Tiberio e Caligola - COTIDIE DISCERE - Versione latino Eutropio

Cotidie Discere (eserciziario 1) Pagina 208 numero 132
Tiberius ingenti socordia imperium gessit, gravi crudelitate, scelesta avaritia, turpi libidine.

Nam nusquam ipse pugnavit, bella per legatos gessit suos. Quosdam reges ad se per blanditias evocatos numquam remisit, in quibus Archelaum Cappadocem, cuius etiam regnum in provinciae formam redegit et maximam civitatem appellari nomine suo iussit, quae nunc Caesarea dicitur, cum Mazaca antea vocaretur. Hic tertio et vicesimo imperii anno, aetatis septuagesimo octavo, ingenti omnium gaudio mortuus est in Campania. Successit ei C. Caesar, cognomento Caligula, Drusi, privigni Augusti, et ipsius Tiberii nepos, sceleratissimus ac funestissimus et qui etiam Tiberii dedecora purgaverit. Bellum contra Germanos suscepit et ingressus Sueviam nihil strenue fecit. Stupra sororibus intulit, ex una etiam filiam cognovit. Cum adversum cunctos ingenti avaritia, libidine, crudelitate saeviret, interfectus in Palatio est anno aetatis vicesimo nono, imperii tertio, mense decimo dieque octavo.


Tiberio governò con grande stoltezza, immensa crudeltà, scellerata avidità e turpe dissolutezza. Tra l'altro, non combatté mai in prima persona, condusse le guerre per intercessione dei suoi luogotenenti. Non rilasciò mai taluni re che aveva fatto venire presso di sé giocando su false promesse, tra i quali Archelao di Cappadocia, il cui regno - addirittura ridusse in condizione di provincia e dispose che la capitale fosse chiamata col proprio nome, essa ora si chiama Cesarea, mentre prima era detta Mazaca. Costui con unanime, grande sollievo morì nel 23esimo anno del suo regno, in Campania: aveva 78 anni.
Gli successe Caio Cesare, soprannominato Caligola, nipote di Druso figliastro di Augusto - e dello stesso Tiberio, di assoluta scelleratezza e decisamente "sinistro", che avrebbe addirittura cancellato le nefandezze di Tiberio.

Intraprese una guerra contro i Germani e, entrato nel paese degli Svevi diede fondo a tutta la sua inettitudine e crudeltà. Stuprò le sorelle, da una ebbe addirittura un figlio.
Visto che infieriva contro tutti con immensa avidità, dissolutezza e crudeltà, venne assassinato, nel Palazzo, che aveva 29 anni: aveva regnato per 3 anni, 10 mesi e 8 giorni.

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