Il saccheggio di Persepoli - COTIDIE LEGERE - Versione Curzio Rufo

Versione da Cotidie legere n. 10 pagna 293

In hanc urbem totius Persidis opes congesserant Barbari: aurum argentumque cumulatum erat, vestis ingens modus, supellex non ad usum, sed ad ostentationem luxus conparata.

Itaque inter ipsos victores ferro dimicabatur: pro hoste erat qui pretiosiorem occupaverat praedam, et, cum omnia quae recipiebant capere non possent, iam res non occupabantur, sed aestimabantur. Lacerabant regias vestes, ad se quisque partem trahentes, dolabris pretiosae artis vasa caedebant, nihil neque intactum erat neque integrum ferebatur, abrupta simulacrorum membra, ut quisque avellerat, trahebat. Neque avaritia solum, sed etiam crudelitas in capta urbe grassata est: auro argentoque onusti vilia captivorum corpora trucidabant, passimque obvii caedebantur, quos antea pretium sui miserabilis fecerat. Multi ergo hostium manus voluntaria morte occupaverunt, pretiosissima vestium induti e muris semetipsos cum coniugibus ac liberis in praeceps iacientes. Quidam ignes, quod paulo post facturus hostis videbatur, subiecerant aedibus, ut cum suis vivi cremarentur.

Tandem Alexander suos corporibus et cultu feminarum abstinere iussit.
I Barbari avevano ammassato in questa città le ricchezze di tutta quanta la Persia: vi era accumulato oro e argento, grande quantità di vestiario, suppellettile confezionata non per servirsene, ma per ostentazione di ricchezza. Pertanto tra gli stessi vincitori si combatteva con le armi: chi si era impadronito di un bottino più ricco era considerato alla stregua di un nemico, e, poiché non poteva portar via tutto ciò che aveva arraffato, ormai le cose non venivano razziate, ma soggette a stima. Laceravano le vesti regali, ciascuno tirando a sé una parte, frantumavano con le asce vasellame di squisita fattura, nulla rimaneva intatto né intatto veniva portato via, c’era chi trascinava via membra infrante di statue, così come ciascuno le aveva divelte. E vi fu luogo non solo per la cupidigia nella città espugnata, ma anche per la crudeltà: carichi di oro e di argento trucidavano i corpi senza valore dei prigionieri, e venivano uccisi incontrati a caso, mentre prima li aveva resi degni di compassione la speranza di un riscatto.

Quindi molti prevennero la mano dei nemici con una morte volontaria, abbigliati con le più preziose vesti, buttandosi dalle mura con le mogli e i figli. Alcuni, poiché si credeva che poco dopo l’avrebbe fatto il nemico, avevano appiccato il fuoco alle case, in modo da bruciare vivi assieme ai loro cari. Alla fine Alessandro ordinò ai suoi di tenersi lontano dalle persone e dagli ornamenti delle donne.

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