Nuove armi per Enea

In mari quod apud Siciliam iacet parva insula est, quae Vulcani Insula cognominatur,

Nel mare che si distende presso la Sicilia c'è una piccola isola, che è chiamata l'Isola di Vulcano, nella quale fumano le officine di quel dio, nelle quali i Ciclopi, giganti immani che hanno un occhio solo in mezzo alla fronte, trattano metalli ardenti.

Là incudini e martelli risuonano con un fragore immenso e i metalli si ammorbidiscono con fiamme vivaci. Un tempo Venere scese dal monte Olimpo a quella officina e pregò il dio di fabbricare nuove armi per (suo) figlio Enea. In quel momento i Ciclopi fabbricavano un enorme fulmine per Giove, ma Vulcano ordinò (sott loro) di interrompere tutti i lavori e di esaudire le preghiere di Venere.

Appena udirono le sue parole, i Ciclopi ravvivarono i fuochi nella vasta fornace con soffietti ventosi, per intraprendere la nuova opera e fabbricare le armi che Venere aveva chiesto.

Così in breve tempo prepararono una nuova corazza, splendente di squame d'oro, e un enorme scudo, con i quali Enea avrebbe potuto combattere in battaglia e superare i nemici con la forza.
(By Vogue)

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