi e di trasformazione spirituale, culturale, letteraria che riflette, complicandola, una crisi sociale, economica, politica e corrisponde alle inquietudini e alle contraddizioni della società borghese ottocentesca. La borghesia, infatti, assillata dall'insorgere delle nuove forze proletarie, si barcamena fra la volontà di affermazione capitolistica e la coscienna delle proprie interne difficoltà, derivanti soprattutto dalla DISGREGAZIONE DELLA VISIONE OTTOCENTESTA della vita con i suoi ordinamenti e i suoi ideali.
Un dato importantissimo è che la neonata filosofia positivistica, tanto fiduciosa nella scienza e nella ragione, è scossa da una nuova ondata di idealismo, di spiritualismo, di irrazionalismo, che mettono in crisi i suoi ideali e rimuovono profondamente la stessa idea positivistica e razionalistica dell'uomo, sottolineando di questo gli aspetti e gli elementi più irrazionali. Sotto la ragione e la coscienza dell'uomo viene scoperta una zona misteriosa ed oscura, quella che il grande Froid definisce SUBCONSCIO, da cui vengono fuori passioni e tendenze compresse e spesso nascoste dalla ragione e da una morale che appare sempre più convenzionale ed ipocrita. Fatte queste promesse, accade che si parli in ambito filosofico di neoidealismo e in letteratura di decadentismo. Questo termine, affibiato inizialmente ai nuovi intellettuali in senso dispregiativo, indica una civiltà al tramonto, nonchè una nuova capacità di considerare l'uomo e la sua esistenza. Come si è già detto, la crisi che è alla base del Decadentismo è una crisi storica, attraverso cui passa la difficile e tormentata costruzione della civiltà contemporanea nonchè un'idea nuova dell'uomo che si arricchisce di tutti quegli elementi inconsci e subconsci non indagati nei periodi storici precendenti.

Filosofia idealista -> Romanticismo.
(Idealismo)

Filosofia positivista -> Naturalismo in Francia, Verismo in Italia.
(Positivismo)

I più importanti autori del Naturalismo sono: Maupassant, Flaubert, Zola.
In Italia il più importante autore del Verismo è Verga.

Nel decadentismo si esprimerà così una crisi profonda che porterà fino al dubbio della identità e unità della persona uomana, disgregata e incapace di comunicazione con le altre persone (cfr. Pirandello); del resto, paradossalmente, proprio tale disgregazione consentirà all'uomo di prendere una nuova consapevolezza di se. Così il decadentismo, mentre si opponeva in maniera netta al naturalismo che pretendeva di indagare l'uomo studiando scientificamente l'ambiente in cui viveva, riprendeva invece le punte più segrete del Romanticismo europeo e soprattutto Francese, ricco di temi irrazionalistici e mistici, meno evidente nella tradizione romantica italiana allora, se le origini del decadentismo europeo, vanno ricercate nel più profondo e maturo romanticismo europeo, il suo consolidamento, avviene soprattutto intorno a Baudelaure, nell'ambito di quella grande corrente della poesia francese di secondo ottocento che prende il nome di SIMBOLISMO e di cui i massimi interpreti sono Verlaine, Rimbaud e Mallarmè. Per loro la poesia è un nuovo metodo di conoscienza superiore a quello razionale ed il poeta è un VEGGENTE, colui il quale rivela le ragioni più intime dell'uomo, non intellegibili ai comuni mortali.
Capiamo bene che, se la poesia decadente, indaga così a fondo il subconscio, non si può servire di un linguaggio comune per esprimere situazioni ignote fino a quel momento, ma deve sperimentare un nuovo e più idoneo linguaggio, fatto di parole - simbolo, di parole - musica, di parole che spesso vengono staccate dal loro significato comune, per acquistarne uno nuovo e funzionale alle esigenze del poeta. Fatta questa premessa, è naturale e necessario che la poesia tenda a rifiutare la metrica tradizionale, snodandosi nella ricerca di una libertà assoluta, fino all'invenzione del "verso libero", svincolo dalla rima e dalle strofe prestabilite.
Accannto al simbolismo, che tanta parte ha nella poetica decadente, non si può non ricordare l'ESTETISMO, una prospettiva artistica che punta sul primato assoluto dell'arte, sulla bellezza assoluta come meta stessa della vita da parte di artisti che si staccano dalla volgarità e dal cattivo gusto della gente comune; l'estetismo, infondo, è forse l'aspetto più vistoso del decdentismo italiano e ha il suo culmine nell'opera e nella vita stessa di Gabriele D'Annunzio. Ricordiamo, invece, che il simbolismo ha il suo culmine nell'opera di Giovanni Pascoli.

anna_delia

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Messaggioda giada » 11 set 2012, 8:20

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