Atene baluardo dell'Ellade

Atene baluardo dell'Ellade

ἀθύμως γὰρ ἁπάντων τῶν συμμάχων διακειμένων, καὶ Πελοποννησίων μὲν διατειχιζόντων τὸν Ἰσθμὸν καὶ ζητούντων ἰδίαν αὑτοῖς σωτηρίαν, τῶν δ'...

Quando infatti tutti gli alleati erano scoraggiati e i Peloponnesiaci chiudevano l’istmo con un muro e cercavano la loro propria salvezza, mentre le altre città erano cadute in potere dei barbari e combattevano con loro, tranne qualcuna che era stata trascurata per la sua poca importanza, mentre milleduecento triremi navigavano contro e un innumerevole esercito stava per invadere l’Attica, senza che nessuna speranza di salvezza apparisse loro, privi di alleati, falliti in tutte le loro speranze, sebbene fosse loro lecito non solo sfuggire ai pericoli presenti, ma anche ricevere onori eccezionali che il Re offriva loro nella convinzione che, se si fosse assicurato l’appoggio della flotta della città, subito sarebbe diventato signore anche del Peloponneso, rifiutarono i doni del Re né, irritati con i Greci per essere stati traditi, volentieri si volsero a stringere accordi cori i barbari, ma si preparavano anzi a combattere per la libertà, mentre perdonavano agli altri che preferivano la servitù.

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