Demostene vince i suoi difetti (Versione Giulio Paride)

Demostene vince i suoi difetti
Autore: Giulio Paride
Inviata dall'utente touzani nel dicembre 2006
Testo latino non disponibile

Demostene, il cui nome da solo evoca alla mente l’idea della più alta e della più perfetta eloquenza, non poteva, essendo giovane, pronunciare la prima lettera del nome dell’arte ch’egli coltivava con ardore.

Ma si impegnò così tanto a disfarsi di questo difetto di pronuncia che nessuno, in seguito, pronunciava questa lettere più chiaramente. Poi, poiché la sua voce era stridula e stridente, seppe, con un esercizio continuo, renderla piena e gradevole all’orecchio.

Aveva il torace debole, ma il lavoro gli diede la forza che la sua costituzione gli aveva negato. Egli pronunciava, in effetti, d’un sol fiato una lunga serie di versi e li pronunciava percorrendo le salite a passo rapido. In piedi, sul bordo delle rive fragorose, declamava, nonostante il fragore delle onde, per abituare le sue orecchie e renderle meno sensibili ai mormorii delle assemblee agitate.

Si racconta anche ch’egli mettesse dei piccoli ciottoli in bocca e che parlasse così per tanto tempo e abbondantemente, cosìcché, una volta vuota la bocca, la sua lingua fosse più rapida e più libera. Lottò contro la natura e trionfò sulla sua malevolenza a forza d’energia e di tenacia.

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