Libro dei prenomi 2

Romanos autem arbitrandum est maxime ab Albanis et Sabinis multiplicandorum nominum consuetudinem traxisse, quoniam ab illis orti sunt....

Bisogna poi valutare che i romani, discendendo dagli Albani e dai sabini, abbiano tratto da questi l'abitudine di moltiplicare i nomi delle persone.

Tuttavia tutti quelli che sono stati poi ben pensati per definire ciascuno di noi hanno lo stesso potere di indicare una persona. Il cosiddetto nome proprio ha la peculiarità di indicare una gens e per questo è detto gentilizio.

Gli altri nomi variano nell'ordine, infatti prenome è l'appellativo che viene anteposto, cognome è quello che viene proposto mentro quello che viene aggiunto in fine è detto soprannome. La loro serie non si è sempre conservata così come ho riferito sopra, infatti leggo nei fasti consolari, che l'uso di prenomi e di cognomi si è variamente intrecciato.

Si disse Postumo Cominio Aurunco e Postumo Ebuzio elva e Vopisco Giulio e Opitre Verginio Tricosto e Paolo Fabio Massimo. Taluni cognomi anzi, come Cepione, furono cambiati in nomi: ad esempio, Bruto ebbe per nome Cepione.

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