Bello Punico secundo post pugnam apud Cannas Hannibal Carthaginiensium dux captivis Romanis convocatis ...

Durante la seconda guerra Punica, dopo la battaglia di Canne, Annibale, comandante dei Cartaginesi, dopo aver convocato i prigionieri Romani, annunciò che egli avrebbe concesso al senato la possibilità di liberarli, se le sue condizioni fossero state accettate.

Ordinò dunque che venissero scelti dieci prigionieri per andare a Roma a trattare con il senato il riscatto. Questi, dopo aver giurato che sarebbero tornati qualora non avessero ottenuto la liberazione dei prigionieri, furono lasciati andare: allora infatti, si attribuiva una così grande importanza ad un giuramento che Annibale non chiese loro nessun altro pegno di lealtà.

Appena quelli uscirono dall'accampamento dei Cartaginesi, uno di essi, per sciogliere il giuramento, ritornò di nascosto nell'accampamento e prima della notte raggiunse i compagni. Dopo che il senato ebbe stabilito che i prigionieri non dovevano essere liberati, poiché era dovere dei soldati Romani andare coraggiosamente incontro alla morte, quel soldato se ne andò a casa sua, dichiarando che egli, poiché era già tornato nell'accampamento dei nemici, era libero dal giuramento;

al contrario, nulla, neppure le suppliche dei familiari, poté convincere tutti gli altri a non tronare nell'accampamento dei Cartaginesi. Ma il senato ordinò che anche il soldato furbo fosse ricondotto ad Annibale.

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