Cicada convicium faciebat et somno excitabat noctuam, adsuetam quaerere in ...
La cicala faceva baccano e svegliava dal sonno la civetta, abituata a procurarsi il cibo nelle tenebre e a prendere sonno durante il giorno in un ramo incavato.
La civetta supplicava inutilmente il silenzio; la cicala, infatti, strepitava in modo molesto.
La civetta allora ingannò con un raggiro l'insetto canterino: O figlia delle Muse, tiri fuori i suoni dalla cetra in un modo straordinario; adesso, dato che non dormo, voglio bere; vieni nel mio nido, così beviamo insieme.
La cicala è attirata dalle parole e, avida, arriva in volo: la cicala è subito ghermita e uccisa dalla civetta; sconta in questa maniera il castigo della presunzione.