Ex via in vestibulum intramus: inde per fauces in atrium pervenimus. In atrii lateribus ...

Dalla strada entriamo nel vestibolo; da lì, attraverso stretti corridoi, arriviamo nell'atrio.

Sui lati dell'atrio vediamo le camere da letto e le ali: le ali sono spazi dove erano disposti i ritratti degli antenati dal padrone, perché i Romani veneravano i ritratti degli antenati. Nel tetto dell'atrio c'è un'apertura, che si chiamava compluvio, perché raccoglieva la pioggia.

Attraverso il compluvio, l'acqua cadeva nell'impluvio e poi dall'impluvio, attraverso un buco, confluiva in una cisterna. Di fronte ai corridoi vediamo il tablino (sala da pranzo). Ora usciamo dall'atrio e, attraverso il tablino, arriviamo in un ridente cortile: il cortile è detto peristilio, poiché è circondato da molte colonne.

Attorno al peristilio vediamo delle ampie stanze. Ora torniamo dal cortile nella strada, ma non attraverso l'atrio, i corridoi e il vestibolo, ma attraverso l'uscita posteriore.

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