Autodifesa di Catilina -- Versione di Cicerone esperienze di traduzione

Autodifesa di Catlina - Esperienze di Traduzione versione di latino di Cicerone

At Catilinae crudelis animus eadem illa movebat, tametsi praesidia parabantur et ipse lege Plautia interrogatus erat ab L. Paulo....

Ma il crudele animo di Catilina non cessava di perseguire il suo disegno, malgrado i preparativi di difesa, e il fatto che egli stesso fosse stato messo in stato d'accusa da L. Paolo, in virtù della legge Plauzia.

Infine, per dissimulare o per discolparsi, si presentò in Senato, come se fosse lui ferito da una calunnia. Allora il console M. Tullio, sia perché intimorito dalla sua presenza, sia perché turbato dall'ira, tenne un discorso splendido e utile alla repubblica, che poi scrisse e pubblicò.

Ma appena egli sedette, Catilina, com'era pronto a dissimulare tutto, col viso basso, la voce supplichevole, cominciò a implorare i senatori affinché non credessero di dover temere nulla da lui, rampollo di tale famiglia; fin dall'adolescenza aveva informato la vita in modo da poterne sperare ogni bene: non ritenessero che egli, un patrizio, che personalmente, oltre ai suoi antenati, aveva arrecato tanti benefici al popolo romano, avesse interesse a rovinare la repubblica, mentre la salverebbe M. Tullio, un inquilino della città di Roma. E aggiungendo egli a ciò altre ingiurie, tutti si diedero a strepitare e a chiamarlo nemico pubblico e parricida.

Allora egli furibondo: «Ebbene, poiché attorniato da nemici sono spinto nell'abisso, » esclamò, «estinguerò con la rovina l'incendio che mi minaccia. »

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