Tantalo agli inferi

Tantalo, Lydorum regi, magnae divitiae fuerunt ac regia pretiosa ...apere cupiebat, ventus subitaneus arboris ramos a manibus auferebat.

Tantalo, re dei Lidi, ebbe grandi ricchezze ed una reggia piena di preziosa suppellettile d'oro e d'argento.

Figlio di Giove e di una ninfa, Tantalo tra tutti gli uomini fu molto gradito agli dei, dai quali era invitato sull'Olimpo tutti i giorni ai banchetti divini. Tuttavia si comportò con grande superbia e si macchiò di azioni sacrileghe, così condusse la sua vita alla rovina: infatti svelò agli uomini i segreti piani di Giove e portò sulla terra dal cielo il nettare e l'ambrosia divina; un giorno uccise suo figlio Pelope, la cui carne fu preparata per gli dei durante una cena: infatti Tantalo volle sperimentare la conoscenza degli dei delle azioni umane.

Perciò Giove decise che Tantalo, a causa dei gesti tanto gravi, venisse cacciato dall'Olimpo e mandato negli Inferi, dove Tantalo fu tormentato con l'eterno supplizio della fame e della sete.

Infatti, immerso nella palude Stigia e circondato da ogni frutto e soprattutto da mele rosse e lucide, quando Tantalo cercava di bere, l'acqua si allontanava dalla bocca, quando desiderava prendere una mela, un improvviso vento allontanava dalle mani i rami dell'albero. .

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