I veri beni I e II (Versione latino Vitruvio) corso di lingua latina

I veri beni (I) versione latino di Vitruvio e traduzione corso di lingua latina

Aristippus, philosophus Socraticus, naufragio eiectus ad Rhidiensium litus, cum animadvertisset geometrica schemata descripta, exclamavisse ad comites ita dicitur:

"Bene speremus!Hominium enim vestigia video". Statimque in oppidum Rhodum contendit et recta gymnasium devenit; ibi, de philosophia disputans, muneribus est donatus un non tantum se ornaret sed etiam praestaret comitibus quae opus essent ad victum.

Cum autem eius comites in patriam reverti voluissent et eum interrogarent quidnam vellet donum renuntiari: "Liberi mei"-inquit-"parent possessiones et viatica quae etiam e naufragio possint una enatare.

Nam ea vera praesidia sun viate, quibus neque fortunae tempestas iniqua neque publicarum reru mutatio neque belli vastatio potest nocere.

I VERI BENI (II)

Epicurus vero non dissimiliter ait: pauca sapientibus fortunam tribuere, quae autem maxima et necessaria sunt....

Aristippo, che era reputato il migliore fra i filosofi Cirenaici, scagliato da un naufragio sulla spiaggia di Rodi, avendo visto figure geometriche scritte sulla sabbia, si dice che abbia esclamato ai suoi compagni: "Speriamo bene, o amici!

Vedo qui infatti delle tracce di uomini". E subito si diresse alla città di Rodi e giunse al ginnasio, e qui trattando di filosofia ricevette in dono dai cittadini dei regali, per adornare non solo sé, ma anche per poter garantire anche a coloro che furono con lui sia il vestiario sia tutte le altre cose, le quali erano necessarie al sostentamento.

Poiché invece i suoi compagni avevano deciso di ritornare in patria e gli chiedevano cosa mai volesse che fosse riportato in patria ai parenti, allora si dice che abbia risposto così: "Ad ogni modo bisogna destinare ai figli i possedimenti e i beni, che anche in un naufragio possano trarsi in salvo". Infatti si dicono veri sostegni della vita quelli ai quali né uno sfavorevole andamento della sorte né le rivoluzioni politiche né le devastazioni della guerra o le incursioni dei pirati e dei predoni possano nuocere.

I VERI BENI (II)

Epicuro non diversamente afferma che pochi beni la fortuna assegna ai sapienti, ma quelli che sono i più grandi e necessari sono governati dai pensieri dell'animo e della mente.

Diversi filosofi altresì così espressero queste considerazioni. Nondimeno dei poeti che scrissero in greco antiche commedie pronunciarono sulla scena in versi gli stessi pensieri, come Eucrate, Chionide, Aristofane, sopratutto anche con costoro Alessi, che afferma essere opportuno che gli Ateniesi siano lodati per il motivo che le leggi di tutti i Greci sanciscono che i genitori siano mantenuti dai figli, quelle degli Ateniesi non tutti i genitori ma solo quelli che istruirono i figli nelle arti.

Poichè tutti i doni della fortuna come sono dati da essa sono facilmente tolti, invece le scienze congiunte alle facoltà spirituali non vengono mai meno, ma permangono facilmente fino all'estrema fine della vita

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