Analisi cisti fornaio Decamerone di Giovanni Boccaccio,

Messaggioda lotti_1997 » 17 ott 2012, 13:57

CISTI FORNAIO
Il protagonista del racconto è Cisti, un uomo di umile professione ma che, baciato dalla fortuna, riesce e diventare comunque ricchissimo. Egli conosce bene la differenza tra la sua condizione di vita e quella di messer Geri Spina, infatti non si permetterebbe mai di invitare costei e gli ambasciatori del papa a bere il suo vino con lui, ma aspetta che siano loro a farlo. Egli è un uomo gentile, con nobili sentimenti, cortese di fronte alla nobiltà ma, tiene a sottolineare la sua superiorità nei confronti dei servi che infatti non potranno bere il vino in quanto riservato al palato di aristocratici o ai ricchi come lui. Tanto che alla fine si instaura un sorta di alleanza tra messer Geri e Cisti contro i servi, nonostante la sua condizione sociale sia più vicina a loro che a quella del padrone. Una delle sue caratteristiche è l’onesta ; egli svolge il suo lavoro, che non lascerebbe mai, lealmente e con generosità ma quando gli sembra che Messer Geri se ne stia approfittando, lui gli rifiuta il vino. Su un piano opposto si mostrerà poi il servo che cerca di prendersi beffa di lui e di Geri richiedendo più vino del dovuto. Un altro personaggio principale è messer Geri Spina, un gentiluomo aristocratico appartenente alle arti maggiori, mandato a Firenze da Papa Bonifacio per questioni politiche. Entrambi i personaggi si stimano a vicenda, per la liberalità e la nobiltà d’animo che li contraddistingue; tanto che, alla fine della novella, si istaura un legame di amicizia che stabilisce un unione tra i due uomini basata non sull’uguaglianza di classe di appartenenza, ma sulla reciproca cortesia e gentilezza, sulla nobiltà d’animo che entrambi possiedono. I luoghi non rappresentano un ruolo importante, fanno da sfondo al susseguirsi delle vicende. Essi sono il forno di Cisti; la sala dove avviene la cena di lavoro e la Chiesa di Santa Maria Ughi. Tramite il discorso di Pampinea che introduce la novella, Boccaccio vuole denunciare il fatto per cui spesso ad “anima nobile” il destino assegna “vil mestiere”. Dice ancora che la natura è saggia e la fortuna ha mille occhi. E così avviene che avvolte le qualità nascoste balzano in evidenza mostrando il loro immenso splendore. Questo avviene nella figura di Cisti che è quell’individuo che vale, non per la sua nobiltà o l’appartenenza all’aristocrazia ma per i suoi valori e virtù come tutti gli altri uomini.

lotti_1997

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