Il flauto deforma le gote (Versione latino Gellio)

Il flauto deforma le gote versione latino Gellio
traduzione dal libro cotidie legere

Apud veteres Romanos hominem liberum et gravitatis studiosum pudebat fidibus vel cithara vel tibiis canere, cum hoc servos et mimas decere arbitrarentur. Apud Athenienses ...

Presso gli antichi Romani, l'uomo libero e amante della serietà si vergognava di suonare la lira o il flauto, poiché erano ritenuti adatti ai servi e alle attrici.

Presso gli Ateniesi invece i ragazzi erano educati a suonare il flauto fin dalla giovane età, perché ciò era ritenuto molto nobile e molto meritevole per gli uomini liberi. Il famoso Pericle, il cui ingegno e la massima generosità sono famose in Atene, poiché aveva presso di sè il nipote Alcibiade affinché in casa sua fosse educato alle buone maniere e ai nobili modi di vivere, fece venire Antigenida, che i Greci ritenevano il più insigne tra i musicisti di quel tempo, per insegnare al ragazzo a suonare il flauto.

Si dice che quando il ragazzo avvicinò il flauto alla bocca e vide nello specchio le gote gonfie, si vergognò moltissimo della deformità del suo volto. Perciò gettò a terra il flauto e lo ruppe. Quando quella notizia si diffuse, con il consenso di tutti gli Ateniesi quella disciplina fu abbandonata né qualcuno volle imparare l'arte di suonare il lauto dopo l'occasione.

Leggiamo che avvennero le stesse cose nella favola di Diana. Infatti, quando nella sorgente scorse la bocca gonfiata dal flauto, la sua deformità fu così spiacevole per lei che da quel giorno non avrebbe giammai usato un flauto.

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