Catone l'Uticense e Cesare a confronto

Igitur iis genus aetas eloquentia prope aequalia fuere, magnitudo animi par, item gloria, sed alia alii. Caesar beneficis ac munificentia... ita, quo minus petebat gloriam, eo magis illum assequebatur.

Dunque essi ebbero la stirpe, l’età e l’eloquenza quasi uguali, grandezza d’animo dello stesso valore, parimenti per fama ma in modo diverso l’uno dall’altro.

Cesare era considerato grande per i suoi privilegi e per la sua generosità, Catone per la sua integrità di vita. Quello fu reso famoso per la calma e la pietà, a questo la severità aveva aggiunto prestigio. Cesare ottenne la gloria con doni, con sostegno e con perdono, Catone (la ottenne) (non) concedendo nulla. In uno c’era rifugio per i miseri, nell’altro la rovina per i malvagi.

Di quello veniva lodata l’indulgenza, di questo la costanza. Infine, Cesare si era deciso a lavorare, a vigilare; a trascurare le sue cose – dedito agli affari degli amici – a (non) rifiutare niente che fosse degno di un dono; per sè desiderava un grande potere, un esercito, e un nuova guerra, dove il suo valore potesse brillare. Catone, invece, aveva propensione alla misura, al decoro, ma soprattutto alla severità;

non combatteva il ricco con le ricchezze, né il fazioso con gli intrighi, ma (affrontava) il valoroso con la virtù, il modesto con il pudore e l’onesto con l’integrità; preferiva essere corretto piuttosto che sembrarlo: così, quanto meno cercava gloria, tanto più (essa) lo accompagnava.[Sallustio] (By il murettodipaolo)

TESTO LATINO COMPLETO

ANALISI MORFOLOGICA
1. Paradigmi:

factus [r. 3] > fīo, -is, factus sum, fĭĕri (come passivo di “facio”)
addiderat [r. 3] > addo, -is, -dĭdi, -dĭtum, -ĕre (3 tr. )
dando [r. 4] > dō, das, dĕdi, dătum, dăre (1 tr. )
adeptus est [r. 4] > ădĭpiscor, -ĕris, adeptus sum, ădĭpisci (3 tr. )
posset [r. 8] > possum, pŏtes, pŏtŭi, posse (anom. intr. )
malebat [r. 11] > mālo, māvis, mālŭi, malle (anom. tr. )

2. Modo delle forme verbali:


> factus [r. 3]: indicativo
> dando [r. 4]: gerundio
> induxerat [r. 6]: indicativo

3. Nel primo periodo, il pronome indefinito “alii” [r. 2] ha valore reciproco, e significa «l’uno dell’altro». I pronomi indefiniti «altero» [r. 5] nel quinto periodo, invece, sono usati in correlazione, in quanto sono riferiti a due persone (“l’uno”… “l’altro”).

ANALISI SINTATTICA

4. Il nominativo “magnus” [r. 2] svolge la funzione sintattica di complemento predicativo del soggetto....

VERIFICA DELLA COMPRENSIONE

7. Secondo Sallustio, i due grandi uomini sono accomunabili per la stirpe, per l’età, per l’eloquenza, oltre che per la grandezza d’animo e per la fama....

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